Alla fiera dell’est

Mercato di Cirié

In genere quando parliamo di commercio e commercianti usiamo toni di benevolenza e rispetto, ma un paio di vaffanc@ulo oggi me li fate mandare?

Parlavo con mia madre, assidua frequentatrice del mercato cittadino del venerdì e mi ha raccontato un paio di cose che le sono accadute in queste settimane.

Se sono accadute a lei, presumo ci siano un paio di banchi che cercano di approfittarsi delle persone anziane in generale.Il primo episodio risale a 15 giorni fa. Mia madre prendeva della frutta in un banco “nuovo” che non aveva visto altre volte. Paga con venti euro.

La commessa prende i soldi e li mette in tasca. Dopo di che le da il resto come se avesse pagato con dieci euro. Mia madre (chi la conosce sa che sui soldi non la frega neanche belzebu) le dice che si sta sbagliando. La signora apre la cassa e le fa vedere che non ha nessun 20 euro. “Ma li hai messi in tasca! Sei seria?!”

La signora sbuffa e le da il resto giusto. Invece questo venerdì mia madre è decisa a comprarmi un nuovo copri divano perché il mio è distrutto dalla belva che tengo in casa. Ne vede uno che le piace, mi manda le foto, approvo (tanto anche se non avessi approvato me lo avrebbe preso lo stesso perché a lei piaceva da matti) e paga. Paga nuovamente con 20 euro.

La signora (brutta ma brutta tanto viene definita da mia madre, ma non diciamolo) prende i soldi, si gira, si rivolge a mia madre e le rida un pezzo da 20 euro tutto rotto e con lo scotch attaccato; la guarda e le dice” guardi queste non gliele posso accettare perché sono rotte non me le prende neanche la banca”.

Allora la Fiorina si incaxxa e ricorda alla simpatica, professionale commerciante (brutta) che quelli non sono i soldi che lei le ha dato. Di non prenderla in giro. I soldi li aveva appena prelevati dalla posta e non erano sicuramente così.

Al che la commerciante sbuffa, lancia il mio copri divano sul banco e mette fine alla commedia. Tutto ciò per dire,soprattutto alle persone anziane, di stare attente e sempre allerta.

L’ideale sarebbe frequentare sempre gli stessi banchi, quelli storici o per lo meno quelli di cui ci si fida.

di Alessandro Baccetti

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