Il fallimento della politica

“Si e fatto veramente tardi, ragazzi. Devo andare. A casa mi daranno per disperso. Fine della serata”.

Dopo svariati minuti di silenzio capisco di dover dire qualcosa e quel qualcosa deve presupporre la parola fine. Il tavolo su cui siamo appoggiati è scrostato dal tempo e le sedie sono in legno poco pregiato e decisamente scomodo.

Ricordano molto le sedie che si usavano a scuola negli anni settanta. Sul tavolo troneggiano due birre medie ormai arrivate alla fine, un acqua tonica e un latte macchiato chiarissimo. Con i gomiti appoggiati e lo sguardo riverso verso il basso Dario mi dice di aspettare un attimo. “Aspetta che finiamo di bere la birra e poi me ne vengo anche io.” Vito guarda l’orologio e riguarda la sua pinta ormai giunta al termine, non dice nulla.  Cinzia è triste e sorseggia il suo latte ormai freddo alternandolo con l’acqua frizzante che tiene appoggiata alla sedia. Io gioco con il limone e con il ghiaccio dell’acqua tonica e asserisco.

“E’ stato un vero e proprio fallimento. Ma in fondo cosa potevamo aspettarci? Abbiamo avuto un sacco di problemi già con i politici locali, figuriamoci con quelli nazionali. Loro vogliono potere e onnipotenza. Vogliono poter arrivare al punto di predominio sul territorio. Non sono di certo disposti a rischiare nulla pur di arrivare sul podio del comando. Hanno delle regole da seguire e tra queste non vi sono di certo iniziative personali che potrebbero scoperchiare i loro intenti.” Parlo con molta pacatezza e non sono neppure sicuro che gli altri mi abbiano ascoltato.

“Ma non ha senso!” Continua Cinzia. “Hanno snobbato la nostra Valle. La nostra zona del Canavese è stata completante ignorata e beffeggiata. Amiantifera, discarica, ospedali in bilico, trasporti inesistenti e malfunzionanti, dovevano darci delle risposte, delle proposte, delle soluzioni! Perchè l’idea del confronto è nata proprio per capire, per scegliere… Avessero detto di no subito sarebbe stato diverso!

Dalla radio si sussegue musica italiana anni settanta. Canzoncine banali che si alternano a vere e proprie poesie di cantautori del tempo. La musica è alta, come se volesse farsi riconoscere e farsi ascoltare. “🎼Io il gatto, tu la volpe, siamo in società… di noi ti puoi fidar..🎼”

“Ecco! Questa mi ricorda tanto Chiamparino e Cirio. Il primo è la volpe mentre il secondo lo vedo bene come gatto” dice Cinzia. Poi continua: “In poche parole il primo sapeva del confronto da fine febbraio, è stato il primo schiaramento politico che ho invitato, ma quando Cirio lo ha contattato (…) per sapere se andava, lui ha detto che non ne sapeva nulla. Veicolando così la scelta dello sprovveduto Cirio a dire di no. Tenete presente che Cirio non è stato nemmeno furbo (altrimenti faceva la volpe), perché la sua partecipazione avrebbe messo alle strette Chiamparino e lui ci avrebbe fatto un’ottima figura”.

I ragazzi nel dehor del bar stanno facendo baccano e qualcuno di loro ha attaccato una cassa di quelle portatili ad un cellulare. La loro Musica rap sovrasta la nostra canzoncina che è ormai diventata solo più un fastidioso ronzio.

“Sul gruppo facebook dell’Altra Cirie’ ci è stato scritto da un politico locale che non siamo abbastanza importanti per poter organizzare un evento simile. “Vi hanno fatto capire che non siete nessuno e di iniziare a porvi delle domande sul vostro operato” dice Vito ormai giunto all’ultimo goccio della sua birra media. “Che non siamo nessuno lo sappiamo, ma questo non vuol dire che non vogliamo capire..” termina la Cinzia.

“Ma caxxo! È questo il punto!” Proseguo tirando un pugno sul tavolo e alzando la voce. I ragazzi del dehor si girano per un attimo, mi scrutano per poi rigirarsi e alzare il volume della loro cassa Bluetooth rossa. “Avvicinare la politica ai cittadini! Era questo il nostro scopo. Non siamo un giornale, non siamo un movimento politico, non siamo una associazione, non siamo nulla se non dei cittadini che vogliono conoscere le intenzioni di questi politici.”

Prendo fiato ma Cinzia mi interrompe:” È ci è stato detto che non potevamo chiamare i candidati alla presidenza, ma cercare qualcuno di meno importante che rispecchiasse la nostra di importanza”.
“Guardate” prosegue Vito “tu prima hai detto che abbiamo perso, ma non è così. È la politica ad aver perso. Non noi.”

Dario annuisce e prosegue” fino a che dei cittadini verranno snobbati e screditati da un politico che si sente importante ancor prima di essere eletto, sarà la stessa musica di sempre. Sempre gatti e volpi che si alleano per sfruttare i poveri Pinocchio che vagano ignari per il paese. La politica ha perso, ma uno di questi, gatto o volpe che sia, sarà governatore della regione per i prossimi 5 anni e avrà un peso non indifferente nelle nostre vite: sanità, trasporti e ambiente dipendono quasi esclusivamente da loro, quindi loro han perso, ma quelli fregati siamo noi. Non noi quattro, i cittadini votanti, tutti. Forse é il caso di iniziare a pensare più in grande per poter avere un peso che non possano più ignorare…”

È giunto il momento di alzarsi e tornare nelle nostre case. Facciamo ancora una camminata verso i portici e ci godiamo Cirie’ con le sue tenue luci ed il suo fascino discreto e poco prorompente. Da lontano intravedo la mia macchina e capisco che la serata è davvero finita. Ci salutiamo delusi. “Ricorda di disdire tutto domani. Devi disdire la location, la sicurezza, la ambulanza. Dovrai andare anche in Comune a dire che non si farà più nulla” dico a Cinzia. “Certo. Domani faccio tutto.”
Salgo in auto, accendo la radio e tiro giù il finestrino: “ hey ragazzi, dimenticavo! Chi votiamo a questo punto?” “Guarda io non so chi votare, ma di sicuro so chi non votare. Buonanotte.” risponde qualcuno.

di Alessandro Baccetti 

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