É domenica pomeriggio e approfittiamo dell’invito che ci ha fatto il Bazar di via Sismonda per approfondire un po’ il discorso sui lavori in corso sulla via. Veniamo accolti calorosamente da Elisa, la proprietaria, come se non aspettasse altro per dare stura a un fiume di parole che evidentemente si porta dentro da un po’.
Parte da lontano, dal giugno scorso, quando erano in corso lavori analoghi in via Cavour, la richiesta dei commercianti era semplice: far sì che i lavori non interessassero i mesi in cui il commercio era più florido: quelli da maggio a settembre. Richiesta lecita, forse di difficile attuazione per motivi tecnici (o perlomeno spacciati per tali) comunque il sindaco si impegnava oralmente a fare il possible in tal senso.
Dopodiché il buio più totale, almeno fino a fine giugno di quest’anno, con i lavori che iniziavano in sordina e senza nessun tipo di preavviso, cosa che oltre all’ovvio disagio porta anche a un maggiore danno economico in quanto molti degli accordi con i fornitori sono già chiusi da mesi e gli acquisti già concordati: aver saputo con anticipo le date dei lavori avrebbe perlomeno permesso di limitare i danni.
Ma tant’è, a Cirié, come presumo nel resto del mondo, la pubblica amministrazione si ricorda di comunicare con i cittadini solo quando chiede il voto.
E così i lavori iniziano mentre i magazzini dei negozi sono pieni, chi, come il Bazar, ha dei periodi topici per le vendite (feste, inizio scuola ecc) si trova decisamente spiazzato, discorso analogo per chi tra la propria clientela annovera, per la tipologia di merce trattata, mamme con passeggino o anziani con difficoltà di deambulazione.
L’esperienza di via Cavour doveva far scuola, in molti altri luoghi hanno imparato, e imparato bene, e vengono approntare passerelle provvisorie in legno per alleviare il disagio, qui a Cirié forse siamo convinti di non aver nulla da imparare.
E quindi i lavori procedono, a tratti in maniera spedita, più spesso con calma e tranquillità, e di pari passo procede il languire del commercio della via, ma pare che la cosa non sia di sprone a nessuno e a quella visita di giugno del 2018 da parte dell’amministrazione non ne sono seguite altre, e il senso di abbandono e la mancanza di risposte è forse peggio ancora dei lavori in sé, scavando, come se ancora ce ne fosse bisogno, un solco sempre più largo tra chi amministra e chi é amministrato.
Potreste pensare che la storia finisca qui, e in sostanza avreste ragione, se non fosse per alcuni aneddoti che credo sia giusto raccontare.
Durante “funghi in piazza” non era previsto che la banda passasse, come negli anni passati, in via Sismonda perché si temeva il rischio di cadute. Rischio reale, sia chiaro, dovuto anche all’ingombro degli strumenti musicali, però mi viene da parafrasare Orwell “il rischio è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri”.
Sempre durante funghi in piazza oltre al piccolo escavatore facevano bella mostra di sé pala e piccone abbandonati in una buca, per nostra fortuna nessuno durante questi giorni di festa ha sentito le voci come invece é successo qualche tempo fa nel lombardo.
I lavori di bonifica dall’amianto sono proceduti di buon passo e con buona collaborazione della ditta appaltatrice, peccato che tutto il resto sia ancora in alto mare e la data (presunta e ventilata ai commercianti solo in maniera orale) di fine lavori, il 15 ottobre, appaia oltremodo ottimista.
Seguiremo la vicenda e torneremo sull’argomento se al 15 di ottobre il cantiere dovesse essere ancora aperto, nel frattempo l’invito per i commercianti è di tenere duro e per i cittadini è di non farvi spaventare dai lavori e di visitare gli esercizi della via che offrono ciò che non si trova nel resto di questa nostra bella, ma un po’ bistrattata, città.
di Dario Zabardi