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Ciriè ai tempi del Far West: tredicesimo capitolo

Posted on 28 Febbraio 20177 Marzo 2017 by Alessandro Baccetti

Presto, presto! Datemi una mano a preparare le valige! Dai, marshal! Non dormite! Anche tu, hold! Fate in fretta!” C’era scompiglio nell’ufficio dello sceriffo LORY. Grande fermento.

La prima cittadina stava fuggendo e nessuno sapeva per dove. “Ma dove vai Girl? Perché tutta questa fretta? Chi prenderà il tuo posto?” Chiese il marshal becchino mentre piegava accuratamente le camice del suo capo e le riponeva nelle valige.

“Quante domande! Devo partire per la grande città! Sono stufa di tutto questo! Sempre le solite strade, la solita gente, i soliti nemici. Basta! Voglio crescere! Voglio che il mondo si ricordi di me! Già mi ci vedo presidente dell’intero Stato.

Voglio vivere alla grande” Intanto fuori dall’ufficio le valige continuavano ad aumentare e si era formata una piccola montagna variopinta di colori leopardati e zebrati. Nastri e merletti.

“Ma dove le hai prese queste valige?” “Ma non sono mie. Figurati! Le ho sequestrate alla giornalista Roby.” Nel frattempo la gente iniziava a Incuriosirsi e ad avvicinarsi per vedere cosa stesse accadendo. Donna Francesca si appoggiò al catasto di valige attendendo che qualcuno le facesse una foto.

Anche la carovana dell’alchimista Vito si soffermò davanti all’ingresso.

Dal Saloom uscirono tutti tranne i tre gringo. Franco man aveva appena ricevuto dalla corriera un nuovissimo modello di pistola, una Colt 911 proveniente dal Confine di Rossetti Park.

Non poteva permettersela ma in cambio promise whisky e canapa all’intera gang che glielo procuro’, per un anno intero. “Hey lascia stare quel pezzo di ferro, gringo!! Tanto lo sai che quando vedranno che non arriverà canapa glielo dovrai restituire ai gangster stranieri” disse il Davide boy. “Ma dobbiamo proprio andare a vedere cosa succede nell’ufficio della Major?

Lasciatemi accarezzare ancora un po’ il mio gioiellino di pistola.” Rispose Franco man La folla era sempre più numerosa e a questo punto ogni anima viva di Ciriè City si trovava a guardare cosa stesse accadendo. Inizio’ un campagnolo che viveva come da eremita nella prateria più sperduta della città, a prendere la parola in pubblico. ” ti prego donna! Non partire!

Lasceresti un vuoto incolmabile. Non ci lasciare soli in balia di questi gangster e di questa ignorante e ignobile plebe” disse puntando il dito verso la folla. Poi prosegui ” Dicci cosa dobbiamo fare per farti cambiare idea e restare con noi. Sono anche disposto a tagliarmi un dito del piede. Vedi queste pietre? Queste che sto calpestando? Tutte hanno una storia e io ti posso raccontare la storia di ogni singola roccia presente nella nostra terra.

E poi… ” e poi basta! Che palle! E questo da dove è uscito?” Imprecò lo sceriffo. “Popolo! Devo partire! Non preoccupatevi, ci saranno i Marshal a condurre la città.

Siete in buone mani” disse lo sceriffo “Oh cielo! Di bene in meglio.” imprecò Franco man. Mentre si avvicinava alla carrozza dell’alchimista, in lontananza di intravedeva seduto su di una roccia e con la testa piegata in avanti, il triste Breeze. Fumava e fissava la terra sotto i suoi piedi. Aveva gli occhi lucidi e lo sguardo perso.

Tutta la città in fondo era triste. Alla fine sarebbe mancata un po’ a tutti quella donna. Nando boy, che era rinchiuso in cella, tirò fuori dalle tasche le chiavi della gabbia che lo ospitava ed uscì per unirsi al dolore insieme agli altri. Nel frastuono della folla un signore tocco  involontariamente il gomito di una gentil donna.

Il tutto accade sotto gli occhi vigili del reporter Giacu man che si avvicinò alla fanciulla con in mano il suo taccuino e la penna leopardata presa in prestito.” Mi dica, signora. Come si sente ?

Deve essere stato terribile per lei essere vittima di questa folla. Posso sapere il suo nome? Scrivo solo che la massa si è scagliata contro di lei senza pietà! E mi dica? Cosa ha pensato quando le carni le doloravano?

Ha pensato che fosse arrivata la sua ora?” “Ma lei è pazzo!” Rispose la donna incredula. ” non è successo nulla! Sto benissimo! Mi hanno solo sfiorata!”

Il giornalista si giro e andò in cerca di qualche altro evento da raccontare. Evento che non sarebbe comunque accaduto. Lo sceriffo, arrivata a questo punto iniziò a ripensare alla sua partenza. Forse non era il caso partire per posti così lontani.

Qui la gente mi ama e chissà cosa troverò altrove, pensava. Era ferma ad osservare la carovana dell’alchimista tutta variopinta che la attendeva a porte spalancate. “Quasi quasi resto” sussurro tra se e se. Un solo uomo senti quelle parole. Quell’uomo era Luca Boy che si mise a correre verso lo sceriffo a perdifiato.

In mano aveva una piantina con sopra segnate le strade della contea. “Eccomi! Segui questa rotta! Non sbaglierai. Tre giorni e sarai la regina dello Stato. Non voglio ripensamenti. Parti! Mandaci una cartolina. Ti vogliamo bene” disse mentre la spingeva sulla carrozza con forza.

Peccato che la piantina era stata modificata e faceva finire la carrozza della malcapitata, dritta dritta verso l’accampamento dei terribili nemici Sioux. Ma lei non lo sapeva. Ormai non c’era più nulla da fare. Bisognava partire. Il dado era stato tratto. Con le lacrime agli occhi salì sulla carrozza e sai incamminò tra lo sguardo stupito di tutta la cittadinanza.

Il prete benedì la carrozza e il mormone di nascosto disegnò una madonna con una maglietta a maniche corte sul retro del mezzo con sotto scritto il suo nome ed il suo indirizzo.

Il prete scosse la testa.

Donna Francesca piangeva e impietosita, la giornalista le concedette una foto “però ci fai scrivere sotto dramma a Ciriè City, vero?” Sembrava che ormai tutto fosse perduto, quando in lontananza si intravide uno strano personaggio vestito di bianco allargare le mani verso il cielo era un santone arrivato da una città lontana.

“Fermi tutti! ” gridò “Io sono la reincarnazione di tutti voi e non potete lasciare andare via questa donna! Io detengo la verità e ve la illustrerò. Ascoltatemi!” “Prendi il campagnolo solitario e discutine con lui!” continuò Luca Boy.

“Questa donna deve partire!” continua….

di Alessandro Baccetti

Credit immagine: http://image.nanopress.it

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