Ciao Igor!
“Hai voglia di parlarne? Io quando vado al paese di mio padre cerco sempre qualcuno che mi parli di lui. Ti va?”
Desire e’ davanti a me e mi accorgo che gli occhi le diventano lucidi. Arrossati. Ma lei è forte, troppo forte e da la colpa a quel leggero e fastidioso vento freddo autunnale che sta arrivando.
“Certo che mi va di parlare di Igor. Lo penso sempre. In ogni attimo e in ogni istante della mia vita. Prima di mio figlio era lui il mio bambino da seguire. Seppure fosse mio fratello lo consideravo sempre il piccolo da guardare, da stare attenta che non si facesse male, da accompagnare lungo la strada”
“Come viveva? Chi era? Cosa faceva? Quanto ha contato la sua presenza nella nostra terra?”
Desire ci mette un attimo a
rispondermi. Forse quel leggero e fastidioso vento autunnale si sta facendo più forte e più pungente che mai.
Ricordo ancora quel triste giorno del funerale. Una intera frazione, quella di Devesi, completamente paralizzata.
Incredula. Centinaia di persone a seguire un evento talmente triste da far sembrare la scena come un atto di una commedia tragica e funesta. “Troppo giovane per morire”. Questa era la frase che più sentivamo durante la messa.
“Igor era un ragazzo estroverso così come è stato un bambino estroverso. Sempre pronto a conoscere e a sperimentare. Curioso e ribelle. Ma questo è logico! Se sei curioso a dieci anni devi anche essere ribelle. I grandi cercano di farti evitare certe cose, ma la curiosità prende il sopravvento. A tredici anni era scappato di casa. Il panico più totale.
Lo ritroviamo dopo diverse ore a Lanzo pronto a prendere un treno per un’altra città. Devesi era il suo mondo e tutti i suoi amici erano proprio di li. L oratorio lo teneva lontano dai pericoli della città e Don Aldo li teneva sotto la sua protezione. Un giorno siamo a Cirié in Villa Remmert e Igor si sente male. Sviene. Subito gli viene diagnosticato un tumore al cervello.
Ma la diagnosi viene smentita. Eppure da allora inizia a soffrire di epilessia. Ma la vita continua. Incontra l’amore della sua vita è inizia a lavorare. Però di soldi ne vedeva passare pochi.. prestava sempre tutto a tutti. Aveva un cuore d’oro e gli altri per lui erano tutto”
Penso tra me e me che mi ricordo il fatto che fosse sempre ben voluto. Ricordo il suo sorriso disarmante che non lasciava spazio a rancori. Se faceva qualche cazzata la prima cosa che veniva in mente era ” ma Igor! Dai, è bravo!”.
“Poi sono arrivate le brutte compagnie, la ragazza sbagliata e le cose sono cambiate. Ma io e Davide il mio futuro marito, gli siamo stati sempre vicino.
A diciotto anni un motorino giallo come il sole lo stava ad aspettare e incomincio’ a sperimentare nuovi orizzonti e nuovi mondi. Sempre con la sua famiglia che cercava di indirizzarlo verso il giusto. Non ha mai fatto nulla di male, ha solo cercato di vivere il suo tempo e i suoi neppure vent’anni nel modo giusto. E ce l’avrebbe fatta se il destino non si fosse intromesso. Se il fato non avesse fatto in modo che il ciclo non si interrompesse. Se Dio avesse deciso e pensato come tutti i presenti che “era davvero troppo presto”
“Faceva parte del Palio dei Borghi, vero? Ricordo uno striscione all’ultimo palio che lo ricordava sotto la definizione di “Invincibili”.
“Si! Lui era attaccatissimo alla sua terra e non sarebbe mai andato in nessun altro posto. Aveva sognato di visitare sempre con la prospettiva di un imminente ritorno.”
“Mi ha fatto piacere ricordarlo, davvero! E sarà frase fatta, ma il cielo prende chi di più ha bisogno e quel giorno, altrove, c’era bisogno di lui”
Desire si allontana. Ritornerà la donna dura e sicura di se da sempre. Ma solo tra un attimo, per adesso ancora no, per adesso dovrà combattere contro quel sottile vento pungente autunnale che le fa arrossire gli occhi.
Ciao Igor!
Desiree Berto
Di Alessandro Baccetti