Presepe in Vetrina: si parte!

Dopo il successo dello scorso anno di “presepe sotto la neve”, nato per rendere il dovuto omaggio ai 40 anni di vita del presepe meccanico che da bella mostra di se nella chiesa di San Giuseppe a Ciriè, prende il via quest’anno “presepe in vetrina”, che ne ricalca nella sostanza la formula vincente.

Tra le novità più significative l’allargamento dell’evento a ben 7 comuni del territorio, cosa che ha creato qualche difficoltà organizzativa agli ideatori e promotori dell’iniziativa Alessandro Baccetti e Cinzia Somma del blog “L’Altra Ciriè” e a Francesca Sarnataro, che nella veste di presidente Confesercenti ha supportato e collaborato alla creazione dell’evento.

Ben sette i comuni coinvolti quindi: Cirié, Fiano, Lanzo, Mathi, Nole San Carlo e San Francesco, tutti con il loro patrocinio e da quest’anno, per buona misura, anche Città Metropolitana patrocina l’iniziativa che strizza l’occhio al commercio ma lo fa con un tema caro alla tradizione culturale nostrana: il presepe.

Certo la macchina organizzativa che l’anno scorso si è dovuta destreggiare con molte meno realtà quest’anno ha avuto a che fare con molti più interlocutori, con tutte le complessità del caso, dalla modifica in extremis della locandina (la trentaseiesima o trentasettesima, anche la tipografia nero su bianco di Mathi che ha curato la veste grafica a la stampa credo abbia perso il conto) alle diverse modalità di richiesta del patrocinio, scoprendo (o meglio confermando ancora una volta una sensazione già ampiamente verificata) però che la burocrazia più farraginosa e dispendiosa è proprio quella di Ciriè, che tanto per dirne una, non è riuscito a deliberare in giunta la folle spesa di 48 euro per pagare 200 locandine, sostenendo che poteva stamparle in autonomia (e non riconoscendo quindi il lavoro di chi quella locandina l’ha creata), per fortuna in extremis hanno rinunciato alla tassa sull’affissione, quindi almeno questa volta i commercianti di Cirié saranno esentati dal versare l’obolo. Insomma, nel bene o nel male (anche se l’impressione è che “nel male” la faccia da padrone ultimamente) Ciriè si distingue dai suoi vicini, tanto che a volte la sensazione è quella di essere in vacanza in Liguria, dove il turista spesso viene trattato più come una scocciatura necessaria che come una fonte di ricchezza.

E pare anche che non siano mancate le incomprensioni a livello organizzativo, tanto che il Canavese è uscito una settimana prima della conferenza stampa con un articolo interamente dedicato all’evento a firma di Roberta Vernè, ma tant’è, a posteriori come sempre l’importante è portare a casa il risultato e se c’è stata una fuga di notizie è stata comunque funzionale a risvegliare l’interesse.

Quindi tanti patrocini e tanti attori, con circa 500 esercizi commerciali che proporranno le proprie creazioni nelle loro vetrine. Come l’anno scorso molti daranno libero sfogo alla fantasia, rivisitando un tema classico ognuno secondo la propria sensibilità e, perché no? anche secondo il proprio settore merceologico. Ci aspettiamo quindi di vedere i presepi più disparati, e forse è proprio questo il motivo per cui gli organizzatori hanno scartato l’idea di farne un evento competitivo con tanto di giuria e premiazione dei presepi scelti.

La parte dei ringraziamenti sarebbe troppo lunga se si menzionassero tutti i protagonisti che hanno reso possibile la riuscita del progetto, ma un elogio è doveroso verso i sindaci, gli assessori competenti, tutte le associazioni di categoria che hanno compreso e condiviso le finalità dell’iniziativa e ultima, ma non ultima, l’associazione “gruppo presepe San Giuseppe Cirié onlus” che con il suo impegno da più di quattro decenni è stata fonte di ispirazione per quanto riguarda la salvaguardia e la valorizzazione di questo particolare tema culturale popolare.

Largo alla fantasia allora, e buon presepe a tutti!

Nota a margine della conferenza stampa, sembra che molti esponenti delle amministrazioni coinvolte presenti si trovassero allo stesso tavolo a esporre idee e suggerimenti per la prima volta, quasi che a livello istituzionale non esistano contatti o quasi. Un’ottima occasione per sentirsi parte di un territorio e per iniziare a pensare alle realtà locali come parti di un complesso più vasto…

di Dario Zabardi

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