E scusate il ritardo…
E da un po’ che voglio scrivere questo articolo.
Mi sentivo un po’ frastornato e non sapevo come affrontarlo. Ho assistito a un concerto di Renato Zero solo poche settimane fa e non mi è piaciuto. Il titolo del post sarebbe dovuto essere:”Renato dov’è?”
Pensavo al concerto che è stato fatto con arrangiamenti fatti da principianti, ospiti che gli hanno rubato la scena e scenografie da artisti di strada. Mi è sembrato un susseguirsi di messaggi promozionali dove artisti da lui sponsorizzati, cercavano uno spazio per alimentare un patrimonio “Zero” bisognoso.
Ho visto quel concerto come un susseguirsi di messaggi pubblicitari e non mi è piaciuto. Avrei potuto alzarmi e andarmene. Ma il rispetto per quello che nel suo piccolo ha fatto per me io non lo dimentico.
Ascolto “uomo no”, ascolto “non passerà” e capisco che non sono caduto nel tunnel della droga anche grazie a lui.
Ascolto “il cielo” e “i migliori anni della nostra vita” e capisco che a superare certe ostilità della società e del destino lui mi ha aiutato a farlo. Ascolto “verde” “sogni di latta”, “esmeralda” capisco che la natura e la purezza della terra posso assimilarla anche grazie a lui.
Ascolto “figlio” e “il cielo” e mi rendo conto che l’aver desiderato così tanto costruire una famiglia tutta mia è anche grazie a lui.
Ascolto “più su'” e mi rendo conto che il non mollare è dipeso molto dalle sue parole. Quindi se adesso lo ritrovo vecchio e trasandato non ha importanza.
Se lo ritrovo avaro e in cerca di nuovi beni materiali, posso passarci sopra. Mi è stato vicino, involontariamente, negli anni in cui avevo un gran bisogno di qualcuno.
E non ha importanza se fosse un trasgressivo oltre il limite accettabile dalla mente umana del tempo. Quel che conta è che mi ha aiutato. Quindi avanti Zero… al prossimo concerto!
Di Alessandro Baccetti