Chi ha voglia di fare un po’ di conti e di una lettura veloce veloce?
Premessa: la democrazia ha il suo costo e io credo si tratti di un costo irrinunciabile.
La riforma costituzionale prevede un taglio ai costi della politica. Il fronte del SI’ dice si tratti di 500 milioni di euro, il fronte del NO dice si tratti di 58 milioni (che è il risparmio delle indennità tagliate dei senatori, certificato dalla Corte dei Conti).
Secondo il fronte del SI’ i risparmi previsti di 500 milioni di euro non consistono solo nel taglio alle indennità dei 315 senatori – appunto i 58 milioni su cui si è tutti d’accordo- , ma riguarda anche l’abolizione del CNEL (9 milioni) e delle Province (350 milioni) più una serie di risparmi organizzativi sugli uffici del Senato che verrebbero accorpati a quelli della Camera, sui gruppi dei senatori, sul tetto messo alle indennità dei Consiglieri Regionali che guadagnerebbero nella loro totalità meno di adesso, ecc.
Se come dicono i sondaggi il 4 dicembre vincerà il no diremo no anche a questa sforbiciata, ma legittimamente l’avranno deciso i cittadini prendendo in considerazione altri aspetti.
Quale potrà essere il passo successivo? (Io mi auguro non si demorda e si tentino altri risparmi): Taglio alle indennità dei parlamentari, taglio dei vitalizi?
Proviamo ad analizzare le principali proposte in campo.
Riguardo il taglio alle INDENNITA’ ai parlamentari ci sono almeno 3 posizioni diverse:
-quella dell’attuale maggioranza di legare le indennità dei parlamentari alle reali presenze in Parlamento e di rivedere anche i rimborsi,
-il M5S la cui proposta di legge Lombardi rinviata recentemente in Commissione prevede un taglio lineare alle indennità (anche gli assenteisti prenderebbero € 5.000 lordi) e una rendicontazione dei rimborsi con carta di credito,
-Brunetta il capogruppo di Forza Italia vuole legare le indennità al precedente lavoro del Parlamentare (se prima faceva il professore universitario o l’avvocato prenderebbe ancora di più dell’attuale indennità parlamentare e se si tratta di un disoccupato prenderebbe una cifra tipo il reddito di cittadinanza e quindi molto meno).
Posizioni apparentemente inconciliabili tra loro, speriamo bene perchè le leggi per passare devono avere i numeri in Parlamento.
Altro punto i VITALIZI.
In quanti sanno che i vitalizi per i parlamentari sono stati aboliti dal 2012? Io per esempio non me lo ricordavo.
Dal 1 gennaio 2012 anche per deputati e senatori è entrato in vigore il sistema contributivo. Il cavallo di battaglia del Presidente dell’Inps Tito Boeri consiste nel proporre una sforbiciata anche nei confronti di coloro che hanno lasciato lo scranno prima di quella data dopo averlo occupato per almeno cinque anni e continuano a ricevere un assegno calcolato sulla base della permanenza in Parlamento e non dei contributi versati.
Oggi ci sono circa 2.600 vitalizi in pagamento, per un costo stimato in circa 190 milioni di euro. “Applicando le regole del sistema contributivo, oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori italiani, all’intera carriera contributiva dei parlamentari, la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40% scendendo a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro l’anno”, ha detto Boeri in audizione alla Camera. Le casse dello Stato vedrebbero un risparmio di 760 milioni nei prossimi 10 anni.
Si tratta, dunque, di misure non solo simboliche, ma in grado di contribuire in modo significativo alla riduzione della spesa pubblica o al finanziamento di programmi sociali“. “Basti pensare che l’Asdi (oggi sostituita dalla Naspi più comunemente chiamata la disoccupazione) prevedeva per il 2015 uno stanziamento di 200 milioni per i disoccupati di lunga durata“.
MA… C’E’ un MA una legge NON PUO’ ESSERE RETROATTIVA ma può valere solo da quel momento in avanti.
Per toglierli anche agli ex-parlamentari bisogna passare dalla Corte Costituzionale perché i soggetti interessati farebbero ricorso ai giudici (TAR, Consulta, tribunale) e riavrebbero tutto con gli arretrati
Il Governo Prodi aveva presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro le pensioni d’oro ma la Consulta aveva rigettato il ricorso e dato ragione ai pensionati d’oro perchè, ha affermato, si tratta di diritti acquisiti (anche per loro non dimentichiamolo) e quindi intoccabili.
Per quanto mi riguarda voterò sì al referendum costituzionale (e potete aggiungerlo alle cose di cui non ve ne frega niente) e battaglierò nel mio piccolo perché la proposta di revisione delle indennità dei Parlamentari diventi legge.
Riguardo i vitalizi già nel 2012 è stata fatta una cosa positiva perché i vitalizi non ci sono più per i nuovi parlamentari ma non mi accontenterei: proporrei in caso di vittoria del sì un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale, proprio forte di un’eventuale vittoria del sì al referendum costituzionale che non è solo un taglio dei costi della politica ma è anche quello.
Di Maria Coluccio