Er monnezza

Ieri sera c’è stato l’incontro organizzato dal Consorzio Cisa al salone polifunzionale di via delle spine, del quale cercherò di fare un resoconto il più fedele e puntuale possibile, non lasciando che i pregiudizi per le novità influiscano sul mio giudizio.

Dopo la doverosa parte di informazione-sensibilizzazione a base di un bel mix di direttive europee e relative norme nazionali seguite da un breve richiamo delle necessità ambientali e condito da un veloce accenno ai costi del conferimento al “termovalorizzatore”(virgolettato perché prima o poi scriverò anche a proposito di questo neologismo) più qualche numero buttato lì, in maniera quasi casuale, ed é su questi che concentrerò la mia attenzione.

L’anno passato il consorzio ha conferito al termovalorizzatore circa 13000 tonnellate di indifferenziato (pagando circa 170 euro, Iva compresa, per ogni tonnellata), di queste circa 3000 arrivavano da Cirié (il 31% del totale circa). Sempre nello stesso periodo abbiamo raggiunto una quota di differenziata pari al 66%, il che vuol dire che a Cirié produciamo rifiuti per 8800 tonnellate all’anno.

La componente indifferenziata è stata raccolta con 26 passaggi, pari a una media di 115 tonnellate a passaggio. L’obiettivo di Cisa, in accordo con le normative vigenti, é di portare la quota di indifferenziato al 20% del totale. Questi numeri, uniti all’osservazione della realtà locale, ad alcune affermazioni dei relatori e a un paio di proiezioni, ci dovrebbero permettere di capire dove andremo a parare nel prossimo futuro.

Prendo quindi il condominio dove abito come rappresentativo della realtà locale e faccio due rapidi conti proiettando i risultati sul territorio: la Cisa fa i conti a litri e decide che la quota minima di ritiri sia da calcolare come segue: 360 litri all’anno per il primo componente della famiglia più 120 litri per ogni componente aggiuntivo. Nel mio condominio ci sono 24 unità e abitano in totale una settantina di persone, dovremmo quindi produrre circa 14160 litri di indifferenziato, disponendo noi di un cassonetto da 1100 litri: i ritiri previsti dovrebbero quindi essere 12/13. Spalmando questo risultato sul territorio, avremmo meno della metà dei ritiri che ci sono stati nel corso del 2019, a parità di riempimento dei cassonetti, questo si tradurrà in una produzione di indifferenziato pari a 1440 tonnellate, ossia il 16% del totale. E questa è la prima (non la sola purtroppo) fregatura: la tariffa base é calcolata in modo da non essere raggiungibile se non facendo meglio (molto meglio) degli obiettivi imposti dalla stessa Cisa: passare dal 20 al 16% vuol un miglioramento del 20%, la qual cosa è difficilmente realizzabile (non a caso gli stessi funzionari Cisa hanno, a più riprese, ribadito il concetto che sarà “estremamente difficile” raggiungere determinati standard).

Alla spiegazione di come sarà stabilita la tariffa base (a cui seguirà conguaglio in base al numero dei ritiri di cui si è usufruito) è seguita la rassicurazione che, se saremo virtuosi, avremo comunque un risparmio, quantificabile in circa il 30%.

Gran bella cosa quindi.

Poi però viene specificato che i cassonetti accessibili verranno comunque svuotati ogni 2 settimane, che siano pieni o meno, quindi se abitate in un condominio senza cortile o apposita zona chiusa vi vedrete addebitato il costo di 26 ritiri anziché i 6 o 8 o 16 (a seconda dei casi). compresi nella tariffa base, con buona pace del mancato risparmio e del vostro portafogli.

Però ci sono anche buone notizie se abitate in un condominio: arriveranno tra alcuni mesi dei fantastici cassonetti con il microchip, così anche se gli altri condomini non saranno virtuosi come voi, voi potete comunque fare affidamento sulla lettura dei volumi che conferirete e potrete arrivare al fatidico risparmio del 30%, che vuol dire che in una famiglia di 4 persone che pagava 260 euro ne risparmierete 78 (sempre che facciate meno del 20% di indifferenziato, unico neo il costo del cassonetto: circa 20 euro a persona, nel nostro caso di una famiglia di 4 persone 80 euro. Da pagare in anticipo…

Più di una persona in sala ha sollevato obiezioni e perplessità, cui è stata data una risposta sommaria e che son state in parte cassate come illogiche, ma che erano espressione del nostro sentire tipicamente italiano: quello che ti spinge a stringere le chiappe perché senti appropinquarsi l’ennesimo rapporto sodomita non desiderato (pareva brutto scrivere “inculata”).

Insomma la matematica non supporta questo approccio, il buon senso nemmeno e le uniche certezze che ci restano sono che l’ultima ruota del carro è l’unica che paga per la salvaguardia di un ambiente che avrebbe bisogno di approcci ben più incisivi (altro tema di cui scrivere separatamente) e che l’amministrazione comunale sta a guardare, forse perché non abitando in condomini con i cassonetti sulla strada, ma avendo magari un cortile privato, magari in una casa singola, tutta una serie di problemi manco se li é immaginati.

Ma poi che avrebbero dovuto fare? Mediare con un consorzio in cui dovrebbero fare la parte dei leoni per salvaguardare, oltre gli interessi dell’ambiente, anche le vostre tasche? Ma quando mai!

di Dario Zabardi

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