Skip to content
L'Altra Cirié
Menu
  • ATTUALITA’
  • INTERVISTE
  • FOTO
  • EDITORIALI
  • CIRIE’ NEL FAR WEST
  • MISTERI DELLE VALLI DI LANZO
Menu

Vecchioni: poeta di altri tempi

Posted on 27 Gennaio 201728 Febbraio 2017 by Alessandro Baccetti

“Allora spiegatemi un attimo come funziona il concerto di un over ’70. In pratica dobbiamo urlare RO-BER-TO.. finché non esce? Oppure accomodarci in poltrona e attendere che i suoi problemi di prostata facciano il loro corso?”

“Vedi che sei cretino? Capisci perché non volevo che venissi? Non farci fare brutte figure a teatro. Stai buono e non commentare. Commenta sul tuo gruppo se Vuoi, ma in platea per favore fai per bene”

Siamo sulla seicento di Cristina e vedo che le due sorelle sono agitate per il concerto. Penso che debba essere stato importante per loro ascoltare questo cantautore.

A quanto ho capito passavano pomeriggi interi a far rigirare il nastro delle sue cassette. Probabilmente rivivono i bei momenti di quella parte di adolescenza passata indisturbata da occhi indiscreti.

Forse si rivedono nella loro cameretta con poster un po’ ovunque di calciatori bianconeri in calzoncini e qualche foto sparsa qua e là di un Roberto Vecchioni ancora poco più che ragazzo.

Rivivranno il loro rapporto di sorelle che è andato formandosi proprio in quegli anni. Penso ma non riesco a trattenermi dal farle innervosire.

“Se non canta Barbapapa’ mi arrabbio! Io ve lo dico subito! Mi alzo in piedi e glielo chiedo”

“Provaci e chiamo la sicurezza. Davvero.”

Ho come l’impressione che non stia scherzando la mia “tenera e dolce” mogliettina.

Intanto in macchina le sento cantare. Intonano canzoni famose e canzoni di cui non ero a conoscenza dell’esistenza. Ma stranamente sono anche intonate. Molto stranamente.

Ed eccoci a teatro. Il Colosseo. Sono stato qui a vedere diversi concerti e qualche commedia italiana. Anni e anni fa.

Le facce sono diverse da quelle degli altri concerti a cui ho partecipato. In genere ci sono un po’ di ragazzi mescolati a qualche tardone come me.

Ma questa volta solo over quaranta. Intravedo qualche giovane, ma si capisce che stanno semplicemente accompagnando i loro parenti adulti.

Nessun urlo quando si apre il sipario. Gli applausi non scattano in automatico per il solo fatto che Lui è presente. Ho come l’impressione che gli applausi scatteranno solo e se il brano verrà interpretato nella maniera giusta. Sono un po in ansia per l’artista. Tutto questo silenzio da parte del pubblico mi innervosisce.

Eppure mi rendo conto che stanno semplicemente ascoltando e che solo in seguito giudicheranno. Al termine del brano le mani iniziano a muoversi e gli applausi sono scroscianti. Qualcuno dalla galleria intona un “Bravo!” e lui quasi meravigliato le lancia un saluto con la mano.

Le canzoni vanno avanti e le sue interpretazioni sono incantevoli. La sua voce da uomo vissuto rassicura e invoglia ad ascoltare. A cercare di capire come andrà a finire.

Parla il Cantastorie Roberto. Parla tanto. Fiumi di parole che si mescolano a note musicali tenue e allo stesso tempo dure e crude. Parla della vita e della morte. “Non mi fottera’ la morte! Non la temo! Io sono più forte di lei!” Asserisce convinto. Parla dei suoi figli e dei suoi nipoti.

Ci dice che due dei suoi nipoti hanno due mamme facendoci capire di avere una figlia omosessuale. E’ orgoglioso di quella famiglia che si è andata a creare ed è sicuro che presto la nostra società accetterà anche questi nuovi nuclei. Già dalla prossima generazione, ne è certo. Condivido.

Anche io credo che i giovani d’oggi siano molto più avanti di noi. L’uguaglianza è davvero alle porte.

Poi una nota musicale si sente in tutto il teatro. Sono tutti molto calmi tranne le due sorelle che mi fanno compagnia. ” riprendi, riprendi questa canzone!” Mi comandano. Alzo il telefono e la canzone e’ “sogna ragazzo sogna”. Qui si che che due “vecchie adolescenti” ritrovano i tempi perduti.

I tempi in cui un cantastorie le preparava a vivere l’età che sarebbe inesorabilmente da un momento all’altro, diventata adulta.

