In questo periodo, chi più, chi meno, viviamo una situazione di confusione per quanto concerne gli atteggiamenti e le indicazioni da seguire per affrontare l’emergenza Corona Virus.
Nonostante gli obblighi, si continua a vedere gente senza mascherina girovagare con assoluta tranquillità per le vie cittadine e altrettante persone chiacchierare allegramente senza nessuna preoccupazione. In questo clima di confusione e ambiguità pensavo ci fossero enti in grado di seguire lo stesso identico protocollo, ma ho verificato personalmente che non è così.
Il settore in questione è quello dell’istruzione: nelle scuole superiori delle nostre valli si utilizzano pesi e misure differenti in situazioni identiche. Mi riferisco a due istituti, uno a Ciriè e uno a Lanzo.
La situazione è questa: in due classi si manifesta un caso di positività al Covid 19. Nel primo istituto immediatamente viene disposta la quarantena a tutta la classe e l’obbligo di eseguire il tampone agli alunni. In ogni caso, indipendentemente dall’esito dei tamponi, si attivano le lezioni a distanza e la classe le seguirà per 10 giorni. Inoltre, anche con esito negativo, lo studente non può uscire di casa e avere contatti con persone estranee alla famiglia, poichè vi è la possibilità che il virus sia ancora in incubazione.
Nel secondo istituto non basta un caso di positività, ne aspettano un secondo nella medesima classe per mettere la stessa in quarantena. Il tampone non viene obbligato ai ragazzi, ma consigliato solo in caso di presenza di sintomi.
L’unica direttiva comune è che i ragazzi rimangono in quarantena domiciliare: pur avendo “negativo” l’esito del tampone, vengono considerati “possibili untori”.
Da quel che ho capito, parlando con il dirigente scolastico del primo istituto, che è una persona estremamente precisa ed attenta alle disposizioni, le scuole non prendono iniziative sul da farsi, ma in collaborazioni con la ASL attendono disposizioni e si muovono di conseguenza. Dunque non si può parlare neppure di ASL di competenza differenti, poichè entrambi i Comuni fanno riferimento alla ASL TO4. Come è possibile che le norme non siano identiche? Possiamo intuire che i responsabili di turno diano disposizioni secondo la loro interpretazione?
Una cosa è certa: in mezzo a tutta questa babilonia confusione, caos e disordine sono ovunque e governano imperturbati.
di Cinzia Somma