Ciriè è Fro@ia

Che poi alla fine non mancava nulla. C’era davvero tutto l’occorrente per la perfetta riuscita dell’evento.

C’erano tutti i colori dell’arcobaleno, c’erano i ragazzi trascender, quelli gay, quelli queer, le lesbiche e forse anche i trans.

C’era lo schwa usato al termine di ogni parola per identificare un genere che andasse oltre il maschile ed il femminile.

C’era la musica sia dal vivo che sparata in casse acustiche a 1000 watt ciascuna.

C’erano pensieri profondi e slogan ammiccanti (“oggi Ciriè è fro@ia” urlavano in coro).

C’era la rabbia verso l’amministrazione comunale e verso il sindaco per la mancata concessione del patrocinio all’evento.

C’era gente poco vestita e altra ricoperta di bandiere tra le più disparate. Bandiere che segnavano ideologie e concetti che spesso vengono dimenticati .

A parte che non si capiva il senso delle bandiere palestinesi e dello scialle kefiah che a parere mio non c’entravano nulla (una manifestazione del genere in Palestina probabilmente si sarebbe trasformata in una carneficina), ma per il resto era bello vedere questi ragazzi farsi carico di ideali nuovi e dissacranti sventolandoli a squarciagola per le strade di una piccola cittadina di provincia come Ciriè.

Tutto bello ma credo sia mancata la comunicazione tra l’organizzazione e la cittadinanza. Una lacuna insormontabile che andava al di là dei pregiudizi. Insomma c’era tutto tranne il pubblico.

È stata una manifestazione tra di loro. Hanno ribadito concetti importanti esposti da ragazzi e ragazze con una intelligenza e un modo di comunicare decisamente al di sopra della media. Ma non sono riusciti a far uscire nulla oltre le loro mura in quanto non c’era quasi nessuno ad essere stato avvisato che in centro c’era un gruppo di ragazzi e ragazze che avevano qualcosa di importante da dire. Erano solo stati avvisati che Ciriè era Fro@ia.

Lavorateci meglio il prossimo anno.

Lavorate sulla comunicazione. Non fate sì che il vostro talento venga sprecato o peggio ancora disperso.

E scendete a qualche compromesso con le amministrazioni e con la burocrazia: l’orgoglio sventolatelo per degli ideali e mettetelo da parte se può servire a allargare i vostri orizzonti.

Nella vita non si ha sempre ragione e usare certi termini (anche se in teoria fanno parte del vostro essere) è un po’ come violentare chi vive lontano anni luce dal vostro mondo.

E a voi la violenza non piace.

Voi la violenza la combattete. Alla prossima.

L’altra Ciriè è sempre dalla vostra parte (anche dalla parte di quella ragazza che voleva impedirci di fare foto perché facenti parte dell’altra Ciriè).

di Alessandro Baccetti

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