Oggi ho incontrato Sara. Una ragazza solare e con uno sguardo pieno di entusiasmo e di voglia di vivere. Accanto a lei sbraitava e inveiva parole e offese contro di me un signore sulla cinquantina ma non gli davo molto peso. Lasciavo che quelle parole vagassero per la stanza senza dar loro credito alcuno. Continuavo a ascoltare Sara che, seppure non stesse parlando, dimostrava con i suoi occhi la felicità di lavorare in quel preciso posto.
Lei è una ragazza giovane e piena di vita. In questo comprensorio lavorano un’altra trentina di tante Sara e mi ha messo di buon umore essere venuto a conoscenza di una cooperativa composta da persone entusiaste e pronte ad investire tempo e lavoro per costruire un gruppo di impegno e solidarietà.
Intanto la persona accanto a lei continuava a lanciarmi insulti e a ricordarmi che non sono nessuno, ma continuavo a passarci sopra. Io volevo sentire la storia di Sara e di tutti gli altri ragazzi che come lei prestano lavoro in via delle Spine. La casa di Nazareth è una cooperativa che svolge un servizio no-profit e che gestisce tutto il comprensorio in maniera eccellente. A parte i campetti da calcio abbandonati a se stessi, tutto il resto è gestito da Sara e dai suoi soci con cura e dedizione. Le aule di musica sono piene di ragazzini che strimpellano e cantano.
Nella piccola palestra si danza e nel grande spazio dei gonfiabili i bambini corrono e ridono a non finire. È un complesso ben tenuto e si vede l’impegno di Sara e di chi come lei ha creduto in questa operazione. Il ristorante é un centro di ritrovo per molti ciriacesi con un grande spazio all’esterno e con una sala ben curata e ristrutturata da poco. Alla fine degli urli e delle offese vengo finalmente accompagnato da Sara a visitare tutto il comprensorio e vedo pulizia e ordine ovunque a parte i campetti inutilizzati. Sara capisce che le offese ricevute difficilmente mi faranno parlare bene del Centro, ma sbaglia.
Di primo acchito volevo anche rinunciare alla visita perché in fondo quelle voci fastidiose inveitemi contro da quel tizio seduto accanto a lei iniziavano a darmi fastidio. Ma poi ho pensato che lui non doveva c’entrarci nulla e che il vero lavoro è Sara (assieme a tutte le altre Sara) a svolgerlo ed è da lei che devo capire quanto impegno viene messo in tutto questo.
Alla fine dell’incontro è proprio Sara ad inviarmi le foto del Centro Le Spine e lo fa come se fosse qualcosa di suo.
Qualcosa a cui tiene particolarmente.
E io lo condivido volentieri. Avanti così Sara!
E riferisci a colui che mi ha invitato da voi solo per darmi del signor nessuno nonché leone da tastiera, che del suo parere non me ne frega nulla. Quello che conta è il lavoro che state facendo anche per la Comunità e vi assicuro che lo state facendo alla grande. Malgrado il tizio che urla di cui non ricordo il nome e di cui non ho alcun interesse a ricordare.
di Alessandro Baccetti