Lui è conosciuto come l’uomo del cappello all J.R. per via di quel
grande copricapo che indossa. A volte è bianco altre volte nero, ma quando lo si incontra per
Cirié immancabilmente non può fare a meno di farsi notare. Ha una storia anche lui da raccontare e vogliamo ascoltarla.
Il signor Diodato mi accoglie nella sua grande casa dove vive assieme alla moglie. Una casa che ha un profumo coloniale con mobili in stile anni trenta e tante foto sparse per tutte le camere come per ricordare una esistenza forte e importante. La sua famiglia è sicuramente la cosa a cui tiene di più (assieme al Cappello ovviamente) e orgoglioso mi presenta sua moglie. Una splendida signora sorridente che si siede a uno dei grandi tavoli che sovrastano la casa solo dopo avermi offerto un buon caffè.
La figlia Mina e il figlio Catello sono con noi ad ascoltare e a ricordare. La signora Diodato inizia a raccontarmi la sua storia.
“Arriviamo tutti e due da Maddaloni, un paese in provincia di Napoli. Il nostro è stato un amore a prima vista. Stessa sorte dell’amore a prima vista toccherà poi a mia figlia Mina che si innamorerà del ragazzo che sarebbe diventato suo marito, il giorno stesso del loro primo incontro.
Mio marito lavorava in Inghilterra ed era venuto a trovare i suoi genitori che abitavano proprio nel nostro stesso stabile. Noi affittavamo un appartamento di sua proprietà . Appena mi affacciai lo vidi e mi innamorai di lui. Da lì a poco ci trasferimmo a Cirie’ e iniziammo a costruire la nostra famiglia. Vivevamo in una casa trasandata un po come tutti i meridionali che arrivavano a Cirie’ negli anni sessanta. Eravamo in Via Roma.
Ma mio marito comincio subito a lavorare e non ha mai smesso. Conosceva bene il mestiere di muratore e venne immediatamente apprezzato. Io avevo solo sedici anni quando venimmo in Piemonte ed ero poco più che una bambina.
Mina e Gaetano, i miei primi due figli, erano nati a Maddaloni in quanto vista la mia giovane età pensammo che fosse importante l’aiuto dei genitori. Catello e Costanza sono nati invece a Cirie””
A questo punto interviene il capo famiglia e mi elenca tutte le grandi opere che ha costruito anche collaborando con il il Comune di Cirie’
“Prima di mettermi in proprio ho lavorato alle dipendenze di diversi importanti architetti della zona( ricorda perfettamente nome e cognome di tutti) e in seguito ci siamo trasferiti in Sardegna dove siamo rimasti per cinque anni. Li tra le altre cose abbiamo costruito la piscina comunale della città di Sassari”.
Ma a quanto pare era Cirie’ la città che più amava ed era proprio lì che voleva tornare e costruire il suo futuro e quello dei figli.
“Tornati a Cirie aprii la mia ditta di costruzioni” riprende il signor Diodato, ” ed ho costruito tra le altre cose le piscine comunali di Lanzo e di Cirie’, la chiesa delle Borche, ristrutturato la chiesa di Malanghero, la caserma dei carabinieri e il carcere. Poi siamo entrati nella Cartiera De Medici e la collaborazione con questa azienda ci ha preso tutto il tempo.”
“Avra’ dato da lavorare a tanta gente” chiedo io
“Certo fino a centotrenta persone hanno lavorato per me. Erano tutti amici e non c’era distinzione tra meridionali e piemontesi”
La figlia Nina sempre sorridente mi mostra la casa assieme al papà. Un grande camino al centro della cucina, alcune opere africane che intonano con lo stile liberty della casa. Torno indietro con gli anni e mi rendo conto che davvero questa famiglia inizia a ricordarmi la sagra del Telefilm di Dallas, solo che qui il protagonista è molto più simpatico. Catello ci tiene a mostrarmi una foto in cui anche lui indossa un cappello uguale al padre, un po per sottolineare il rispetto e la stima che prova per lui.
Arrivano anche i nipoti e il figlio Gaetano. ” Ci ha costruito una casa per ognuno di noi quattro figli e viviamo tutti qui”
Bello sapere che c’è ancora gente che tiene alla famiglia. Bello sapere che ci sono nostri conterranei che mettono in prima linea il focolare della “dinastia” al centro della loro esistenza stessa.
Mentre stiamo per salutarci la signora Diodato mi ferma e mi dice: ” io sono la sorella del dottor Spiezio e sono molto orgogliosa di questo. Scrivilo mi raccomando” certo che lo faccio. Il dottore e’ molto apprezzato in Città’ e anche lui sarà sicuramente orgoglioso di essere suo fratello. È’ scontato!
Di Alessandro Baccetti
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