E rieccoci a parlare di querela, quella che il sindaco ha fatto nei miei confronti. Argomento spinoso per me, ma tantissimi di voi continuano a chiedermi come si è conclusa, molti addirittura sono convinti che non sia mai realmente partita o che si sia conclusa a tarallucci e vino.
Non è così.
Purtroppo.
Non fa parte del mio essere, risolvere le questioni in un tribunale, ma tant’è, devo prendere atto che a qualcuno il confronto diretto non piace e preferisce alzare il livello.
Quindi volevo mettervi al corrente dell’evoluzione della “questione querela” fatta dal sindaco nei confronti degli amministratori del gruppo fb L’Altra Ciriè, di cui faccio attivamente parte: scriverne infatti mi risulta molto meno logorante ed agevole rispetto al parlarne di persona ogni volta che vengo interpellata in merito, oltre ad offrirmi la possibilità di raggiungere molte più persone in meno tempo.
Al di là del fatto che sono sinceramente dispiaciuta che gli articoli ed i vari post pubblicati abbiano offeso il primo cittadino, ci tengo a ribadire che non era mia intenzione né darle della razzista, ne fomentare commenti di istigazione all’odio, infatti ho ribadito in più riprese che i post condivisi erano di utenti fb, nulla di diretto al sindaco e comunque non frutto delle mie considerazioni personali.
E tutto questo l’ho spiegato meticolosamente nell’articolo che precedeva la querela in questione di cui vi allego il link.
Inoltre non era mio obiettivo ledere la sua dignità di sindaco: è evidente che ho creato (come faccio sempre) un argomento di discussione, l’obiettivo è proprio il confronto tra cittadini e politici, il problema è che non ho la possibilità di intervenire sui commenti di terzi, per quanto sia chiaro che l’educazione ed il rispetto siano considerati elementi essenziali per partecipare al confronto… Purtroppo il livello di civiltà non è considerato in egual modo da ognuno di noi e più di tanto non è gestibile.
Certo è, che ognuno deve prendersi la responsabilità di ciò che scrive, io l’ho sempre fatto, ecco perché mi ritrovo a difendermi da accuse che considero infondate e quantomeno ingiuste.
Naturalmente ho dovuto interpellare un penalista (perché le accuse a mio carico sono penali), e attendere le indagini del pubblico ministero.
Personalmente, affidandomi alla ‘strategia’ dell’avvocato di cui ho piena fiducia, ho richiesto di essere ascoltata dal giudice, per avere la possibilità di spiegare e chiarire la mia posizione.
Non sono arrivata a tale incontro, in quanto il P.M. ha ritenuto che non ci siano i presupposti per andare avanti (‘non luogo a procedere’, per l’esattezza). Questo mi ha rincuorato.
È chiaro?
Il Pubblico Ministero considera infondata l’accusa del sindaco: non è stata offesa da me in prima persona; documentandosi, leggendo, comprendendo ciò che ho scritto, è arrivato alla conclusione che non ho né diffamato, né offeso il ruolo, né tantomeno la persona.
Secondo un importante rappresentante dello Stato, non ci sono i presupposti per andare in tribunale…. Sì! La notizia ha aperto una speranza nel mio cuore… finalmente qualcuno ha compreso la mia posizione, il mio voler esporre e mettere al corrente il sindaco di ciò che pensavano di lei i suoi cittadini, in merito all’ordinanza relativa ai festeggiamenti per lo scudetto del Napoli.
Purtroppo il sindaco di Ciriè non ha accolto la notizia con altrettanto entusiasmo e ha presentato una memoria per riaprire il caso, forte di una posizione di predominanza (il sindaco vs la blogger è ai livelli di Davide contro Golia, ma io non so usare la fionda…), di supremazia economica (la difesa da un’accusa penale costa migliaia di euro) e del fatto che l’istituto della querela tutela in maniera assoluta il querelante e lascia al querelato l’unica opzione del “pareggio” (in caso la querela sia giudicata infondata infatti si ferma tutto li: nessuna consegna per il querelante e la magra consolazione al querelato di non aver commesso il reato contestato, ovviamente dopo aver speso un bel po’ di soldi).
Mi dispiace, veramente, ma se lei crede davvero in ciò che asserisce, io ci credo altrettanto fortemente.
So cosa scrivo, penso e rifletto; non posso piegarmi a ciò che considero ingiusto, ho una dignità forte e testarda, non mi perdonerei mai di essermi inginocchiata al sistema. E se l’unica strada percorribile per portare avanti le mie ragioni passa da un tribunale, così sia.
Se il giudice concorderà con il parere del pubblico ministero io sarò scagionata da ogni accusa e al sindaco resterà comunque la soddisfazione di aver impoverito notevolmente le mie finanze e di avermi sottratto del tempo prezioso
Sacrifici che son disposta a fare per il valore che ho sempre dato alla giustizia.
di Cinzia Somma
P.S. mi affido alla Vostra comprensione e generosità: per aiutarmi a sostenere le spese legali. Vi voglio bene, L’Altra Ciriè
IBAN: IT09L0306930383100000069085