Una serata senza grandi aspettative quella che abbiamo organizzato per commemorare la vita di Pasquale Cavaliere a 20 anni dalla sua poco chiara e prematura morte.
Una serata che ci ha dato molto comunque in termini di soddisfazione ed emozioni.
L’appuntamento è nel curato giardino dello spazio Remmert, ma avremmo potuto scegliere tra decine di location nella nostra Ciriè, ognuna ci avrebbe ricordato per svariati motivi Pasquale.
Il ritrovo è alle 21. Ci hanno riservato un tavolone con una ventina di sedie.
Ci accomodiamo, ma subito ci rendiamo conto che non bastano: è accorsa moltissima gente, circa una settantina di persone, nessun problema: chi interverrà dovrà solo preoccuparsi di tenere un tono di voce alto.
Gestisce la serata e gli interventi la dottoressa Loredana Bagnato, amica di sempre di Pasquale che apre la serie di racconti ricordando che grazie a lui ha potuto frequentare il corso serale per diplomarsi. Quell’anno si rischiava di non aver il corso per la poca adesione. Pasquale aveva raccolto moltissime iscrizioni e scongiurato la chiusura della scuola. Gli interventi sono stati molteplici, tanti dei quali “fuori programma”: chi gli deve la formazione politica e quindi il raggiungimento di obiettivi importanti come Calogero Valido, chi quella sindacale e ce lo ricorda un emozionato Pietro Pane.
Mara Papurello, sua fedele compagna di partito racconta degli “appuntamenti al buio” a cui veniva invitata e poi si ritrovava a manifestare o a dover parlare ai giornalisti che accorrevano. Un esempio lampante: quando Pasquale ed il suo fedele amico Nicola si incatenarono all’Interchim (ex IPCA).
Una signora tra il pubblico ha voluto ricordare il suo interesse per le problematiche dell’Asl e la sua disponibilità e collaborazione ogni qual volta veniva richiesta.
Divertente l’aneddoto di Alessandro Baccetti che ricorda di una malefatta al cinema Richiardi e di come Pasquale abbia preso lui e suo cugino di peso e li abbia accompagnati a casa, facendogli una ramanzina per tutto il tragitto.
Una seria riflessione quella di Cinzia Franza nel suo intervento: naturalmente non poteva non parlare di IPCA e della fabbrica della morte quale si è riscoperta nel tempo.
Dell’impegno da sempre profuso da Pasquale Cavaliere per la tutela dei lavoratori, della cura della memoria (fu lui a proporre l’intitolazione della Piazza per le sue vittime), di quanto si battè per la chiusura dell’Interchim e del successivo acquisto da parte dell’amministrazione. ‘Se non avesse fatto tutto questo, probabilmente saremmo a parlare di qualche altro disastro e non a pontificare tranquillamente sul da farsi”. Racconta dell’energia e della positività che quest’uomo trasmetteva. “Pasquale era una certezza, era come la rete per gli acrobati: se cadi c’è…ora non è più così”.
E poi Patrizio Colucci racconta delle litigate, degli affronti e delle discussioni senza conclusione quando si parlava di ambiente e energie alternative.
Chiaro, schietto, linerare l’intervento di Antonello Micali, direttore de Il Risveglio che fornisce un ragionevole dubbio sulle cause della sua morte. Lui non crede alla teoria del suicidio, troppi elementi contrastanti, esami autoptici falsi, poco controllo sulle indagini da parte dello Stato italiano.
Emozionante invece l’intervento della sorella maggiore Nunzia (erano presenti anche i 2 fratelli Francesco e Giovanna) che racconta tra le altre cose, di quando Pasquale è sparito per un po di tempo poiché aveva fatto una denuncia importante ad un “potere forte” e nessuno della famiglia sapeva dove fosse. E quando ha avuto la notizia della morte ha sperato che fosse un’altra trovata, un modo di eclissarsi dalla vita comune e ricominciare da capo. Purtroppo non è andata così. Tra lacrime e sorrisi ricorda quanto suo fratello fosse intransigente con tutti quando aveva la convinzione di fare la cosa giusta. Una volta ha fatto un picchetto all’azienda in cui lavorava la sua stessa sorella, impedendole di entrare al lavoro, e nonostante le sollecitazioni, non c’era stato modo di smuoverlo dalla sua posizione.
Bellissima serata dunque, che tra sorrisi ed emozione mi ha comunque sorpreso: a distanza di 20 anni la gente ancora ricorda Pasquale Cavaliere, un uomo, politico e lottatore di altri tempi.
Il 28 settembre presso La Soce ci sarà una maratona già dal primo pomeriggio, organizzata dagli amici di Pasquale, dove si alterneranno riflessioni, musica e chiacchiere. Altro appuntamento da non perdere.
di Cinzia Somma
Una serata che ha avuto in sé tutta la semplicità l’affetto e la complessità di Pasquale. Siamo tutt* parte di un’unica realtà.