Chissà se tutti i sogni che vivevano si sono avverati. Chissà se il mondo che vivono è esattamente quello che sognavano da ragazze. Un giorno glielo chiederò.

E poi un susseguirsi di successi da Milady (quanto mi piace la frase: smettila di bere, ti spacco in testa quel bicchiere) e ancora Chiamami ancora amore, Vorrei essere tua madre.

“Ma Samarcanda? Quella canzone che cantavo da bambino. Quella del cavallo op op. Se non fa Barbapapa’, almeno quella!”

“Non è per bambini. Ma le ascolti le parole delle canzoni? La vecchia signora è la morte.

La storia parla di suo padre e dell’appuntamento che aveva con lei. Dei suoi tentativi vani di poterla evitare, nascondendosi e scappando a cavallo verso una nuova meta. Ma la metà era sempre e inevitabilmente lei: la morte”.

Ecco perché sono sempre così pensieroso, penso. Da bambino a scuola ci facevano cantare questa canzone. E alla fine di tutto ecco che parte anche Samarcanda. La ascolto con un nuovo senno e capisco che questa che consideravo una canzonetta, in realtà è un capolavoro! E allora mi torna in mente anche il mio di padre. L’appuntamento a cui non è riuscito a sottrarsi. A cui nessuno di noi riuscirà a farlo..

Alla prossima Vecchioni!

di Alessandro Baccetti

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

  • Pride Flop?
  • jazz al chiaro di luna
  • Polvere sotto al tappeto
  • Armata Brancaleone ai rifiuti
  • IL MORTO SENZAMORTE. QUARTO CAPITOLO. DOVE PORTA LA LUNA

Archivi

  • Luglio 2025
  • Giugno 2025
  • Maggio 2025
  • Aprile 2025
  • Marzo 2025
  • Novembre 2024
  • Ottobre 2024
  • Settembre 2024
  • Agosto 2024
  • Luglio 2024
  • Maggio 2024
  • Aprile 2024
  • Marzo 2024
  • Gennaio 2024
  • Dicembre 2023
  • Novembre 2023
  • Ottobre 2023
  • Settembre 2023
  • Agosto 2023
  • Luglio 2023
  • Giugno 2023
  • Maggio 2023
  • Aprile 2023
  • Marzo 2023
  • Febbraio 2023
  • Dicembre 2022
  • Novembre 2022
  • Ottobre 2022
  • Settembre 2022
  • Agosto 2022
  • Giugno 2022
  • Maggio 2022
  • Aprile 2022
  • Marzo 2022
  • Febbraio 2022
  • Gennaio 2022
  • Dicembre 2021
  • Novembre 2021
  • Ottobre 2021
  • Settembre 2021
  • Agosto 2021
  • Luglio 2021
  • Maggio 2021
  • Aprile 2021
  • Febbraio 2021
  • Gennaio 2021
  • Dicembre 2020
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Agosto 2020
  • Luglio 2020
  • Giugno 2020
  • Maggio 2020
  • Marzo 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Agosto 2017
  • Luglio 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Agosto 2016

Categorie

  • ATTUALITA'
  • CIRIè NEL TEMPO
  • CIRIE' NEL FAR WEST
  • EDITORIALI
  • FOTO
  • INTERVISTE
  • LETTERA AD UNA FIGLIA NATA
  • MISTERI DELLE VALLI DI LANZO
  • PAROLA DI GABLIN
  • STORIELLE DI GABLIN
  • Uncategorized

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Iscrivendoti acconsenti al trattamento dei dati personali in conformità al D.Lgs 196/2003. I dati verranno utilizzati dal blog L'Altra Cirié per inviarti la newsletter. Privacy Policy

Categorie

ATTUALITA' CIRIE' NEL FAR WEST CIRIè NEL TEMPO EDITORIALI FOTO INTERVISTE LETTERA AD UNA FIGLIA NATA MISTERI DELLE VALLI DI LANZO PAROLA DI GABLIN STORIELLE DI GABLIN Uncategorized

CERCA GLI ARTICOLI TRA I TAG

ATTUALITA' CIRIE' NEL FAR WEST CIRIè NEL TEMPO EDITORIALI FOTO INTERVISTE LETTERA AD UNA FIGLIA NATA MISTERI DELLE VALLI DI LANZO PAROLA DI GABLIN STORIELLE DI GABLIN Uncategorized

PRIVACY POLICY

Privacy Policy
© 2025 L'Altra Cirié | Powered by Minimalist Blog WordPress Theme