Tutto inizio da qui. Da questo piccolo trafiletto di giornale che ricordava l’apertura di un presepe all’avanguardia. Erano cinque anni che dei ragazzi lavoravano a questo progetto ma nel ’77 resero l’avvenimento “ufficiale”.
Un piccolo trafiletto che cercava di prendere spazio in un contesto problematico e confuso. Mentre in Italia imperversava la ribellione studentesca e le insorgenze giovanili avevano causato anche diverse vittime, qualcuno in un paesino di provincia stava provando a ridare la giusta dimensione ad una gioventù che pareva perduta.
L’allora presidente del Consiglio Cossiga vieto’ ogni forma di manifestazione e protesta nel paese. La polizia per disperdere i manifestanti sparava colpi di pistola ad altezza uomo provocando vittime sia nella capitale che nella nostra vicina Torino.
Eppure qualcuno ancora credeva nei valori che gli erano stati insegnati e partendo da una parrocchia provarono a ribellarsi alla violenza che sentivano vicino. E quale irriverente insurrezione avrebbe mai potuto essere messa in atto se non una ricostruzione di una pagina della Bibbia?
Se tutto attorno c’è violenza perché non provare a parlare di nascita e di benevolenza?
Come vi dicevo correva l’anno 1977 quando degli intrepidi ragazzi di provincia ebbero questa idea. Erano poco più che adolescenti e frequentavano la parrocchia condividendo una grande passione per la montagna.
Ben presto intuirono che mescolando le loro passioni avrebbero potuto dare vita a qualcosa di nuovo per la loro Cirie’
Restando nel loro punto di aggregazione preferito decisero che avrebbero costruito un presepe. Ma non un presepe qualunque. No. Sarebbe stato un presepe meccanico. E tutto l’ambientazione si sarebbe svolta rigorosamente sotto la neve.
Dovete sapere infatti che in quegli anni l’oratorio era il più grande punto di incontro per giovani e bambini. Non eisteva ragazzo in città che non frequentasse o avesse frequentato i momenti di svago organizzati dalle parrocchie. C’erano due grandi fazioni: quella di San Giovanni e quella di San Giuseppe. Certo eravamo in tanti e di pericoli per la strada ce n’erano molti meno di adesso, ma alcuni di noi erano solo dei bambini. Eppure i nostri genitori erano ben felici di farci frequentare l’oratorio e la vita parrocchiale in genere.
Dai piani alti del Palazzo D’oria la giùnta comunista si era dimessa e il commissariamento era alle porte. Alcune opere importanti erano state ultimate (come la scuola elementare Ciari) mentre altre avrebbero dovuto attendere tempi migliori per vederne il compimento( come l’asilo nido).
Ed è proprio in questo contesto storico che nasce il “presepe sotto la neve” della chiesa di San Giuseppe a Cirie. Si può essere ribelli in un sacco di modi, e i nostri amici della associazioni Onlus lo fecero nel migliore dei modi possibile: ricordandoci che qualsiasi cosa accada, ogni anno il Natale ritorna. Ogni anno c’è una nuova nascita. Ogni anno si può ricominciare anche se si è costretti a vivere in una capanna. Anche se per sopravvivere bisogna battere il ferro per tutto il giorno o se bisogna affrontare le interperie per portare ad abbeverare le pecore. Anche se fuori sl gela e la neve non sembra voler smettere di scendere.
Il presepe infine ci vuole anche ricordare chr se si ha pazienza si può anche aspettare che passi una stella cometa…
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Domani è il grande giorno. NON MANCATE! Ore 21: 00 inaugurazione del 40 anniversario del presepe di Cirie .
di Alessandro Baccetti