Per chi se lo fosse perso, e immagino siamo in tanti, questa mattina ci sono state le celebrazioni a villa Remmert per i 35 anni della croce verde di Ciriè, magari a molti non sarebbe interessato, magari però a qualcuno si.
Ma come spesso accade la possibilità di mostrare interesse per qualsiasi avvenimento nella nostra città viene frustrato dalla mancanza di informazioni, semplicemente le cose qui accadono all’insaputa della popolazione, salvo poi vedere foto pubblicate dopo alcune ore che ritraggono amministratori sorridenti e volontari che mandano avanti la baracca aspettando solo un semplice grazie in cambio, e io quel grazie oggi lo volevo dire, volevo stringere le mani di quei volontari che mettono il loro tempo e la loro passione a disposizione della collettività, un grazie personale perché, per mia sfortuna, negli ultimi tempi più volte ho usufruito del loro operato, della loro competenza e della loro gentilezza.
Non voleva essere un grazie in esclusiva, non volevo prevaricare i ringraziamenti ufficiali del sindaco, o degli amministratori di Cirié, ma mi sarei unito volentieri a loro nel rendere i giusti meriti a queste persone. Lo avrei fatto, se avessi saputo che ricorrevano i 35 anni della sezione… perché, come da copione ormai, il libero arbitrio dei ciriacesi viene vanificato per il semplice fatto che non si può decidere di fare qualcosa quando non si sa dell’esistenza di quel qualcosa.
L’elenco degli avvenimenti passati nel silenzio generale ormai inizia a diventare imbarazzante: solo nelle ultime due settimane c’è stato il concerto del rinato organo del duomo, la mostra della polizia e oggi la celebrazione dei 35 anni di croce verde.
E quindi la domanda mi sorge spontanea: era così difficile creare un evento e dare un minimo di risalto ad avvenimenti che potevano interessare e coinvolgere una larga fetta della popolazione? Nell’era dei social, su cui uno dei primi atti della nuova giunta ha investito risorse importanti, era così improponibile spendere 5 minuti di tempo e pubblicare la cosa prima, e non dopo, come avviene con il “diario della giunta”?
La cosa mi sembra una grave mancanza non solo nei confronti dei cittadini, ma anche verso quelle organizzazioni, istituzioni o associazioni che, con la sola buona volontà creano una vetrina, un momento di festa, la celebrazione di un traguardo o l’organizzazione di un evento. E lo fanno con tutti i mezzi a loro disposizione, tralasciando a volte l’aspetto della comunicazione, in buona fede o per mancanza di esperienza nel campo, o anche solo perché convinti di trovare nella macchine comunale il giusto mezzo per dare risalto all’iniziativa.
Ma tant’è: la comunicazione continua a essere il tallone d’Achille anche di chi, della comunicazione, ha fatto il suo fiore all’occhiello. E’ talmente scarso l’impegno su questo campo che a volte, spesso in verità, chi vive a Cirié ma non è originario del posto ha la sensazione di essere un ospite a malapena sopportato, un intruso nella vita sociale, buono finché c’è da pagare la TaRi o in periodo elettorale, ma assolutamente ininfluente nelle restanti occasioni. Ed è un peccato, perché la cittadinanza ha dimostrato di saper rispondere con entusiasmo quando le cose son fatte con criterio e comunicate a dovere, e per una volta non mi riferisco al palio dei borghi o alla fiera dei funghi.
Ciriè in questo periodo ha dimostrato di nutrire anche altri interessi, chissà che chi di dovere non inizi a considerare i ciriacesi qualcosa più che limoni da spremere o intrusi nella vita sociale dell’elite.
di Dario Zabardi
Credit immagine: Gabriella Poretta