Predicano bene e razzolano male

Che ci fossero pareri contrastanti sulla questione pedonalizzazione del centro storico è del tutto naturale, ma che le uniche due associazioni di categoria presenti sul territorio non riescano a trovare una quadra per i commercianti è davvero una brutta storia.

Fino ad oggi le giornate con il centro pedonalizzato sono state veramente centellinate, occasioni sporadiche di fiere o feste di paese in cui c’erano intrattenimenti e gente che si riversava in strada sia di giorno che nelle ore serali. Ora un po per rilanciare il commercio e per contrastare ciò che potrebbe provocare l’apertura del nuovo mega centro commerciale di Caselle, si propongono soluzioni dell’ultim’ora.

L’amministrazione in carica non ha ancora ben chiaro cosa fare, in un prossimo futuro (non si sa quanto prossimo) si parte con la riqualificazione del centro storico, poi si vedrà.

La vecchia amministrazione PD di Brizio propone un progetto che è chiuso nel cassetto dal 2015 e che considera la soluzione a tutti i mali.

La vecchia vecchia amministrazione Chiappero rimarca la necessità di chiudere sì il centro, ma anche di allungare l’orario di apertura dei negozi fino alle 22. E proprio su questa proposta che le nostre associazioni di categoria Ascom e Confesercenti si trovano in disaccordo… strano oltretutto, probabilmente sanno che la collaborazione genera il raggiungimento di un obiettivo comune, ma o non si sono posti un obiettivo, o non hanno intenzione di raggiungerlo insieme, va da se che il nostro commercio rimarrà agonizzante ancora per un po.

Intanto, vorrei soffermarmi su alcune dichiarazioni che i due presidenti hanno rilasciato ad un giornale locale: Stefano Faletti, presidente Ascom è assolutamente in disaccordo con la proposta di pedonalizzare e con il prolungamento dell’orario di apertura dei negozi fino alle 22. Non gli piace il progetto presentato dal gruppo di Brizio; a dire il vero non lo considera nemmeno un vero e proprio progetto, ma “una manutenzione straordinaria studiata in poco tempo, solo per accedere a fondi, che tra l’altro non sono stati erogati in quanto non aveva le caratteristiche adatte”. Si indispettisce anche per il fatto che la stessa amministrazione non avesse considerato minimamente i negozianti e non gli avesse chiesto alcuna riflessione. Vero che il centro storico è animato dagli esercizi commerciali, ma mi chiedo: è lecito che proprio lui sollevi la questione? Da una parte considera il centro a servizio della città e quindi dei cittadini, dall’altra proprio di quegli stessi cittadini se ne è infischiato esattamente un anno fa, appropriandosi di un pezzo di portico. Scegliendo arbitrariamente di chiuderlo poichè aveva organizzato una festa privata, non ha tenuto minimamente conto delle esigenze dei cittadini, anzi, li ha privati del loro diritto di fruirne. Proprio lui invoca al dialogo?

Francesca Sarnataro, presidente Confesercenti invece sostiene pienamente la proposta di Chiappero. E’ d’accordo per la pedonalizzazione, per il prolungamento dell’orario dei negozi, per far sì che la gente che si reca al mega centro di Caselle, si sposti anche su Ciriè. Questa naturalmente è un’utopia. Qualcuno di noi che si è recato all’outlet di Serravalle è poi andato in città per mangiare qualcosa o per visitare le caratteristiche del paese? Ne dubito. E inoltre che cosa ha da offrire Ciriè’ ? Al momento nulla. Anche qui una domanda: siam sicuri che voglia tenere aperto il suo negozio oltre l’orario che propone? Che senso ha proporre l’estensione dell’orario di apertura se già normalmente non riesce a garantire il servizio? Perchè un conto è garantire un servizio, un altro dare priorità a (legittimi) impegni familiari.

di Cinzia Somma

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