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Giustino Scotto: rosso dentro

Posted on 26 Giugno 201727 Giugno 2017 by Cinzia Somma
E’ lunedì pomeriggio, e il bar dove ci siamo dati appuntamento è chiuso, quindi facciamo quattro passi per il centro di Cirié, i portici del viale, Piazza San Giovanni, la centrale Via Vittorio Emanuele; difficile parlare con lui senza venir interrotti da qualcuno che lo saluta, o che ha da chiedergli qualcosa, e lui, con la sua pacatezza, risponde a tutti e poi riprende il discorso.

Capisco che è molto apprezzato e conosciuto in zona.

Lui è Giustino Scotto d’Aniello, classe 1953, origini napoletane, con una laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Napoli (per chi volesse approfondire c’è il sito – da aggiornare – www.giustinoscotto.it).

Dipendente dal 1980 presso il Comune di Cirié come Funzionario dell’ufficio politiche sociali. Esperto nel settore, con particolare competenza nell ambito delle politiche abitative.

Lo ricordo insegnante alle scuole elementari Bruno Ciari, ruolo che svolge per cinque anni, mi dice, seguiva progetti di animazione nelle strutture scolastiche, poi con le nuove modifiche di orari e l’inserimento del tempo pieno le attività comunali sono state attivate solo per i sostegni alla disabilità.

Il suo ruolo di funzionario delle politiche sociali non è semplice, e non credo lo sia mai stato, nemmeno quando lo praticava nel ’76 in qualità di “collaboratore” (Progetto Università/Comune) presso l’assessorato all’assistenza del Comune di Napoli (Storica Giunta Valenzi), dove si doveva passare da una gestione laurina e democristiana delle risorse a una più equa e razionale  dei “panieri”; chiedo se questo nuovo metodo che prevedeva un “taglio” alle erogazioni assistenzialistiche e clientelari fossero state accettate di buon grado, lui sorride alla parola “tagli” e annuisce, come a dire che non si poteva fare diversamente.

Molti appartenenti a fasce “bord line”, coinvolti da fenomeni di impoverimento, cercano, spesso, di ottenere prestazioni e/o vantaggi sociali che percepiscono quale diritto, con comportamenti tipici del “sottoproletariato”, si cerca di mettere in essere un rapporto individuale di tipo “egoistico”, dove ognuno pensa di avere la priorità su tutti… in un momento di crisi acuta come questa, in particolare, il rischio della “guerra tra poveri” è molto alta: aumenta la domanda sociale e si restringono le risorse.

Mi parla poi della sua esperienza pluritrentennale nel PCI, dal quale è iscritto dal 1970, attualmente ricopre il ruolo di Segretario provinciale della Federazione PCI di Torino e componente del Comitato Centrale.

In questo periodo coordina, in particolar modo la campagna nazionale per una  “Sanità gratuita di qualità“, in questo ambito è stata lanciata la raccolta firme per l’abolizione dei ticket sanitari; a questo si aggiunge la Conferenza che si terrà su queste tematiche il 1° luglio a Torino.

Vista la sua competenza sulle politiche abitative, dal centro del Partito gli è stato richiesto (e ottenuto…) un impegno per la costruzione di un Dipartimento specifico sulla materia, vista la grave “emergenza abitativa” in atto a livello nazionale.

L’attività politica è vissuta quale servizio alla propria Comunità di apparteneza e in generale un dovere civico; il lavoro di direzione politica è svolto con una pratica collegiale, tesa a valorizzare ogni singolo compagno di partito; c’è una struttura organizzativa ben suddivisa, ognuno di loro ha un incarico, un proprio spazio, e Giustino è a disposizione per fare ciò che i suoi compagni ritengono più consono.

L’organizzazione dei tempi è confacente con il suo orario di lavoro, pertanto, per quanto possa essere impegnato, non va ad intaccare la sua attività lavorativa e personale…

Non mi dice quanti iscritti ad oggi hanno aderito alla nuova organizzazione del PCI, i numeri sono relativi, “potrei dirti 100 o 10000, tanto non riusciresti a verificare”, mi dice.

Dal punto di vista organizzativo, stanno rimettendo in piedi la baracca, lo ribadisce probabilmente perché ha percepito il mio scetticismo, riguardo la realtà nazionale di questo partito, che io ricordo vivo negli anni ’80.

E’ soddisfatto di ciò che fa, crede fortemente nella ricostruzione e considera un grande equivoco il passaggio di testimone da PCI a PD. Il passaggio c’è stato da PCI a PDS, poi da PDS a DS, successivamente con la segreteria di Fassino, è stata compiuta l’unificazione con la “Margherita democristiana” dando vita all’attuale PD; è evidente, questo è il suo punto di vista… che questa nuova forza politica, si configura quale partito centrista, con una forte egemonia democristiana.

Cirié è la fotografia di ciò che è accaduto anche a livello nazionale.

La Democrazia Cristiana è stata sciolta e nacque il “Partito Popolare” al quale aderì il gruppo storico della D.C. ciriacese, tra i quali Paolo Ballesio e Brizio padre; alle elezioni provinciali il Partito Popolare (Ballesio candidato) ottenne il 5% a fronte de 15% realizzato dal Partito della Rifondazione Comunista che candidò Giustino Scotto d’Aniello.

L’egemonia politica della “vecchia DC” è tangibile, basta dare uno sguardo alla composizione del consiglio comunale…e non solo.

Giustino scotto durante una manifestazione politica

 

 

 

 

Mi racconta della sua esperienza nel Consiglio di Amministrazione nella Casa di Riposo Il Girasole, dell’aspra battaglia politica condotta, che vide forti contrasti con le passate Amministrazioni DC… e che portò allo scioglimento della vecchia istituzione della pubblica assistenza beneficenza.

Dopo 2 anni si riuscì ad effettuare il passaggio dei beni e del personale dalla vetusta IPAB al Comune.

Gli chiedo, ridendo, se si sente in colpa per la situazione attuale della casa di riposo, che rischia la chiusura, se non si provvede a mettere a norma la struttura, ritorna serio e mi risponde che “il problema è più complesso, riguarda tutte le strutture assistenziali, oramai è stato distrutto il sistema pubblico, la tendenza in atto è togliere risorse al pubblico e rafforzare la presenza dei privati”.

Giustino Scotto all assemblea programmatica tenutasi ieri, domenica 25 giugno, a Roma.

Ci siamo lasciati con l’idea di creare un progetto per le famiglie in difficoltà, una sorta di auto mutuo aiuto tra cittadini, sulla scia della grande esperienza storica della “mutualità laica”: non in alternativa alle Istituzioni, ma di supporto ed integrazione delle politiche di sostegno alle fasce più in difficoltà. Noi ci siamo.

di Cinzia Somma

 

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