Ciriè ai tempi del Far West: decimo capitolo

Intanto la Piazza era stata quasi sbaraccata. I Marshal dirigevano i lavori per far togliere le casette di legno e l’albero maestro che fu di Natale.

I commercianti non riuscivano a sortire dai loro improvvisati locali e quindi dovettero attendere che i lavori venissero ultimati. Con ancora le persone dentro, piano piano vennero sradicate le assi che tenevano in piedi il Saloom della Cinzia Girl e tutti gli altri locali che lo sceriffo aveva imposto di costruire.

I lavori proseguivano a rilento in quanto i Marshal avevano cercato di reclutare i ragazzini della città ma senza successo. “Dai ragazzi venite a smontare le casette di Natale! Ci sarà da divertirsi da matti! Vedrete che gioia!” Urlava il Marshal biondo camminando molto lentamente su e giù per la strada. “Certo! Come no! Era il nostro sogno di sempre! Aspettaci lì che arriviamo subito” disse un ragazzo della City, il Famigerato bullo Cattelyn Boy. “dammi solo il tempo di riunire tutti gli amici che sono giù nel nostro ritrovo, lo Skate park.

Ah! già ora che ci penso le Skate park non esiste più…il nostro ritrovo lo avete cancellato, dimenticavo… peccato! Vedetevela da soli!” Il ragazzo salì sul suo cavallo pieno di stelle disegnate sulla sella e se ne andò. “Maledizione! Per tutti i fulmini! Tocca sempre a me fare il lavoro duro” continuo’ ad imprecare il biondo.

Non erano ancora finiti i lavori che tutto ad un tratto arrivò una Carovana tutta colorata. Sembrava la carovana di un circo, in realtà era la casa ambulante di un un famoso alchimista che vagava di terra in terra e di prateria in prateria. Il suo nome era Vito Gringo Quest’uomo sprizzava gioia da ogni dove. ” venghino signori, venghino! Ho grosse notizie per tutti voi abitanti di Cirié City! Oggi è un giorno importante per ognuno di voi! Oggi sono arrivato per rendere questa città la più viva e movimentata di tutta la Lanzo Valley.”

Vito Gringo aveva aperto le tende colorate della sua carovana e urlava con un megafono di rame con sopra incise le sue iniziali. Era vestito in giacca e pantaloni rosso fuoco. Portava un mantello nero che intonava con il cappello a cilindro e con il pappillon. “Questa valle sta andando a pezzi e io ho la soluzione! Sono tante le Cose che dovete sapere! Io conosco la verità e vi renderò partecipi della mia conoscenza.

Cambiate prospettive. Cambiate le Vostre certezze!” Prese un cavalletto da pittore e lo appoggio a terra. Neanche il tempo di girarsi che già il Mormone stava per attaccare una delle sue opere. “Hey! Non è per te! Devo attaccarci una cosa io!” Il mormone sbottò qualcosa e si sedette accanto al prete che ascoltava in silenzio.

“Ecco guardate un po’ qua! Vedete? Questo è il vero Pianeta Terra’ la terra non è tonda, ma è così come ve la sto facendo vedere io” “Allora prete? Cosa è peggio? Le mie opere o le storie di questo signore?” chiese soddisfatto Baril a Don Alessandro “Facciamo che ti lascio appendere le opere in chiesa… ormai ho visto tutto”…

Ma tra il pubblico qualcuno si entusiasmò a dismisura per le parole dell’alchimista. “Che bello! Che bello! Lo dicevo io che la terra non poteva essere tonda. Altrimenti ogni tre passi sarei dovuta cadere giù! Avevano ragione nel Medio Evo! Che uomo questo Gringo! Hey giornalista …. mi fai un foto? Qui vicino al disegno della vera Terra.” Urlo Donna Francesca, sempre continuando a girare su se stessa. “Un’altra volta. Adesso no!” “Ok! Aspetto! Però quando dalla carrozza uscirà un marziano alieno? Li me la farai la foto?” “In quel caso direi che si può fare” rispose la giornalista. Intanto lo sceriffo da lontano osservava lo spettacolo. E questo chi è? Vorrà mica rubarmi la scena? Penso tra se e se. “Guardie arrestate quest’uomo è sbattetelo nella cella del Nando. Gli Devo parlare…

…continua

di Alessandro Baccetti

Credit immagine: http://3.bp.blogspot.com/

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