Genitori che partoriscono prole senza rendersi conto di cosa vuol dire impartire e educare alla solidarietà e alla integrazione. Partorire tanto per fare.
Dare alla luce vita solo per sentirsi vivi. Procreare solo per caso o per sbaglio. Generare esseri senza imporre loro regole
basilari sul quieto vivere.. Partorire solo per soddisfare l’istinto di genitorialita’ che il nostro essere ci chiede e ci impone.
Quando riusciremo a capire che un figlio non è solo una “scopata” ma un progredire della nostra mente e della nostra stessa esistenza? Quando riusciremo tutti a dare un senso al nostro “proseguire”? Perché non fermarci un attimo a pensare che i nostri figli sono nati in una comunità multietnica? Il bianco e il nero. Il bello e il brutto. Il triste e il felice.
Il secchione e lo svogliato. Il pudico e il ribelle. Esseri umani che fanno parte tutti della nostra storia. Limitata e breve storia. Non ci saranno altre storie dopo di questa.
Per nessuno di noi. E allora perché non convivere in perfetta sintonia con ogni singolo essere vivente che ha deciso di far parte del nostro tempo? Accettiamoci! Cancelliamo i sogni medievali e razzisti che ci sono stati impartiti e diamo vita a una nuova società. Ognuno con la libertà di esprimersi come meglio credo.
Ognuno libero di essere se stesso senza dover neppure per un attimo preoccuparsi di chi gli sta accanto. Il mondo si può cambiare! In molti posti del mondo è stato fatto ed è triste sapere che nella nostra Cirié ciò non è ancora accaduto.
E’ molto triste perché è la nostra città! A me rattrista che nella terra dove sono nato ci siano ragazzini che catalogano ancora i loro conterranei in froci, lesbiche, imbranati, brutti, secchioni è così via. Che razza di terra è? Guardate che abbiamo sbagliato qualcosa.
E lo abbiamo fatto in malo modo. Riprendiamoci la nostra vita e i nostri figli. Non permettiamo che si rendano ridicoli di fronte al mondo. Non i nostri figli!
di Alessandro Baccetti
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