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Davide Tescione: amici d’altri tempi

Posted on 22 Marzo 201722 Marzo 2017 by Alessandro Baccetti

Dovete sapere che c’è un posto a Ciriè da dove sono partite centinaia di storie. Un luogo che tiene chiusi in se migliaia di racconti e di emozioni che si sono susseguiti negli anni. Qualche segreto, certo. Ma anche tante speranze. Un posto da dove prendevano vita sogni e fantasie. Le fantasia di un gruppo di ragazzi e di ragazze spensierati che vivevano la loro adolescenza nel miglior modo possibile.

Faccio un giro dell’isolato che attornia il grattacielo e penso a quanta vita hanno assistito queste mura. A quanti privilegi.

Un intero isolato fatto di una costruzione un po’ particolare con piccoli mosaici azzurri e con i muri dei balconi bianchi ma che un tempo erano dipinti di rosa. Un caseggiato costituito da una parte alta chiamata grattacielo appunto e altre palazzine più basse ai suoi piedi. Il tutto in un quartiere ben più ampio.
Il quartiere è la Zona parco, ma non aveva nulla che vedere con le splendide ville e le belle palazzine nuove che la confinavano.
Noi eravamo tutti di origini diverse. Napoletani, Calabresi, Piemontesi e infine Toscani.

Erano gli anni ottanta.

Adesso che ci penso tra loro c’era anche un toscano che ho perso di vista. Un toscano che vedo solo quando torno d’estate in Maremma. Si chiama Davide e la sua storia è una storia importante come tutte le nostre storie.

Ricordo che tutti i giorni ci trovavamo in dieci, quindici ragazzini nel cortile del palazzo. E ricordo le feste che Davide dava nella sua cantina. Si avete capito bene. Avevamo allestito la sua cantina a mo’ di discoteca. Mettevamo musica e luci colorate. Vi sembrerà strano ma le ragazze facevano a gara per partecipare a quelle feste.

Nulla di scandaloso e nulla di preoccupante. Niente alcool ne droghe. Solo un gruppo di ragazzi che stavano vivendo il loro tempo. Nella maniera giusta.

Oggi i ragazzi li vedi attaccati a un cellulare e interagiscono solo con lui. Non comunicano mai veramente tra di loro e si incontrano davvero poco. Noi invece dovevamo fare gruppo per divertirci. Vabbè, i tempi cambiano.
“Raccontaci come mai sei venuto via da Ciriè per vivere con la tua famiglia in questi posti lontano dal traffico e dai rumori. Come è iniziato il tutto?” Gli chiedo.

” Allora, partiamo dall’inizio. Nel 94 dopo che è mancata la mamma di mia moglie Antonella abbiamo cominciato a pensare di trasferirci in un posto vicino al mare. il lavoro e la famiglia ci tratteneva ancora in Piemonte. Non è facile lasciare tutto e cambiare completamente rotta. Ci sono gli affetti famigliari e gli amici. Le radici, insomma.

Ma a far scattare la molla fu un tragico evento alla cartiera De Medici dove lavoravo.” Mi dice.
Ricordo quell’evento. Anche io lavoravo in cartiera in quegli anni con Davide. E ricordo la tragedia seppure non fossi stato presente quella maledetta notte.

“ho perso un grande amico, Mario Salvini. Con lui ho passato delle giornate molto belle. Eravamo una squadra molto affiatata e la sua mancanza in quel modo così tragico penso che abbia segnato a tutti noi del turno nella mitica macchia tre della cartiera.

Rimpiango di non essere riuscito a far prendere la colpa alla ditta lasciando purtroppo la famiglia di Mario senza giustizia. Questo fatto mi ha lasciato l’amaro in bocca e il minimo che potevo fare era andarmene da quel posto dove le persone erano solo dei numeri.

Con Mario si parlava molto del nostro lavoro e di cosa si faceva in Piemonte. Tutti eravamo presi a risparmiare e a fare sacrifici per comprare casa. Per dare un futuro migliore alle nostre famiglie.

