Che disastro al di qua della ferrovia

Sono tempi duri.

Il frigo è vuoto e il cibo in scatola sta ormai scarseggiando. Non mi resta più molto tempo.

Stiamo passando le serate io e Marley a guardarci negli occhi e a scrutarci. Io non vedo un cane mentre lo guardo e lui non vede il suo padrone.

Entrambi vediamo cibo commestibile. Questione di tempo e il più forte prenderà il sopravvento. Eppure a poche centinaia di metri ci sono negozi e supermercati che vendono tonnellate di prelibatezze per me e per il cane. Ricordo che un tempo giravo per quegli scaffali e riempivo carrelli di ogni cosa. Ah.. la pasta, le verdure fresche, i biscotti al burro.

Basta non devo più pensarci altrimenti mi viene da piangere. Ognuno ha la sua croce e la mia è quella di vivere al di qua del passaggio a livello di Cirie.

Potrei riprovare a salire in macchina e avvicinarmi a quelle sbarre ma so che le troverei chiuse.

So che mi dovrei incolonnare a altre centinaia o forse migliaia di macchine e sperare in un errore del capotreno che accidentalmente pigi su quel bottone rosso che manda l’impulso alle sbarre di alzarsi.

Ma quel bottone ormai è arrugginito e non più utilizzabile. Stiamo perdendo tutte le speranze. Speriamo che qualcuno ci venga in soccorso e ci getti del cibo dall’alto.

Fate qualcosa per noi che stiamo al di qua della ferrovia. Non fateci aspettare per ore, giorni e mesi nella utopica attesa di veder salire lentamente quelle sbarre verso l’alto. Non illudeteci. E poi sono vegetariano! Non posso mangiare carne di cane! Il cane invece, secondo me, non disdegnerebbe quella di umano.

Aiuto!

di Alessandro Baccetti

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