Inclusione senza equità

Questa è bella!

Questa è davvero bella! Con le temperature in netto calo, l’amministrazione ciriacese ha fatto in modo che qualcuno si potesse liberare dal freddo, senza nemmeno accendere il riscaldamento. E’ bastato leggere un articolo di giornale (più di uno in verità; uno locale ed uno nazionale), che hanno riportato la medesima notizia: la maggioranza ciriacese, amministrata da Loredana Devietti, in accordo con la UISP Bra Cuneo, che ha l’appalto della piscina comunale, vorrebbe destinare l’accesso alla struttura sportiva, in una specifica fascia oraria, esclusivamente alle donne, con la sola possibilità di ammettere bambini (maschi) tra i 5 ed i 7 anni. Il tutto per “consentire l’accesso a quelle donne che, per rigide interpretazioni culturali o religiose, non possono frequentare luoghi pubblici condivisi con gli uomini”.

Tutto questo mi pare assurdo, soprattutto in un’era in cui tanto si parla di inclusione sociale. Volevo essere certa che il significato di queste parole di cui spesso ci riempiamo la bocca, valessero anche per le scelte culturali e religiose e da qualsiasi dizionario possiamo apprendere che è “un’azione volta a garantire l’inserimento di ciascun individuo all’interno della società, indipendentemente dalla presenza di elementi che differenziano gli uni dagli altri e che possono apparire limitanti”. Si parla di “inclusione” nella scuola, nell’ambito lavorativo, nello sport.

Trovo altresì molto strano che gli unici ad intervenire siano stati i Fratelli d’Italia Davide D’Agostino e Mattia Palermo, consiglieri di opposizione in consiglio comunale che rispondono così a questa inattesa notizia discussa in commissione: “troviamo assurdo che nessuno si sia preoccupato di  garantire che un luogo pubblico, che per sua stessa natura dovrebbe essere spazio di incontro e di inclusione sociale, possa trasformarsi in uno strumento di discriminazione” e ancora “è un clamoroso passo indietro in tema di uguaglianza… invece di promuovere integrazione ed inclusione, il Comune si piega a imposizioni incompatibili con i nostri valori”.

Non le hanno di certo mandate a dire, ma ad oggi non hanno ricevuto alcuna risposta in merito alle osservazioni, nè tantomeno alla richiesta di poter rivedere questa scelta prima di approdare in consiglio comunale, dove, come sempre accade, tutta la maggioranza voterà a favore, in barba a tutti i ciriacesi che sosterranno una spesa media di 5mila euro al mese per il sostentamento della piscina comunale. Ma questo è un altro discorso.

Cosa ne pensate? Giusto garantire e preservare una cultura diversa dalla nostra adeguandoci, o sono le altre culture che dovrebbero adeguarsi al nostro modo di vivere?

Un dilemma….

di Cinzia Somma

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