Credevamo che lo stare bene si potesse conquistare solo con il lavoro e con il denaro. Dopo l’evento, però mi sono reso conto che la vita non vale il sacrificio per fare quattro mura e così abbiamo deciso di chiudere un capitolo e aprirne uno nuovo.

Siamo partiti per Capri. L’isola di Capri. Era il 1999.
Siamo stati sull’isola circa 2 anni. Sono stati fantastici.”

E ci credo, penso. Napoli e splendida e l’isola di Capri quando la vedi per la prima volta ne rimani incantato. Chi non ha mai sognato di poterci vivere?

Poi continua: “io lavoravo come piastrellista insieme al mio maestro Ernesto che mi hanno insegnato il mestiere nelle più belle ville di Capri. Mia moglie come cuoca in un meraviglioso albergo vicino ai Faraglioni.

Abbiamo conosciuto persone meravigliose che ci hanno fatto crescere sia di carattere che di esperienze. Si faceva una vita un po’ sregolata. Non avendo figli e riuscendo ad avere delle buone e ben remunerate occupazioni, i soldi non ci mancavano.

Non pensavamo più a sacrificare la nostra vita per ottenere quattro mura di proprietà. Pensavamo solo a noi stessi e a stare bene e sereni. Pero come tutte le cose belle, prima o poi finiscono e così un giorno abbiamo scoperto che aspettavamo un bambino. La gioia fu immensa ma duro’ poco perché al quinto mese lo abbiamo perso.

Eh si purtroppo la legge della vita ci aveva ancora una volta portato il conto ma la gioia di avere un bambino ormai era dentro di noi e così abbiamo deciso di riaprire la casa che avevamo a Rocca Canavese e che inizialmente avevamo lasciato chiusa e in vendita.

Torniamo al nord. Nell’aprile del 2002 nasce Ivan e poi senza perdere tempo 18 mesi dopo arriva anche Loris. Allora io continuavo a fare piastrellista con un altro grandissimo amico Giacinto di Rivara. Anche con lui è stata una bellissima esperienza di amicizia e collaborazione.

Ma Il mare ormai era rimasto nel nostro cuore e così abbiamo provato a tornare in un posto dal quale il mare si poteva assaporare da vicino. Optiamo per la Toscana dove avevamo un appoggio visto che, come tu ben sai, mia madre è di Baccinello.”

Baccinello è un piccolo paese che dista pochi chilometri dal paese di mio padre, Cana. Ci siamo cresciuti in quei posti. D’estate venivamo mandati dai nostri nonni che ci custodivano per tutto il periodo delle vacanze estive. Tre mesi di spensieratezza e di contatto con la natura incontaminata. Per tutti noi figli di emigrati toscani, quei posti erano e sono la nostra seconda casa.

E tutti almeno una volta nella vita abbiamo detto la fatidica frase: prima o poi mi ci trasferisco in Maremma! Ma solo alcuni hanno avuto il coraggio di farlo come Davide.
“Da quanto non vieni a Cirie’?” Gli domando “a Cirie ci sono passato circa 10 anni fa. Il posto non mi manca assolutamente ma gli amici chiaramente sì. Per fortuna un po’ i social e un po’ i vecchi contatti ci danno la possibilità di sentirci ancora vicini.

Se rifarei tutto quello che ho fatto? Certo che lo rifarei perché le esperienze e le conoscenze che ho fatto in questi anni mi hanno fatto crescere e mi sono reso conto che è molto più coraggioso rimanere in un posto dove comunque non ti trovi che prendere e partire avventurandosi in posti nuovi.

E’ vero che ci va un carattere particolare per cambiare completamente vita e non è sempre facile, ma io lo rifarei senza dubbio . Ale spero di non essermi dilungato troppo un bacio a tutti gli amici e grazie a te”

“Ciao Davide e Antonella! Questa estate la pizza là si prende ai Castagni o a Cana? Fateci sapere! ”

di Alessandro Baccetti

1 thought on “Davide Tescione: amici d’altri tempi”

  1. KristalBig ha detto:
    22 Marzo 2019 alle 01:37

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    Rispondi

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