Dad e diottrie

Scientificamente e, soprattutto, giuridicamente, é tutto da provare: l’uso di pc, smartphone, tablet può creare problemi di vista, soprattutto in età adolescenziale.

Ma nessuno se ne preoccupa a livello di ministero dell’istruzione, né gli insegnanti né dirigenti scolastici. Ai problemi psicologici e di disagio sociale si aggiunge, dunque, questo della vista che può essere compromessa fin dalla tenera età. «L’età più critica è quella degli studenti di scuole elementari e medie – spiega la dottoressa Laura Sciandra, oculista di Humanitas Cellini –, periodo in cui lo sviluppo visivo deve ancora completarsi del tutto ed è influenzato dallo stile di vita, oltre che dalla base genetica. Per questo è importante proteggere la salute degli occhi, attraverso controlli periodici e un uso limitato dei dispositivi elettronici».Ovviamente il problema dell’affaticamento visivo e del peggioramento dei disturbi già esistenti quali miopia incidono anche negli occhi dei docenti.

E’ capitato anche a me che già ho subito due operazioni alla retina. Ho fatto una visita ed un campo visivo a Ciriè: la dottoressa che lo stava eseguendo mi ha raccontato di avere in cura, assieme alla sua équipe, un alto numero di ragazzini già miopi a cui la vista sta peggiorando. La stessa dottoressa mi ha però detto che non si sa se questi cali improvvisi siano dovuti alla didattica a distanza o per altro.

Insomma non é ancora del tutto dimostrabile, anche giuridicamente, se la dad provochi questi danni visivi a studenti e a docenti. Ed é arduo ancora denunciare presso i tribunali questi danni visivi probabilmente causati dalla didattica a distanza poiché é ancora materia fresca di studi scientifici appena avviati.«In questi mesi di emergenza, alcuni disturbi lievi si sono aggravati fino a richiedere l’utilizzo di occhiali– precisa la dottoressa Sciandra-. Inoltre, l’utilizzo di dispositivi elettronici determina una maggiore secchezza dell’occhio e un conseguente bisogno di colliri lubrificanti, in quanto si tende a non sbattere gli occhi e a mantenere lo sguardo fisso sul monitor, provocando una maggiore evaporazione del film lacrimale».

Sintomi come mal di testa, arrossamenti oculari, affaticamento e bruciore agli occhi non vanno quindi sottovalutati e necessitano di opportuni controlli, per valutare lo stato e la salute della vista del bambino. Un suggerimento per gli insegnanti arriva da Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi) che dice che «gli insegnanti ogni 20 minuti dovrebbero invitare a interrompere la messa a fuoco da vicino e chiedere agli studenti di guardare in lontananza per un minuto prima di riprendere».

Uno dei principali problemi derivanti dall’impiego di questi dispositivi, secondo i medici oculisti, è la messa a fuoco a distanza ravvicinata, uno sforzo accomodativo che può predisporre allo sviluppo della miopia. «Ricordo che la miopia si sviluppa dagli 8 ai 13 anni. – dice ancora Piovella – Nei Paesi asiatici quasi il 97% dei ragazzi di questa età sviluppa la miopia, mentre in Europa è il 65%.».

«E’ importante che i ragazzi passino dalle 2 alle 3 ore al giorno all’aria aperta, perché la luce del sole rispetto alla luce artificiale aiuta i nostri occhi. E per finire– conclude il numero uno della Soi – insegniamo ai bambini a non avvicinare troppo agli occhi la tecnologia digitale, cosi come le nostre mamme ci chiedevano di stare distanti dalla televisione». (fonti utilizzate e approfondimenti: https://www.orizzontescuola.it/didattica-digitale-gli…/ ; https://www.clinicacellini.it/…/la-didattica-distanza…)

di Davide Pelanda

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