8 Marzo: perchè lo ricordiamo

Credo sia bene ricordare il motivo per cui l’Otto marzo viene festeggiato come la “Giornata Internazionale della Donna”.
Tutto ha origine dalla Conferenza delle donne socialiste di Copenhagen del 1910. In quell’occasione si stabilì di istituire una giornata comune in tutti i paesi dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Non venne però decisa una data comune.

Accadde poi che l’8 marzo 1917 le donne di Mosca si unirono ai rivoluzionari sancendo la fine della rivoluzione stessa con una grande manifestazione.

Fu la fine dello zarismo, e questo episodio fece decidere di scegliere come data per la festa della donna proprio l’8 di marzo.

In Italia si cominciò a festeggiare quella ricorrenza nella domenica più vicina all’8 marzo, poi, dal 1925 seguendo i dettami di Lenin, si decise per l’8 marzo.
Nel 1977 l’ONU ha istituito ufficialmente la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale, invitando tutti gli Stati membri a festeggiare con una giornata di particolare attenzione ai diritti delle donne e al loro ruolo negli sforzi di pace, lasciando libertà di scelta sulla data, fissata per l’8 marzo in molti Paesi.

E l’incendio nella fabbrica di New York in cui morirono le operaie? Non c’entra nulla, o quasi. Il 25 marzo 1911, un incendio nella fabbrica Triangle, causò effettivamente la morte di 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini) che lavoravano in condizioni di sicurezza nulle.

L’episodio colpì l’opinione pubblica e per abitudine si tende ad associarlo alla ricorrenza.
La mimosa della Festa delle Donne è la Acacia dealbata, una della tante Acacie che popolano la fascia intertropicale del pianeta. Originaria della Tasmania e del sud-est dell’Australia, la mimosa è stata introdotta in Europa all’inizio del secolo scorso.

E perché come fiore da omaggiare alle donne viene utilizzata proprio questa pianta di mimosa?
La mimosa era già molto diffusa in Italia negli anni della seconda guerra mondiale quando la ricorrenza si faceva sempre più sentire viva nella nostra Italia.

Durante la Resistenza, una giovane staffetta, soprannominata Chicchi, rischiava la vita fra le strade di Firenze, a portare i messaggi ai partigiani; alla fine di una missione, le fu regalato un rametto di mimosa. Quella giovane donna era Teresa Mattei, nata a Genova nel 1921, futura dirigente dell’UDI (Unione Donne Italiane); fu anche la più giovane deputata al Parlamento, eletta nella Costituente.

Teresa si ricordò di quell’episodio quando, ai lavori dell’Assemblea, seppe che che si stava cercando un fiore come simbolo per la Giornata delle Donne (Pietro Longo ad esempio, aveva proposto la violetta, e le partigiane francesi premevano per il mughetto, tuttora usata oltralpe come simbolo della festa delle donne).

Ma lei pensò che la mimosa era una pianta ben acclimatata da noi, facilmente reperibile, molto meno costosa di una orchidea, di una rosa; e se ne poteva staccare un rametto senza danneggiare troppo la pianta.
La storia delle mimosa come fiore delle donne è nato così. Teresa Mattei si è spenta da poco, il 12 marzo 2013.

Infine a nome di tutti noi veri uomini duri del gruppo L’altra Ciriè ci teniamo a farvi gli auguri per questa ricorrenza che dovrà susseguirsi tutti i giorni che verranno, da qui a “per sempre”!

Possiamo? Solo se ci date il permesso, però..

di Alessandro Baccetti

Credit immagine: http://cdn.shopify.com

More from Alessandro Baccetti

Franco Silvestro si confessa all’Altra Ciriè

Franco Silvestro si confessa all’Altra Ciriè: Loredana devi lavorare di più sul...
Read More

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *