Milan l’è sempre Milan

Quindi è tutto pronto. Si parte. Milano non è dall’altra parte del mondo e ce la prendiamo con comodo io e Noemi. Il resto della famiglia inizialmente era disposta a venire con noi. Si immaginavano a girare per negozi e ad acquistare abbigliamento chic.

Quando però ho ricordato a mia moglie e a Sarah che non saremmo entrati in nessuna boutique di Milano ma che avremmo solo osservato le bellezze della città, a quel punto si sono defilate e hanno dato forfait. “Girare per una città ore e ore guardando te che scatti foto ovunque? Scordatelo” inizia Sarah. “A pensarci bene devo proprio lavorare.

Sarà per la prossima” prosegue mia moglie. Bene penso. Meglio. Così non dovrò litigare quando avrei comunque dovuto raccattarle alla Rinascente o in chissà quale altro grande magazzino di abbigliamento. Mi resta Noemi. “Tu che fai?” Le chiedo. “Io vengo! Potrei incontrare qualche youtuber famoso. Dai andiamo!”

Il viaggio è piuttosto breve e in poco più di un’ora siamo arrivati. Dall’autostrada un cartello luminoso ci avvisa dell’intenso traffico che ci aspetta e ci fa uscire un po’ prima. Il navigatore ci aiuta e arriviamo in centro. Bhe, centro è un parolone.

Diciamo piuttosto vicino al centro. Perché a Milano il centro non è accessibile ai turisti. E’ tutto zona a traffico limitato. Allora cerco parcheggio nelle vicinanze ma non ci posso arrivare perché quelli più vicini al duomo sono in zona ztl. Optiamo per la prima periferia. Ma non ci sono parcheggi. Cioè ci sono un sacco di parcheggi liberi solo che sono ad uso esclusivo dei milanesi. La maggior parte sono delineati dalle strisce gialle e significa che se non sei residente a Milano non puoi parcheggiarci.

Allora il navigatore mi suggerisce un parcheggio privato. Arrivo e ne trovo a uno. In realtà c’è ne sono a decine e decine. Entro. Parcheggio. Consegno le chiavi. Chiedo il prezzo. Riprendo le chiavi. Esco. “Cinque euro all’ora?” Chiedo al tizio in canottiera che gestisce il garage. “Ma siamo mica a Ciriè!” Dico ridendo rivolgendomi ad alta voce a mia figlia ignorando il tizio del garage. “No guardi niente vado via” Il signore mi guarda con un’aria stranita e mi dice che non c’è problema.

Poi senza guardami mi chiede “dove è Ciriè?”. Rispondo che è una storia lunga e me ne vado. Adesso però dovrò pur trovarlo un parcheggio. Per Miracolo troviamo delle strisce blu e parcheggiamo. Paghiamo (due euro all’ora) e ci incamminiamo. “Scusi per il duomo?” Chiediamo a una signora. Ma la signora non ci guarda neppure e fila dritto. “Noemi chiedi tu. Magari io gli metti paura ai milanesi”.

Mia figlia chiede molto educatamente a un altro signore e come risposta riceve un secco: ” di là, sempre dritto. Di là” . “Ma sono tutti così antipatici e scorbutici?” Mi chiede “E che ne so? Io quelle poche volte che sono venuto a Milano l’ho fatto tempo fa. Da ragazzi venivano a guardare le modelle che giravano per il centro.

Ma non conosco nessun milanese. Sarà un caso. Facciamo così. Chiediamo a tutti dove si trova il duomo e vediamo come ci rispondo” ” ma è laggiù il duomo!” Mi risponde Noemi. “Si, lo so. Per ridere.” “Tu sei matto. Ok! Facciamolo” mi risponde.

Avremmo chiesto a una decina di persone e sempre con arroganza abbiamo ricevuto indicazioni con il dito senza che nessuno ci degnasse di uno sguardo. Continuiamo la passeggiata ridendo di questi strani personaggi che sono vestiti pressoché tutti alla stessa maniera: gli uomini hanno la camicia azzurra e la cravatta nera, mentre le donne hanno tutte degli abiti che arrivano appena sopra il ginocchio. Tutti rigorosamente eleganti nella loro apparenza. Tutti comunque molto assenti.

Man mano che ci avviciniamo al centro i milanesi diventano sempre meno numerosi e le strade sono piene di giapponesi. Giapponesi ovunque in ogni dove. E poi ovviamente africani che chiedono l’elemosina. Di quest’ultimi c’è ne sono a decine e decine. In ogni angolo. Ma siamo arrivati al Duomo e restiamo incantati.

Una meraviglia delle meraviglie. La coda per entrare è chilometrica e optiamo per disertare. Entriamo in galleria Vittorio Emanuele e proseguiamo per il teatro “la Scala”. Ancora per via Montenapoleone dove ci sono i negozi più inaccessibili per l’uomo medio e infine a Castello Sforzesco.

I palazzi del Centro sono maestosi e ti perdi ad osservare i piccoli particolari di ogni singolo edificio. Abbiamo camminato molto e mangiamo in un fast food, ma adesso non sappiamo più cosa vedere. Bisognerebbe prendere la metropolitana ma abbiamo la macchina dall’altra parte della città e chissà a che ora potremmo mai arrivarci.

Decidiamo di tornare a casa. Sono già le quattro quindi potrebbe essere il caso di avviarci per la strada di ritorno. In macchina penso che se sento ancora qualcuno che si lamenta di Torino e del suo Sindaco le dirò che non è nulla in confronto a come viene gestita Milano.

Ma forse è proprio questo che vogliono quei milanesi seri e costantemente arrabbiati. Vogliono una città che gli porti denaro dai turisti ad un solo patto : “che nessuno gli rompa i coglioni” e che gli facciano vivere il meglio possibile la loro costante incazzatura. Stiamocene a Torino, che è meglio.

di Alessandro Baccetti

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