Da qualche giorno, mia figlia aveva un gonfiore su una palpebra; per circa una settimana lo abbiamo trattato come se fosse stato un orzaiolo, ma visto che la situazione non migliorava con il passare dei giorni, il medico curante ha voluto rivederla e ci ha comunicato che non si trattava di orzaiolo, ma di calazio.
Visto che probabilmente era necessario asportarlo chirurgicamente ci ha suggerito di recarci al pronto soccorso dell ospedale Oftalmico di Torino. Così nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 30 giugno, ci siamo andate. Premetto che non ero mai stata in questa struttura ospedaliera.
Naturalmente il Pronto Soccorso era affollato di gente, circa una cinquantina di persone, quindi dopo aver registrato l’accesso, ci siamo armate di pazienza ed abbiamo aspettato il nostro turno.
L’attesa non è stata breve. Circa un’ora dopo di noi, si è presentata una zingara con due ragazzini di 10-12 anni. Il maschietto non faceva altro che correre nella sala e nei corridoi, e non appena rientrava nella sala d’attesa, non perdeva occasione per premere il pulsante che elargiva i biglietti per l’accesso al triage.
Naturalmente la mamma non gli diceva niente, però è andata dall’infermiera per chiedere di passare perchè aveva da fare. E l’infermiera l’ha accontentata.
Nonostante ci fossero persone che aspettassero di essere chiamate da diverse ore, la signora ed i suoi rumorosi ragazzini sono passati per la corsia preferenziale.
Finita la visita, per la quale non ha dovuto pagare il ticket, si è ripresentata dall’infermiera del triage a chiedere le medicine che le aveva prescritto il medico. Questa, senza batter ciglio, le ha preso 2 confezioni di farmaci e gliele ha messe in borsa.
Dopo circa 3 ore di attesa, è arrivato anche il nostro turno. La visita è stata molto accurata, ci sono state date indicazioni per il trattamento della palpebra, ci è stato comunicato l’importo del ticket da pagare (25 €) e siamo uscite dalla sala visite.
Paghiamo il ticket, lo portiamo all’infermiera del triage e le chiedo anche la pomata che mi aveva prescritto il medico. L’infermiera risponde che “loro non danno medicine”, ma visto che le contesto che alla zingara di prima gliene aveva date ben 2 confezioni, mi risponde “no, non ce l’abbiamo”.
Ora, chiarissimo che l’atteggiamento che ha avuto con me è quello corretto, in quanto non credo proprio che una struttura ospedaliera debba passare pomate o pastiglie di alcun genere a chi si rivolge al Pronto Soccorso, ma com’è che la legge funziona solo con chi vogliono loro?? E soprattutto, come può un’infermiera del triage, decidere arbitrialmente a chi dare farmaci e a chi no?? Immagino che la regola sia tassativa per tutti, ma perchè non si riescono a controllare queste uscite sottobanco di materiale di consumo destinato all ospedale??
Poi ci chiediamo perché l’Italia va a rotoli, questa è una di quelle situazioni che non si riescono a gestire e controllare… o forse è più comodo così??? Mha… non me lo spiego!
di Cinzia Somma
Credit immagine:http://lospiffero.com
Ciao Cinzia. Ho letto il tuo editoriale. Mi dispiace per l’accaduto.
Due cose:
– il ticket la signora con i bimbi urlanti magari non lo paga perche’ ha l’esenzione (fascia di reddito ecc…http://www.regione.piemonte.it/sanita/cms2/guida-al-servizio-sanitario/sostegno-alle-cure/286-esenzione-ticket-visite-ed-esami).
– Per il comportamento della gentilissima al triage, potresti scrivere due righe qui…http://www.qsalute.it/ospedale-oftalmico-torino/ dove compaiono già dei commenti poco confortanti.
Ciao e buon lavoro!
Ciao Loredana!! Grazie per il consiglio che seguirò sicuramente. Sono certa la signora non abbia pagato il ticket per il reddito, ma siamo sicuri cha abbia portato la documentazione necessaria?? o il suo stato di “zingara” le da libero accesso a prestazioni e agevolazioni a prescindere??
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