Sposerò Simon Le Bon

E ora chi è sto Simon Le Bon? Mi rendo conto che non tutti conoscono il divo degli anni ’80, leader dei Duran Duran, gruppo britannico che suonava musica new wave e synth pop, quello che ha fatto battere forte il cuore alle ragazzine nate nel lontano 1970.

Quando è uscito l’unico film a lui dedicato (1986) io avevo solo 11 anni e non ero stata “reclutata” per andare a vederlo al cinema, però ricordo la delusione delle mie sorelle maggiori e delle loro amiche per il finale non proprio lieto. La protagonista è Clizia (ironia della sorte) un’adolescente che sogna ad occhi aperti di sposare il suo idolo musicale, il cantante Simon Le Bon.

Tutta la sua vita ruota attorno a questa passione, che condivide con l’amica del cuore Rossana, che invece predilige il bassista del gruppo, John Taylor, meglio! Almeno non si litiga.

Ai tempi anche io e la mia migliore amica M. eravamo follemente innamorate di due inarrivabili del quartiere: belli, simpatici, affabili, con un futuro promettente, ma hainoi, amici dei nostri fratelli maggiori, quindi escluse a priori dalla lista delle loro prede, senza possibilità di appello. Il “mio amato” era fidanzato da sempre con la ragazza che avrebbe sposato qualche anno dopo; quello di M. eternamente single. Ma noi eravamo caparbie: li avremmo sposati!

Nel film, ad un certo punto, Clizia viene a sapere che i Duran Duran parteciperanno al Festival di Sanremo come ospiti e, insieme a Rossana, scappa di casa alla volta della riviera ligure, per realizzare finalmente il sogno di conoscere il suo amato. Non riesce nell’intento, poiché non solo non lo convince a sposarla, ma non riesce nemmeno ad avvicinarsi a lui.

Nel mio caso e in quello di M. le cose sono state ben diverse… molto, ma molto meglio! Avevamo occasioni di saltare al collo dei nostri beniamini (ma solo perché “sorelle piccole” dei loro amici) e scattare qualche foto che puntualmente veniva mossa perché ci prendeva il morbo di Parkinson a tenere in mano la macchina fotografica, ma questo ci faceva sognare ancora di più: passavamo ore a guardare quelle immagini sfocate e sognavamo, sognavamo… che meraviglia i sogni!

Intanto trascorso qualche anno, il “mio” era riuscito a raggiungere il futuro promettente che sognava, girava il mondo per la sua professionalità ed era stimato e ricercato in tutto lo stivale. Nel frattempo si era separato dalla fidanzata storica (diventata moglie) e io, ormai teenager (quanto ho ringraziato Dio per la maggiore età), ho pensato fosse “la mia volta”.

Macché! Andata male anche questa occasione.

Fatto sta che altro tempo passa (25 anni, per l’esattezza. Porca vacca! Ma son così veloci 25 anni?!) e io non ho più avuto modo di incontrare il mio idolo, avevo sue notizie perché la sua fama lo portava spesso su giornali e riviste, ma personalmente non l’ho più incontrato. Se non che sabato mattina mi sveglio trulla trulla e mentre faccio colazione con il mio consorte gli racconto il sogno di quella notte (e di una vita!): avevo finalmente consumato la mia storia d’amore con il mio idolo! Quanto ero felice!…. Dario un po meno, ma in fondo era solo un sogno. Ora penserete che questa è la triste conclusione di una storia mai iniziata, invece… che succede? Domenica mattina Dario mi convince ad uscire per una commissione urgente e inderogabile: acquistare un regalo di Natale. Premetto che per una serie di vicissitudini le occasioni di uscita sono state ridotte all’osso negli ultimi due mesi e poiché sono pure diventata ipocondriaca (e qui la vicinanza di Baccetti è stata letale) indosso doppia mascherina e tengo le distanze dagli estranei altro che di un metro… Fatto sta che mentre ero in coda alla cassa mi volto verso l’entrata del negozio e chi vedo? Il mio Simon Le Bon! Un sussulto! Quei grandi occhi verdi, gli sguardi si sono incrociati per un nano secondo e no… non ce l’ho fatta. Con uno scatto gli ho voltato le spalle e non sono riuscita nemmeno a dire “ciao”. Però ho detto a Dario che mi era accanto “il sogno dell’altra notte…. è lui!”.

Storia finita? Questa volta direi di si, ma mica posso lasciarvi senza una morale! I sogni ci fanno stare bene e danno le giuste emozioni al nostro cuore, quanto basta per rimanere vivi. Quindi non smettiamo di sognare, a qualunque età.

E poi chi lo dice che il lieto fine non esiste? La mia amica M. se l’è poi sposato il suo Simon Le Bon e tutt’ora sta con lui, hanno formato una bella e solida famiglia e vivono felici e contenti.

di Cinzia Somma

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