Famiglia Lanzafami… principi d altri tempi

In genere delle storie d’amore se ne occupa la Cinzia. Lei prima di a aprire l’Altra Cirie insieme a me, voleva dar vita ad un blog sull’amore…

Meno male che sono arrivato in tempo, sai che noia ascoltare donne che parlano di amore, di stelle, di spiagge caraibiche. Ma questa che abbiamo sentito ieri è una di quelle storie d’amore che piu mi piacciono.

 

Una storia tormentata ed ambientata in una Cirie’ degli anni quaranta. Una storia fatta di censure e di ribellione. La storia di due ragazzi che si innamorano perdutamente durante una festa cittadina e che da allora non si stancheranno più di stare insieme.

Immaginatevi a fianco della stazione una grande sala da ballo allestita per la festa del paese. Tutta la cittadinanza partecipa. C’è il sentimento per la festa e per l’amore della propria Cirie’.

L’abito della festa indossato per la grande occasione, uno sguardo ricambiato tra la folla, la musica che l’orchestra non smette di trasmettere e il “danno” è fatto!

Ma non sarà facile riuscire a superare certe barriere. Ricordate che siamo negli anni quaranta e i due innamorati sono ostacolati dalle loro famiglie per un motivo allora molto importate: lui arrivava dalla Sicilia ed era quindi un meridionale, mentre lei era di Villanova una piemontese doc da secoli. Questo matrimonio non si “aveva da fare!” Lui per poter stare in Piemonte aveva avuto bisogno di una certificazione che dichiarasse le sue intenzioni: non era qui per cercare lavoro, ma solo per studiare.

Chi sgarrava veniva direttamente cacciato dal Piemonte e rimandato nella sua terra di origine. Ma il nostro amico meridionale a Torino studiava al politecnico e quindi poté rimanere ed innamorarsi della donna che sarebbe diventata sua moglie e la madre dei suoi figli. Il fidanzamento dura diversi anni ed ogni volta che lui si presentava alla porta della casa della sua amata, la futura suocera lo guardava da lontano, e sbattendo la porta imprecava “è tornato il Napuli”.

Ma dall’altra parte le cose non andavano meglio. Il ragazzo era stato promesso in sposo ad una ragazza del suo paese ed il fatto che il proprio figlio si ribellasse e si innamorasse di una donna del “continente”, proprio non andava giù . Ma l’amore è amore ed adesso sono 55 anni che sono sposati e felici e contenti! Parliamo dei coniugi Lanzafami. Lui è il temutissimo professore di matematica delle Medie della scuola Nino Costa.

Un uomo tutto di un pezzo che sapeva il fatto suo.
“Come trattativa i suoi alunni?”
“Io volevo e davo rispetto. Ogni tanto gli tiravo anche qualche piccolo scappellotto dietro la testa. Un giorno un mio allievo mi disse( il professore si ricorda a memoria il nome e cognome) di tirargli dei pizzicotti piuttosto, perché le sberle non le sentiva. Ma agli scrutini guai se i miei colleghi mi toccavano gli allievi! Io li proteggevo e volevo che passassero tutti.”

Che bella gente. E che carisma nella signora Lanzafami. Ascoltando la sua storia penso che bisognerebbe farne un film. Una donna che si ribella e fa le cose di testa sua.
“Con il tempo sua mamma – chiedo alla signora Lanzafami- ha accettato suo marito?”
“Vuoi sapere la verità? Con il tempo mia madre diceva a tutti che mio marito era decisamente meglio di me..”

Hanno contribuito a buttare giù della barriere che sembravano indistruttibili.
A casa chiamo mio fratello e gli racconto dell’incontro.
“Hai incontrato Lanzafami? Ma lo sai che era amico di papà? Si conoscevano bene”

Non lo sapevo, ero troppo piccolo. Ma adesso ho un motivo in più per apprezzare questa tipica e allo stesso unica, famiglia ciriacese…speriamo di rincontrarli…

Certo che il capofamiglia è proprio un ciriacese doc.

Quando ci parlava della sua terra, la Sicilia, gli si illuminavano gli occhi, ma alla fine era sempre a Cirie’ che andava a parare. Il signor Lanzafami è stato anche consigliere presso la nostra città, ma il suo pensiero durante l’incontro è sempre stato l’amore per la sua famiglia e per i tanti ragazzi che ha incontrato durante il suo lungo percorso di insegnante. Credo sia dovuta anche a questo la sua devozione per Don Giovanni Bosco.

Di Alessandro Baccetti

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