Can che abbaia…

…Non saprei bene come definirlo.

Un killer probabilmente. Si ecco, il killer del quartiere parco di Ciriè. È così che lo chiamerò. Sguardo fiero e spavaldo vaga senza meta per le strade che spaziano tra via Remmert e via Veneto. Fiero e autoritario mostra il suo manto nero e la sua coda dritta con orgoglio e autorità. La prima volta che l’ho incontrato è stato uno shock: il mio cane aveva iniziato a abbaiare e correre come un matto per tutta la casa. Sentire Marley ringhiare per la prima volta è stata una sorpresa. Stai a vedere che mi è impazzito il cane, ho pensato.

È uscito di testa e adesso mi sbrana. Continuavo a chiedergli cosa fosse successo (ma è un cane e a quanto pare il detto che i cani non parlano è veritiero) fino a che mi fa segno di seguirlo alla finestra che da sul cortile. Mi avvicino e il killer è lì.

Fermo e immobile che si gode la scena: il mio cane che abbaia e ringhia come se dovesse sbranare la sua preda, e lui lì immobile con una sorta di ghigno felino. Un ghigno alla Joker che sembra voglia dire: ”vieni se hai coraggio. Dai. Ti aspetto. Ah no, scusa … tu sei in gabbia mentre io sono libero”.

Nel frattempo anche gli altri cani del quartiere hanno sentito Marley e hanno iniziato a abbaiare dai loro cortili recintati. Il killer sente gli ululati e lascia il mio cortile per andare a osservare e sfidare gli altri cani di cui si sentono i lamenti. Fa la sua sfilata, cancello per cancello, soffermandosi fino a far girare su stessi quei poveri cani quasi a fargli prendere un infarto.

Vorrebbero sbranarlo e farlo a brandelli, ma lui è libero mentre loro sono chiusi in gabbie che, anche se spaziose e dorate, sono pur sempre gabbie. Quando si rende conto che la sfida l’ha vinta a pieni punti, ecco che il nostro concittadino killer si gira e si intrufola in un qualche giardino sperduto dove qualche amico umano gli lascia del cibo per sfamarsi e riprendere le forze al fine di affrontare un’altra battaglia.

E tutti i giorni la storia si ripete: si avvicina a un cancello e il primo cane che lo avvista inizia a abbaiare e a correre avvisando tutti gli altri cani del vicinato che lo strafottuto gatto nero è lì. Allora parte la “cagnara” e tutti si mettono vicino ai cancelli della propria gabbia ad attenderlo e a fargli credere di essere più forti.

Ma lui sa che ha un paio di cose dalla sua parte: la libertà e uno strano tizio con un berretto a basco che lo rifornisce di nascosto di crocchette e acqua.

Non esca fuori che sono io altrimenti Marley e i suoi compagni di cagnara si incazzano davvero a sto giro.

di Alessandro Baccetti

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