Anna e la sua Storia:
Camminare per le vie della nostra città e cercare una storia da raccontare. Vagare per le vie del centro e sperare di incontrare qualcuno che abbia qualcosa da dire. Da raccontare.
Anna e lì di fronte a me e so per certo che la sua storia è importate. Che la sua storia è una storia viva. Una storia che merita di essere raccontata.
Di Anna ho un sacco di ricordi. Ricordo il suo
sguardo ancora bambina che invidiava noi ragazzi più grandi giocare nella piazza del grattacielo. Con noi c’era anche suo fratello Daniele, ma lei era troppo piccola e non poteva scendere con noi. Ricordo il suo sorriso e i suoi occhi buoni. Qualcuno mi chiederà cosa vuol dire occhi buoni, ma non lo so… è qualcosa che senti ma che non sai spiegare.
“Sei raggiante più che mai!” Gli dico
“Grazie! Sto bene. Molto bene in effetti. Sto vivendo un momento felice e sono innamorata. Sto assaporando la vita nel modo migliore. Sento che nulla potrà interferire in questa mia felicità!”
” ma la tua storia ha avuto un periodo triste. Anzi tragico oserei dire.”
“Se vuoi ne parliamo. Non mi fa male ricordarlo. Anzi mi fa piacere. Ma soprattutto mi farebbe piacere sapere che questa sera dopo il post tutte le donne e le ragazze del nostro gruppo avvicinassero la propria mano sotto il seno e provassero a sentire se c’è qualcosa di diverso. Basta la sensazione di un livido, l’impressione di una ghiandola infiammata.
Se diagnosticato in tempo il cancro al seno può essere debellato.”
“Quindi tu te ne sei accorta per tempo?”
“Io si, ma il mio medico no. L’ho fatto presente ma è stato sottovalutato. Una gravidanza secondo il suo parere aveva lasciato qualche segno ed era meglio aspettare sei mesi prima di proseguire con gli esami. In sei mesi il cancro si era centuplicato.”
“E dopo?”
Il suo sguardo non cambia. Non abbassa mai gli occhi. Continua a fissarmi e non vedo sensazioni. È’ forte. Molto forte. Non una lacrima, non un appannamento. Nulla! È’ una donna che ce l’ha fatta e che adesso affronta la vita in modo diverso da tutti noi.
” prima l’operazione e poi la chemioterapia.
Quest’ultima è stata terribile. Sapevo che ne avrei dovuto fare otto, ma dopo la prima ho pensato seriamente di non potercela fare più. Non ho pensato di mollare, mai! Ma di non resistere quello si. Daniele mi è stato vicino e mi rincuorava ricordandomi che era “una in meno da fare”.
Ho continuato ed ho sofferto dei dolori che non puoi eppure immaginare. Ma è stata la vicinanza delle mie nipoti a darmi forza. A dire il vero ci ha messo del suo anche la mia cagnolina Willy, e non ridere. Anche finita la chemio ho dovuto proseguire con la radioterapia. Anni di sofferenze impronunciabili. Sai cos’è il cancro per una donna?”
“No. Non lo so. Ci sono state persone importanti nella mia vita che lo hanno subito e che non lo hanno vinto, ma non ho mai chiesto nulla a loro.”
“Il cancro ti cancella. Cancella il tuo essere donna. Prima le sopracciglia poi i capelli. Ti svegli e guardandoti allo specchio non ti riconosci più. Ha cancellato tutte le tue certezze, tutte le tue convinzioni. Tutto il tuo essere. Dolori allucinanti che ti premono lo stomaco e le ossa”
Non ho molte parole e continuo a sorseggiare il caffè senza far trapelare quella voglia di dirle che comunque è andato tutto bene. Sto zitto e continuo ad ascoltare.
“Anche dopo la radioterapia ho dovuto prendere per cinque anni delle pastiglie che mi distruggevano. Pensa che il giorno dell’ultima pastiglia ho fatto una festa. In un locale della zona ho inviato tutti i miei amici e davanti a loro ho preso l’ultima pastiglia. Come sottofondo ho fatto mettere la canzone di Vasco, Sally, e durante il finale ho ingerito l’ultima pillola.
È stata una festa splendida che non dimenticherò mai. Era la fine di un incubo. Poco dopo ho tatuato sulla caviglia il famoso fiocco rosa.
“Un incubo che è proseguito per oltre dieci anni. È’ vero che dopo essere guarita dal cancro al seno, la malattia ti si è riformata?”
” si, questa volta al femore. È’ stato un periodo molto brutto devo ammettere. Un giorno mi sono seduta sul divano ed ho osservato il soffitto. Il tempo passava, ma io continuavo a rimanere immobile nella mia posizione. Alla fine mi resi conto di aver passato tutto il pomeriggio a scrutare il nulla. Nessun pensiero, nessuna emozione, solo io e il nulla.
Ma questa volta ho trovato subito un luminare eccelso. A Candiolo quest’uomo mi ha curato ed operato salvandomi la vita. Ricordo ancora il
giorno dell’operazione. Io mi sono svegliata dall’anestesia e me lo sono visto li, davanti a me con una di quelle riviste sulla casa che leggo sempre io.
Era seduto e aspettava che mi svegliassi.
“Come caxxo si fa a pagare 20.000 euro per questa cucina?”mi disse molto seriamente senza distogliere lo sguardo dalla rivista.
Non sapevo se ridere o piangere. Ma alla fine decisi di ridere. Soprattutto quando mi ricordo’ che sarei potuta andare al concerto di Vasco. Avrei potuto ricominciare ad avere una vita come tutte le altre ragazze della mia età”
“A proposito, comunque sei salva! L’operazione è andata bene” continuo’.
” un uomo prima che un medico. Non passa festa o ricorrenza che non mi ricorda di lui”
“Quale è stato il momento più brutto della tua vita. Hai voglia di parlarne?”
“La perdita di mia figlia. Nessun dolore fisico o mentale ha mai raggiunto quel dolore.”
È’ troppo forte e lo sento. Voglio cambiare discorso, ma Anna insiste.
” vedi questo orecchino? Io ne ho uno e lei ha l’altro.”
Devo fargli cambiare discorso. Non ho voglia di mettermi a piangere in un bar.
“Un ricordo della guarigione?”
” quando mi stavano ricrescendo le ciglia. Ero felicissima e cercavo di mettermi il mascara. Ma piangevo e mi colava giù. Ci mettevo ore per truccarmi e risentirmi donna.”
“E adesso?”
“Adesso vedo e vivo la vita sopra le paure e i pregiudizi. Sopra le righe assurde che state tracciando. Penso tanto a me stessa, ma se vedo qualcuno che soffre sono disposta a donare anima e cuore.”
“Una pazzia?”
” durante la malattia avevo promesso a me stessa che se fossi sopravvissuta avrei fatto visita a Zocca e avrei incontrati Vasco Rossi.”
Mi mostra il braccio ed ha un tatuaggio con l’autografo del musicista. C’e l’ha fatta anche a fare questo! Quando si mette in testa una cosa la nostra amica Anna la ottiene. Che si tratti di un autografo o della vita stessa, il risultato non cambia: lei ce la fa! Una grande ciriacese di cui dobbiamo andare fieri! Anna De Fazio
Di Alessandro Baccetti