Houston, abbiamo un acciottolato

Presentazione in pompa magna per il progetto di riqualificazione del centro, sala consigliare discretamente piena e breve preambolo di sindaco e assessore competente (?) per lasciare subito la parola all’architetto che ha curato la stesura del progetto: carrellata di slide convincenti e descrizione dettagliata di quello che sarà fatto sono un buon viatico, purtroppo per me non bastano a dissipare i dubbi che nutro sull’operazione. Beninteso che non ho nulla contro la riqualificazione del centro, anzi!

Ma i dubbi riguardano in principal luogo cosa si intende per centro. Da quanto emerso per l’attuale amministrazione il centro è via Vittorio, partendo da San Martino per arrivare a Loreto, pare quasi che via Matteotti sia in un altro paese, eppure è li, in pieno centro storico, semi dimenticata e ignorata da tutti, ma come si dice “a caval donato non si guarda in bocca”… E allora vediamolo questo progetto che a detta del sindaco, di Pugliesi e dell’architetto mette tutti d’accordo: belle arti, associazioni e cittadini, partendo dagli aspetti che più mi sembrano condivisibili: l’eliminazione delle tesate che corrono da una facciata all’altra lungo tutta la via: cavi elettrici e telefonici spariranno e anche l’illuminazione della via non sarà più appesa al centro strada ad antiestetici cavi ma sarà ancorata alle facciate degli edifici, durante i lavori verranno approntati anche dei cavidotti lungo l’asse viario da usare un domani che se ne presentasse la necessità (buona cosa quella di pensare al domani), il parziale abbattimento delle barriere architettoniche e il rifacimento parziale del piano di calpestio sotto i portici sono altri elementi che depongono a favore del progetto, l’installazione di arredi urbani e panchine… tutto bello, però… Però mi sembra di tornare al dicembre 2015, quando l’allora assessore Perello illustrava un intervento analogo e alla domanda “quindi la via diventerà pedonale” rispondeva “non c’è l’intenzione di rendere la via pedonale, questa sarà una decisione che toccherà alle future amministrazioni”, ecco, ieri sera Pugliesi ha ribadito il concetto con parole diverse dicendo “in attesa di capire cosa sia meglio non modificheremo la viabilità e sarà ancora una via transitabile”. Solo che nel 2015 l’intervento era sostanzialmente diverso, con una via tutta lastricata e l’arredo urbano che in alcune slide invadeva il piano viario, chiaro segno che la pedonalizzazione era ben più che una vaga idea, ora invece non solo ci siamo sentiti rassicurare che “gli stalli saranno segnalati da apposite borchie in metallo conformi al codice della strada” ma il piano viario è stato pensato in buona parte in acciotolato, perchè così le belle arti son contente e fa molto più pendant con le case che affacciano sulla via.

Va bene che sia una via di chiara origine medievale e quindi l’acciotolato sia in perfetto accordo con l’architettura del cento, ma sarebbe bene ricordare che in epoca medievale le calzature delle donne erano un po’ differenti da quelle in uso oggigiorno. Quindi, traducendo in italiano il Pugliesi-pensiero si ottiene qualcosa di questo tipo: non abbiamo idea di cosa serva alla città né l’impronta che le vogliano dare, quindi nel dubbio abbiano studiato un intervento che dia adatto a tutto.

Che traslando il discorso dall’ambito architettonico a quello dell’abbigliamento (che a molti di noi é più famigliare) si ottiene qualcosa del tipo “abbiamo disegnato un paltó a maniche corte che vada mediamente bene in ogni stagione”. Ecco, questo è stato l’intervento che ha dissipato ogni perplessità e mi ha dato una chiara visione quanto profonda fosse l’insipienza di questa amministrazione: pensare a una strada per tutte le occasioni (quindi anche pedonale) ritenendo l’acciotolato una pavimentazione comoda e confortevole anche per transitare a piedi (o in bici, per quello che vale), senza quindi tenere conto né della fruibilità né del contesto sociale (perché i mozziconi di sigaretta e le deiezioni canine di cui le nostre strade abbondano rischiano di trovare fissa dimora nelle fughe strette e profonde di una pavimentazione simile).

In mezzo a tutto questo spicca l’intervento di Faletti, presidente ascom, che sottolinea una verità tanto banale da essere quasi scioccante “il centro non é dei commercianti, ma dei cittadini tutti” peccato che questo concetto non sia stato adottato dall’amministrazione: se avessero fatto qualche incontro preliminare anche con i cittadini, anziché limitarsi a illustrare i progetti definitivi ed esecutivi qualcuno avrebbe potuto intravedere i rischi che la parola “acciotolato” recavano, ma come sottolineato dal vicesindaco Buratto in un’altra occasione “noi sappiamo esattamente cosa fare”… (emmenomale dico io, pensa non lo avessero saputo!).

Concludendo mi sento di dire che ancora una volta la pochezza della visione dell’amministrazione si riflette sulla vaghezza dell’intervento, in cui non emerge chiaramente nessun aspetto sulla destinazione d’uso cui l’intervento è finalizzato, anzi l’unico aspetto certo è che con l’acciotolato nessuna signora con un minimo di tacco si metterà a camminare a meno di essere sostenuta da due baldi accompagnatori o avere caviglie d’acciaio.

di Dario Zabardi

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