E’ capitato anche a voi, in questi giorni, di camminare per i portici desertici del centro e tutto ad un tratto vedere in fondo alla via uno strano movimento e un incessante vocio?
Anche voi avete iniziato ad aumentare il passo per andare a vedere cosa cavolo stesse accadendo?
A me e Cinzia l’altra sera è successo e ci siamo ritrovati davanti ad un locale pieno di colori e di musica.
I tavoli all’aperto tutti occupati e il locale pieno di clienti. Abbiamo stentato a credere che fossimo davvero a Cirie, ma dopo aver controllato bene sul navigatore in effetti non c’erano dubbi: ci trovavamo proprio in via Vittorio Emanuele nel locale che un tempo fu lo storico Studio 54.
Con la complicità di un amico virtuale di Facebook che riconosco davanti al locale, iniziamo a chiedere informazioni. L’insegna porta la dicitura “Pacifik Poke” e i colori così come i menu, sono tutti strettamente hawaiani o quanto meno della zona delkl’oceano Pacifico.
Il piatto forte è il Poke, un piatto tipico hawaiano che ha preso il sopravvento anche in Italia in questi ultimi tempi.
Questo piatto misto di riso e altre prelibatezze marine in realtà è un pasto che nasce nelle barche dei pescatori dell’ oceano Pacifico. I pescatori marinavano sul posto il pesce fresco durante i loro lunghi viaggi e lo mischiavano con il riso.
Il nome deriva dalla parola “Pocai”che significa pesce crudo tagliato a cubetti. Entriamo nel locale e scopriamo che ogni minimo particolare è stato studiato alla perfezione.
Un team completo e preparato si suddivide i compiti rendendo la macchina lavoro perfettamente funzionante. C’è l’addetto alla comunicazione e alla pubblicità, ci sono i cuochi e i camerieri. E infine ci sono loro, i proprietari Diego e Marco, che con un grande sorriso ci raccontano di questa nuova avventura che hanno deciso di intraprendere proprio nella nostra CIrie. Sfidando le decine di serrande chiuse del centro, hanno voluto rischiare e a vedere dalla risposta del pubblico possiamo tranquillamente dire che ce la stanno facendo alla grande.
Anche se ci viene spiegato che si tratta di un franchising ci sembra di essere in un ristorante a gestione familiare. Tutti gli arredi sono curati nei minimi particolari e il cerchio è il simbolo che prevale un po’ ovunque nel locale. Ci facciamo spiegare bene il significato del “cerchio” secondo il loro punto di vista e ci viene detto che il cerchio sprovvisto di angoli e di spigoli simboleggia l’armonia. Grazie all’assenza di opposizioni, come l’alto e il basso. Il cerchio traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi. È il simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima.
L’azienda cui fa capo la sede centrale è una azienda seria e responsabile della nostra Torino. Il suo fondatore, Stefano Zenga, è entrato di diritto nella classifica dei 40 imprenditori italiani più importanti .
Un solo problema che a quanto pare non riescono a risolvere: mancanza di personale. Stanno cercando disperatamente nuovo personale ma non riescono a trovare nessuno. Se qualcuno è interessato si presenti. Fanno contratti a tempo indeterminato e vi assicuriamo che tutti i dipendenti che abbiamo conosciuto erano sereni e sempre con il sorriso.
Un grazie a Lorenzo e Marta per averci fatti partecipi del loro locale che pubblicizzano e fanno conoscere alla comunità e ai proprietari simpatici e pieni di vita che ci hanno accolto. Provatelo! e diteci come vi siete trovati. I prezzi sono assolutamente in linea con la qualità dei prodotti e, visto la qualità de pesce sempre fresco, oseremmo dire che ottimi.
di Alessandro Baccetti