“Si, certo che so chi è. Lo conoscevo bene.” E questa la frase che si sente più frequentemente in questi giorni passeggiando per la città. Ogni volta che si incontra un amico viene spontaneo chiedere “hai saputo di Tonino Sacco? Non ci posso credere.” E da lì partono i ricordi.
Subito si cerca di ricordare l’ultima volta che lo si è incontrato e poi mano a mano si va a ritroso verso il passato, anche quello più remoto. Io ascolto volentieri e poi parto con i miei di ricordi.
I ricordi di poco più che bambini, quando appena usciti da scuola si andava al bar Portogallo dei suoi e si passavano le ore a giocare ai videogiochi “monocolore” del tempo e ai flipper che squillavano musichette elettroniche tanto banali quanto eccitanti.
Lui era lì con noi a giocare e ridere fino a tardi. Poi gli anni sono passati e ricordo di averlo incontrato spesso in giro per discoteche negli anni ‘90 in cui l’unico punto di ritrovo erano quelle sale rumorose e assordanti dove si potevano battere i piedi e assaporare la libertà di potersi sentire grandi. Ma il suo bar non lo dimenticavamo e la capatina prima di allontanarci da Cirie la dovevamo sempre fare.
Il più delle volte l’appuntamento era proprio “ci vediamo da Tonino al Portogallo”. Gli anni passano ancora, e poi ancora, fino a ricordarlo spesso al Bennet con la sua piccola a fare compere. Una delle ultime volte mi disse che leggeva sempre quello che scrivevano sull’Altra Cirié ma che non commentava perché non gli interessava farlo. Ricordo solo che mi disse “ne state facendo di casino, eh?” Ci abbiamo riso su e ci siamo salutati. Ma non posso dimenticare che mentre mi stava parlando veniva costantemente interrotto da chiunque gli passasse vicino. Tutti dovevano e volevano salutarlo.
Era davvero un Vip della città. Un very important person come direbbero oltreoceano.
Tutto ciò può solo fare evidenziare un pensiero che spesso dimentichiamo: per essere amati e ricordati non bisogna aver costruito cattedrali e neppure aver inventato una legge fisica che cambia il mondo.
No.
Per essere ricordati e amati nel tempo basta aver vissuto a contatto con la gente.
Basta il non aver elemosinato sorrisi e neppure aiuti verso chi ci circonda. Per essere ricordati e amati insomma, basta fare nostri gli insegnamenti che il buon Tonino ci ha lasciato da portare avanti e da far conoscere agli altri. Buon viaggio, mancherai a tutti.
di Alessandro Baccetti