“Far rinascere la passione per la politica. I giovani non sono il bene assoluto, fanno un sacco di cavolate. Chi ha fatto sacrifici prima di noi non guarda questa generazione di disperati di buon occhio.” Con queste parole si è aperta la serata di presentazione di Matteo Richetti come sostenitore alla candidatura alla segreteria del PD di Maurizio Martina.
Il Partito Democratico si trova di fronte ad un’esigenza importante: cambiare tutte le cose che non vanno. È conscio del fatto che finora (o quanto meno fino a quando hanno governato) l’immagine non è stata delle più corrette e coerenti. Soprattutto coerenti. “Mi sono candidato perché voglio cambiare ciò che non mi piace. Il partito va cambiato, va rinnovato, deve essere coerente. Non possiamo pensare che sullo stesso argomento ci siano proposte e approcci talvolta oltre che discordanti anche diametralmente opposte” sulla TAV non c’è molto da discutere, o si fa o non si fa, bisogna scegliere per il meglio del paese e andare avanti tutti sulla stessa linea.
“La nostra proposta è un PD generoso, unito, coerente.” Scelta e motivo della sua candidatura (e incazzatura, precisa): l’approccio che ha avuto il partito con la situazione del sindaco di Pollina, assassinato perché chiedeva spiegazioni per la sparizione di soldi che dovevano essere investiti per la città. “Il partito dov’era? Cosa ha fatto? Questo non è il PD che voglio, né che vuole la gente onesta.”
Giovane tra i giovani Richietti, 44 anni, grinta da vendere e capacità di intrattenere una numerosa platea che ascoltava compiaciuta tutto ciò che diceva, a partire da quota 100 sulla quale manovra ha spiegato senza troppi giri di parole cosa vede lui in questo provvedimento: una legge fatta per pochi e nemmeno troppo flessibile, la quota è “valida” solo con 62 anni di età e 38 di contributi, altro che dire quota 100 per tutti. I vincoli sono ben precisi.
Mi ha preoccupato la sua convinzione nel dire che l’attuale governo non durerà ancora a lungo, ma sono altrettanto preoccupata dal fatto che la situazione corrente arrivi dall’amministrazione PD. Ha criticato la riforma delle pensioni accorpando e criticando la legge Fornero alla quale però la sua amministrazione non ha messo mano.
Sicuramente il suo intervento ha dato spunti di riflessione e interessanti proposte per il futuro.
A me personalmente è piaciuto molto il suo modo di porsi, di non rimanere dietro la cattedra, ma di passeggiare tra il pubblico, di guardare tutti negli occhi. Forse la gente ha bisogno anche di questo, di vedere il politico come uno di loro e che rimanga così anche dopo la sua elezione.
Devo fare i complimenti a Federico Ferrara per aver organizzato la serata, credo che questo sia il modo migliore per avvicinare la gente alla politica e, perché no, anche a farla riinnamorare.
di Cinzia Somma