Premesso che non ho mai fatto uso di nessun tipo di sostanza stupefacente, per quanto possa sembrare strano a chi mi conosce personalmente, mai fumato nè sigarette, nè tantomeno canne, ieri mi si è aperto un mondo… dal quale però potrei diventare dipendente…
Mentre guidavo in direzione Mathi, nel tardo pomeriggio, ero al telefono con il mo amico avvocato, e quando gli ho detto che mi stavo recando ad acquistare della marijuana voleva interrompere la conversazione, “non voglio saperne nulla… non sento, se c’ero dormivo…!”
Sono riuscita a spiegargli comunque quello che avevo intenzione di fare, e per quanto fosse legale ha volutamente cambiato argomento… va bhe… torniamo a noi.
Da circa un anno e mezzo Stefano Giacomelli, ha aperto un growshop, un negozio in stile olandese dove si vendono semi di marijuana, articoli per fumatori e per coltivazione.”
“Coltivare la marijuana non è legale nemmeno per uso personale… quindi perchè dovrei comprarli??” chiedo; “esclusivamente per uso collezionistico”, mi risponde il ragazzo, tieni la bustina in casa come se fosse una figurina rara dei calciatori.
…seee spendo 8 € per un (1, uno) seme e non provo nemmeno a vedere se cresce qualcosa???… ma figuriamoci!!!
“Illegale anche l’uso personale, se ti beccano con una o più piantine incorri in una sanzione, ma con l’ausilio dell’avvocato (ecco che mi è venuto in mente che mi potrebbe tornare utile…), paghi una multa e non succede nulla”, continua Stefano.
Tra tutti i prodotti mi ha parlato del CBD, composto della marijuana che il nostro corpo produce naturalmente, quindi siamo forniti già dei recettori propensi alla sua assimilazione.
E’ un calmante sedativo, non è un farmaco, che aiuta per diversi tipi di problemi (ansia, stress, insonnia e poi sclerosi multipla, SLA, alzheimer, Parkinson).
Interessante… malattie degenerative con evidenti manifestazioni, hanno effetti immediati sui pazienti che lo utilizzano. Stefano mi dice che un malato di Parkinson, nell’immediato momento dell’assunzione smette di muoversi e di tremare, questa cosa devo approfondirla.
Mi dice anche che medici della zona lo prescrivono ai pazienti, quindi il prossimo step sarà richiedere un intervista ad uno di loro.
Specifico che in un boccettino di olio da 20 mg, l’estratto di CBD è del 3%, non risulta in caso di analisi del sangue, di urine o altro. Non ha controindicazioni e non crea dipendenza fisica. Il costo è decisamente alto.
Mi ha quasi convinta che probabilmente utilizzare ansiolitici o antidepressivi, prescritti da un medico specialista, faccia più danni che non ingerire di tanto in tanto qualche goccia di CBD…
Sono tentata, ma decido di pensarci ancora un po su… dopotutto riesco ancora a dormire abbastanza se mi stanco durante il giorno, e tra il lavoro, la corsa ed i vari impegni non ho ancora necessità di prendere tranquillanti… però la caramella a base di CBD che mi regala Stefano la prendo volentieri… la tengo sul comodino… non si sa mai…
Il giorno dopo ne parlo con alcuni colleghi, tutti molto interessati a questo argomento… ad un certo punto tira su la testa una studentessa, che fino a poco prima era stata in silenzio ad ascoltare e dice: “la somministrazione non risulterà dalle analisi, ma sicuramente inciderà negativamente sul cervello di chi assume certe sostanze!”.
Anche questo mi fa riflettere: i giovani che assumono THC per sballarsi non diventano dipendenti, ma questa sostanza provoca danni celebrali e cognitivi a distanza di tempo.
Stefano mi spiega che il suo negozio è frequentato per lo più, da ultracinquantenni che da giovani, quindi, se la considerazione della studentessa fosse vera, i danni celebrali si evidenzierebbero dopo molti anni di assunzione…
A questo punto mi domando: la differenza sta essenzialmente dall’età in cui si comincia ad assumerla??? Se proprio si deve??
di Cinzia Somma
Credit immagine: http://i.imgur.com