Famiglia Picco

Tornare indietro nel tempo. Per un attimo riassaporare il gusto del focolare delle vecchie casate di secoli fa. Chi non vorrebbe rivivere quei tempi in cui le famiglie costituivano una vera e propria città?

Chi non ha sognato una famiglia all’interno di una comunità? Io sempre. Ascoltavo i racconti dei miei nonni e rimanevo affascinato dalle storie che mi raccontavano. Bastava un quartiere, un rione è tutto diventava paese. Tutti uniti in un unico nucleo. Ebbene questa sera abbiamo fatto parte, anche solo per un’ora, di quel mondo.

Ospiti della famiglia Picco, ci siamo sentiti di far parte di una Comunità. La splendida Giulia ci accoglie con un grande sorriso e ogni volta che parliamo con il papà, inevitabilmente le si illuminano gli occhi. Questo capo famiglia che ha fatto parte della rivoluzione Leghista di Ciriè, in fondo non è poi così duro come vuol far credere. Anzi!

“Come hai conosciuto tua moglie?”

“Alla festa di Devesi. L’ho incontrata, gli ho parlato ed ho capito che era la donna giusta per me”

La signora Picco è molto indaffarata a preparare la cena e mi ricorda che un tempo abbiamo lavorato insieme alla cartiera De Medici.
” ma sei anche un politico d’eccellenza, giusto?” Chiedo al signor Picco
“Non sono mai stato al potere, ma sempre e solo all’opposizione.

La vera politica si fa nelle retrovie. Tante lotte per cercare di sovrastare l’indifferenza e l’incapacità di governare nel migliore dei modi”

“Abbiamo tutti l’impressione che alla fine maggioranza e opposizioni occupino lo stesso posto e che in fondo sono tutti molto uniti” affermo.

“Non è così. Spesso le decisioni sono già state prese e chi è in minoranza può solo controbattere verbalmente”

Adesso io personalmente di grandi lotte non ne ho ancora sentito parlare, ma in effetti il signor Picco mi
mostra dei ritagli di giornale in cui si è battuto per un sacco di idee che voleva venissero messe a termine.
“Tua figlia candidata con un partito completamente agli antipodi del tuo. Come l’hai presa?”
“Felicissimo! Il giorno in cui avrei dovuto incontrare l’attuale sindaco per parlare di una eventuale mia candidatura presso il suo movimento, Giulia mi dice che si candida con Franza. A questo punto faccio saltare l’appuntamento e mi dedico al suo progetto.”

I figli so’ pezzi e core, penso. Quest’uomo ha abbandonato qualsiasi radice politica pur di stare accanto alla figlia. Credo c’entri molto il fatto che tutta la sua vita sia sempre stata essenzialmente relegata in questa piccola frazione dove tutti sono per tutti.

Bella gente! Nel frattempo passano due ragazzi extracomunitari che risiedono li. Un saluto cordiale reciproco, segno che la convivenza con Civiltà lontane non è impossibile. Non lo è neppure per chi, negli anni passati ha militato in movimenti che non credevano molto nell’immigrazione. Bella  gente, davvero! Speriamo di rincontrarli! Fanno un sacco di feste ai Pich e non mancheremo di partecipare. Buon pomeriggio l’Altra Ciriè.

Di Alessandro Baccetti

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