La “Don Chisciotte” de noartri

Non le conto più le volte in cui ho scritto di raccolta differenziata, di bollette impazzite, di calcoli errati, di conguagli mai arrivati. Spesso ho l’impressione di parlare ai muri, o di essere ignorata, poi guardo le visualizzazioni del blog, leggo i messaggi di solidarietà che mi arrivano privatamente, le gente che mi ferma per strada per complimentarsi per ciò che faccio e torno a combattere contro i mulini a vento. Ho molto tempo libero e battermi per ciò in cui credo è una delle mie ragioni di vita. Ho insegnato ai miei figli ad essere onesti, rispettosi, comprensivi, non sempre ci sono riuscita, ma ragionare a quasi cinquant’anni è tutt’altra cosa che farlo a venti, ci sta. Sono comvinta che nel lungo termine arriveranno i giusti insegnamenti.

Sulla nostra cittadina ho sollevato (grazie anche alla collaborazione di simpatizzanti) parecchie questioni che mi lasciavano perplessa, la grossa differenza di spesa tra le medesime giostrine dei parco giochi di Ciriè e San Carlo mi viene in mente al momento, ma le denunce che sono passatre tra questo blog e la pagina FB dell’Altra Ciriè sono veramente tantissime. Ne hanno parlato i giornali, che oltretutto dovrebbero riconoscere un compenso a me e al Baccetti per le pagine che gli facciamo riempire ogni settimana, si è prodigata in considerazioni l’opposizione comunale, ma di fatto, nessun provvedimento è mai stato preso, le segnalazioni sono sempre rimaste lì nel limbo, hanno fatto parlare, ma poi sono finite nel dimenticatoio.

Allora cos’è che sbagliamo? La risposta che mi sono data è una sola: l’approccio!

Quante volte vi siete sentiti dire che per cambiare una situazione è necessario cambiare l’approccio? Io lo dico spesso ad amici che lamentano una situazione stagnante in ambito sentimentale, lavorativo e sociale. Molto spesso ci ritroviamo in una melma dalla quale ci sembra impossibile uscire, ma il più delle volte l’errore lo compiamo noi, in maniera metodica, ripetitiva: agiamo e reagiamo ad un evento sempre allo stesso modo… è chiaro che l’intera situazione non può cambiare.

Possiamo provare a ragionare, a dare un senso logico alle circostanze, possiamo provare a dare suggerimenti, ma se questi vengono ignorati completamente, allora in quel caso è necessario infierire con un colpo di grazia. E fa male, cavolo se fa male, soprattutto per una persona come me che detesta le ingiustizie, che si batte per gli indifesi e per i più deboli. Niente, in questa situazione ho compreso che l’unico modo per uscirne viva è adeguarmi alla massa, devo fare la “furba” anch’io. Devo adeguarmi alle regole.

E com’è che si dice? Fatta la legge, trovato l’inganno? E’ così che funziona? E’ così che le cose vanno avanti in questo mondo malato e incivile?!” E allora adattiamoci! Prendiamoci in giro, tanto così si usa!

Come ho scritto più volte trovo sconvolgente, inefficente e ingiusto il regolamento di CISA, Sia, Comune di Ciriè, secondo il quale, per avere un cavolo di bidone per la raccolta differenziata individuale, pur abitando in un condominio, non basta richiederlo. Eh no! E’ necessario che la maggioranza dei condomini sia daccordo. A nesssuno è venuto in mente che chi non distingue un rifiuto indifferenziato da un altro riciclabile non ha nessun interesse ad avere un bidone nominale. Chissenefrega, tanto se arriva la multa viene divisa per tutti i condomini, mal comune mezzo gaudio.

Ed ecco che, dopo aver sollevato il problema più e più volte, dopo aver contattato gli uffici del consorzio CISA e quelli comunali, ma ricevendo sempre la stessa risposta che “questo è il regolamento” mi è venuta in mente una genialata.

Da oltre 10 anni ho il balcone occupato da 4 bidoni di colori differenti: in quello giallo ho messo la carta, in quello blu il vetro, in quello arancione l’indifferenziato e in quello verde l’organico. In più ho uno scatolone per i cartoni e i soliti 2 sacchi trasparenti per la plastica.

Tutto questo, oltre che a stressarmi, comporta anche un ulteriore lavoro: dividere i rifiuti e spostare tutto l’ambaradam un giorno sì e l’altro pure per poter effettuare una pulizia decente del balcone.

Quindi qual’è l’idea geniale? Butto via tutti i bidoni e ficco tutto in un unico sacco, necessariamente nero, esattamente come fanno i miei vicini di casa, quelli che non vogliono il bidone nominale. In fondo, se e quando arriverà la multa io dovrò pagare la mia parte esattamente come loro, pur non meritandomela.

Ora son già più rilassata: bottiglie di plastica, bucce di patate, assorbenti, tutto in un unico sacco, et voilà! ho già acquistato uno sdraio per prendere il sole da mettere sul balcone svuotato.

Questo è ciò che volete? Bastava dirlo! Non riusciamo a rendere civile chi non rispetta le regole, peggio ancora, non riusciamo neanche a convincere chi di dovere che il regolamento è da rivedere. Allora perchè rispettarle?!

Spero di non aver offeso la sensibilità di nessuno, vorrei evitare un’altra querela che riempie solo le pagine dei giornaletti locali.

di Cinzia Somma

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