Rigopiano…un mese dopo

Ricevo questa considerazione da parte di Andrea Ligama, un amico vicino al gruppo… seppur distante circa 600 km da tutti noi. Qualche tempo fa ci aveva raccontato la sua esperienza vissuta personalmente nel terremoto che ha colpito la sua terra adottiva… e ora ci racconta un altro po di storia, della triste storia di un pezzo d’Italia: la tragedia di Rigopiano… ma non la storia che tutti sappiamo, quella delle persone… di quelle persone che si incontranoe si salutano per strada… e che ora non ci sono più.

“Buongiorno a tutti, tempo fa la nostra amica Cinzia, mi ha chiesto una recensione sul terremoto nel centro Italia, dove risiedo da ormai da 16 anni; bene adesso, in questo periodo “ di calma”,  dopo le ultime scosse di gennaio, e dopo la vicenda di Rigopiano, vi dico solo che questa volta è stata peggio delle scosse di ottobre.

Sì… è stata peggio perché questa volta, anche se non è stata una scossa “forte” ha fatto male, tanto male perché ci ha toccato, mi ha toccato, in maniera diversa.

In primis perché non si è riusciti a sgomberare un hotel, un hotel che non doveva essere un hotel, ma non scrivo per fare polemiche sulla questione, non tocca a me. Scrivo per ricordare delle mamme, dei papà, fratelli, sorelle, fidanzate e amici che non ritorneranno più a casa, non ritorneranno più come Marina e Dino due conoscenti che erano lì per una breve vacanza, insieme al loro figlio.

Questa volta è stato davvero peggio a livello spirituale, le immagini dei soccorritori che scavavano a mano nella neve , mi ha acceso dei vecchi ricordi, ricordi vissuti in maniera completamente diversa. Mi riferisco al disperato salvataggio di Alfredino di diversi anni fa, di quella vicenda ricordo le immaggini del TG e i pianti di mia madre. Ero ancora piccolo per capire, ma adesso tutto l’ho vissuto con altri occhi e mentalità diversa.

Dino e Marina li conoscevo, perché ci siamo visti: in centro ad Osimo con Marina, con Dino qualche servizio fatto insieme lui come “agente di polizia ” io come volontario di 118, e sapere che non puoi più rivedere delle persone solari mette tristezza, tristezza anche per il loro piccolo figlio che si ritrova a crescere senza l’amore di una mamma e un papà.

Oggi, a un mese dal loro ritrovamento, è a loro che dedico queste mie parole con la speranza che queste cose non accadono più. Ciao Dino, ciao Marina.!”

di Cinzia Somma con Andrea Ligama

Credit immagine: http://media-s3.blogosfere.it

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