Lieto fine cercasi

Chi non ha adorato le storie che ci venivano raccontate da piccoli? Le storie sono semplici (o così sembrano da piccoli), recano un insegnamento, si capisce cos’è giusto e cosa è sbagliato, poi uno cresce e inizia a farsi la propria di storia, storie di successi e di fallimenti, storie di amori e fine di amori e poi ci sono le storie pesanti, quelle in cui un destino beffardo sembra giocare con i protagonisti ponendoli di fronte a ostacoli e difficoltà apparentemente insormontabili.

Ma i protagonisti sono eroi, eroi che trionfano anche di fronte alle sfide più ardue, e così la storia continua, la storia ordinaria di una famiglia straordinaria, la storia di due genitori che si prendono cura con amore del proprio bambino per 50 anni, perché nonostante l’età Marco ha ancora bisogno delle stesse cure amorevoli di un neonato…

Ma non tutte le storie reali hanno un lieto fine, gli anni e la salute alla fine prevalgono, trasformando quella che dovrebbe essere una serena vecchiaia nel calvario di una madre, costretta a prendersi cura del proprio bambino e del marito a cui non vengono prestate le dovute cure da un sistema che, almeno in questo caso, si è dimostrato inefficace.

Non è mio interesse trovare responsabili o colpevoli, non mi importa di consigli e suggerimenti: son tre settimane che Cinzia interpella, si interfaccia e prova a sbloccare un meccanismo che nega a un ottantenne una visita urologica e che vede il malcapitato, inizialmente affetto da un’infezione alle vie urinarie, aggravarsi e sviluppare altre complicazioni senza che nessuna visita specialistica sia stata effettuata.

Sono qui a chiedere un aiuto, concreto e reale, per fare si che questa storia abbia un lieto fine, per chiedere a tutti, per una volta, di essere eroi in una storia altrui, per aiutare chi di difficoltà ne ha già affrontate troppe, per dimostrare, anche a chi scrive, che parole come “rete sociale” di cui alcuni si riempiono a sproposito la bocca, non son solo parole.

Aiutateci ad aiutare questa famiglia provata, ve lo chiedo in tutta umiltà.

Grazie.

di Dario Zabardi