In che acque navighiamo?

É fermo a 11 vittime e due dispersi il tragico bilancio dell’alluvione che la settimana scorsa ha colpito le Marche. Bilancio che visti i fatti poteva essere forse ancora più pesante, e qui da noi la situazione com’è?

Il sistema di canali irrigui che serve ampie zone della nostra area e che attinge dalla Stura risale in larga parte alla seconda metà dell’ottocento ad opera dell’ingegnere Giovanni Davicini; forse non tutti sanno che presso il nostro palazzo comunale è affissa una targa in sua memoria, in segno di riconoscenza, proprio per aver risolto il grosso problema idrico che metteva in disaccorso comuni e imprese della zona oltre Stura.

La targa depositata presso il Palazzo Comunale di Ciriè in segno di riconoscimento all’ingegnere Giovanni Davicino

Da allora l’opera è stata ampliata e rivista e ha dimostrato di assolvere ai suoi compiti in maniera egregia quasi sempre.

Si, perché il “quasi” è d’obbligo…

Il rapido susseguirsi di eventi atmosferici sempre più violenti, uniti alla memoria delle alluvioni che hanno interessato il nostro territorio negli ultimi 30 anni, apre la strada a interrogativi e dubbi: siamo davvero al sicuro?

A ben vedere come funzionano le cose in Italia le responsabilità, in situazioni al limite come quelle verificatesi nelle Marche, sono estremamente difficili da accertare: già nel 2014 nelle stesse zone interessate dai fatti recenti c’erano state delle vittime, la procura già all’epoca aveva aperto un’indagine per omicidio colposo, risoltasi in nulla di fatto per decorrenza dei termini (speriamo che stavolta i tempi siano più brevi e si accertino eventuali responsabilità).

Qui da noi siamo invece storicamente bravissimi a tutelarci da responsabilità indesiderate: i comuni, che all’interno del consorzio “Riva sinistra di Stura” fanno la parte dei leoni: demandano il tutto al consorzio stesso, e questo che fa? Demanda a sua volta, almeno per quanto riguarda la pulizia e l’ordinaria manutenzione, ai detentori dei fondi attraversati dai canali… (per verificare vedere il link qui di seguito https://www.cirie.net/it/news/pulizia-annuale-dei-fossi-avviso-del-consorzio-riva). Non ho specificato che fanno parte del Consorzio i comuni di Borgaro, Caselle, San Maurizio, Ciriè, Nole, Mathi e Balangero.

La speranza è che oltre a demandare, scaricando così le eventuali responsabilità al gradino successivo qualcuno si prenda la briga di controllare cosa sia stato fatto e come, perché se é vero che i cambiamenti climatici sono fenomeni troppo complessi per scaricarne la responsabilità in toto su un piccolo territorio come il nostro, é altrettamto vero che gli effetti sono a carico del malcapitato di turno, e se ci sono azioni che possono prevenirne o mitigarne gli effetti allora gli enti pubblici in primis devono attuare tutte misure del caso, e magari anche spendere qualche parola in merito per comunicare ai cittadini quale sia la situazione attuale.

Dal sito del Consorzio, non vi sono riferimenti in questo senso e se il Comune non rispetta i tempi e i modi della pulizia del canale che lo attraversa, toccherebbe agli altri comuni appartenenti verificare che i lavori vengano fatti a regola d’arte. Questo metodo di controllo non permetterebbe a nessuno di evitare il gravoso compito della manutenzione del corso d’acqua.

Chissà se un sindaco si prenderà la briga di darci una risposta, chissà se qualcuno potrà garantirci, per quanto possibile, sonni tranquilli.

In fondo il sindaco di un comune é il primo responsabile della salute dei suoi concittadini…

di Dario Zabardi

Dario Zabardi
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