David Gramiccioli è il fondatore di Umana Gente, un movimento pacifico che mira alla costruzione, alla condivisione e alla diffusione di informazioni verificate e dettagliate.
È molto in un solo uomo: attore di teatro, reporter d’inchiesta, conduttore
radiofonico, pluripremiato del Premio Diritti Umani insieme alla Compagnia del Teatro Artistico d’Inchiesta e del Premio Elsa Morante per il Teatro.
Durante il suo spettacolo-conferenza a cui ho assistito sabato sera ricostruisce un viaggio nella nostra storia, con un filo conduttore tra avvenimenti accaduti da aprile 1953, fino ai giorni nostri: personaggi che si ritrovano e fatti che si ripetono.
Comincia la sua narrazione partendo appunto da quell’11 aprile 1953, giorno in cui viene ritrovato il corpo della giovane Wilma Montesi. Il caso ebbe grande rilievo mediatico a causa del coinvolgimento di numerosi personaggi di spicco nelle indagini successive al presunto delitto.
Da quella tragica e misteriosa scoperta ci porta appunto alla pandemia globale che ha colpito tutti noi passando a fatti più o meno eclatanti di cui ogni partecipante non poteva non avere memoria.
Le sue narrazioni con tanto di documenti che ne attestano la veridicità, passano dal dicembre 1989, giorno in cui i membri dell’Omse si ritrovano per scrivere “le nuove linee guida delle pandemie che colpiranno il 3° millennio”.
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11 settembre 2011 drammatico giorno noto per l’attentato in America alle torri gemelle, facendo poi un passo indietro al 2008 ricordando la crisi economica e la pandemia globale del 2009 con l’influenza suina.
Ricorda il titolo di un articolo pubblicato da Sandra Murray per Il Fatto Quotidiano che scrive testualmente “costruita la pandemia”. Specifica i 3 fattori fondamentali affinché si possa costruire una pandemia: una location, un virus e un paziente zero.
Non si definisce complottista o negazionista, neppure “no vax” eppure considera alcuni degli attuali vaccini “molto più pericolosi della malattia stessa poiché mischiano virus animali con virus umani”.
Di sicuro ha tenuto la platea interessata e col fiato sospeso, in questo suo monologo di quasi 2 ore, in cui ha esposto il pensiero di eminenti scienziati e si è riservato il diritto di trarre le dovute conclusioni. Un vero mattatore del palco: abile e consumato.
Il viaggio è stato lungo e tortuoso, eppure alla conclusione del suo racconto, ogni tassello torna al suo posto, come in quei puzzle da 2mila pezzi con tutte le sfumature dei colori autunnali. Conclude il suo racconto senza il classico lieto fine delle favole: la misteriosa morte di Wilma è esattamente la storia che si ripete con un avvenimento piuttosto recente.
Volutamente ho preferito non entrare nel dettaglio di quanto raccontato perché avrei rischiato di dimenticare qualche particolare fondamentale per far “quadrare i conti finali”, ma anche perché mi piacerebbe che ognuno di voi possa ascoltare questo attore-giornalista per farsi una propria idea e poter dare un giudizio su quanto raccontato.
Non nascondo però che queste due ore mi han lasciato l’amaro in bocca e un senso di impotenza e ingiustizia.
Infine vorrei precisare che ho valutato fuorviante la locandina di presentazione dell’evento; scrivere “l’italia deve sparire” lo mette un po dalla parte dei complottisti e non è quella l’immagine che ha dato di sé stesso.
A novembre dovrebbe avere altre serate nella nostra regione, magari non troppo lontano da noi e chissà?! Potrei aver suscitato nei lettori la stessa curiosità che ho avuto io.
di Cinzia Somma