L’Altra Cirié ai tempi di Pasquale Cavaliere

Le strade sono particolarmente affollate stasera per Ciriè. I portici pieni di gente e per tutte le strade la musica rimbomba senza sosta. I negozi sono aperti e sventolano i loro prezzi in saldo. Tanta calca e tanta spensieratezza.

Camminiamo piano piano ma la mia schiena sembra non voler tenere ancora per molto. Ho bisogno di fermarmi un attimo. “Sarah vieni. Giriamo per questa stradina che mi appoggio un secondo” Dico a mia figlia. Lei mi segue, alza gli occhi in alto e legge il nome della via ad alta voce. “Via Don Lorenzo Giordano. Questa è la strada che porta al mio vecchio asilo, giusto?” A lei è tornato in mente un periodo di spensieratezza e di giochi guardando il nome di questa via.

Sorrido e penso che anche a me è tornato in mente un periodo di completa spensieratezza. Anni di un’infanzia splendida che Ciriè mi ha regalato senza chiedere nulla in cambio. “Non solo” ripeto a mia figlia mentre pazientemente aspetta che la mia schiena si riposi un po’ per poter riprendere il tour della notte bianca di Ciriè. “Non solo. Sai in questo via ci sono cresciuto.

Eravamo bambini un po’ allo sbando e la strada era la nostra casa. Tutto partiva da qui, da questa breve via che per noi bambini sembrava una lunga e infinita strada”. “Non ricomincerai a raccontare storie vecchie e decrepite della tua infanzia, vero?” Non faccio caso alle sue parole e proseguo nel mio racconto fatto di storie vecchie e decrepite.

Mi soffermo davanti un piccolo porticato dove ci sono un paio di negozi trasandati e impolverati. In uno dei due vendono materiale militare. Pantaloni variopinti in tutte le tonalità di verde e di grigio e qualche vecchia arma. Coltelli soprattutto. “Sai che qui c’era un cinema? Si chiamava Cinema Richiardi” “Un cinema? Davvero? E tu ci andavi?” “No, quando ero bambino io il cinema non c’era già più. Dopo la chiusura era rimasto un vecchio edificio abbandonato.

In seguito fu occupato da ragazzi che facevano politica con vera passione e orgoglio. C’erano ragazzi che volevano cambiare il mondo perché a loro dire, avevano capito che qualcosa non andava per il verso giusto. Erano di un partito che si chiamava democrazia proletaria, se non sbaglio.” “Sbaglio o era il partito di quel politico famoso di Ciriè? Come è che si chiamava? Cavaliere, giusto?” Mi domanda. “Si, esatto. Proprio lui. E ricordo che ci faceva entrare a noi bambini dentro quella grande sala. Non voleva che c’è ne stessimo per le strade e ci faceva stare lì a curiosare e a giocare tra vecchie sedie di legno e rotoli di pellicole contenenti vecchi film” “Cosa sai di lui? Che è successo dopo? Ho letto che si è suicidato in Argentina. Perché? Si è saputo?” “Sai, lui è stato un politico negli anni in cui tuo padre pensava a tutto tranne che alla politica.

Non so praticamente nulla. Andavo a scuola con una delle sua sorella alle superiori, ma non ho mai chiesto. Possiamo cercare per il web è vedere cosa scrivono su di lui, che dici?” “Di questo passo arriveremo che è notte a casa. Ma domani mattina cerchiamo. Mi incuriosisce molto questa storia.”

Mi risponde Sarah mentre prende il suo telefono e inizia a digitare Pasquale Cavaliere su Google salvando tutti i link che lo riguardano. “Guarda. Hanno anche scritto un libro completamente dedicato a lui. Un certo Davide Pelanda ha scritto Cavaliere dell’Arcobaleno. Se gli hanno anche dedicato un libro deve essere stato un personaggio importante” “Direi di si. Ma torniamo a casa. Domani cerchiamo tutto quello che lo riguarda.

Il giorno dopo Sarah mi sveglia di buon ora. “Allora? Partiamo con le ricerche?” Mi domanda con il suo telefono in mano mentre scorre le notizie sul discusso personaggio di Cavaliere. “Facciamo così. Vestiti e torniamo in via Don Lorenzo Giordano. Andiamo dalla parte opposta e ci sediamo sulle panchine che ci sono sotto la torre.

Lì c’è una Piazza che hanno intitolato proprio a lui” Ci vestiamo e arriviamo nella piazza Cavaliere piuttosto presto. Il traffico di punta della mattina si è ormai dileguato per lasciare spazio a poche macchine che occupano molto ordinatamente corso nazioni unite.

C’è un’aria fresca che ci fa stare bene. Sappiamo che tra poco più di un’ora arriverà un caldo insopportabile, ma adesso godiamoci l’aria che ancora soffia. “Guarda. C’è stata una polemica sulla costruzione di questa piazza. Vedi Sarah? Dicono che Il primo aprile del 2006, l’allora sindaco Chiappero, prima di lasciare spazio a Brizio, inaugurò il giardino di Pasquale e in quell’occasione disse “l’area riqualificherà l’intera Città” . Pochi giorni dopo, però, iniziarono le prime polemiche sulla struttura ospitata nella piazzetta. Esteticamente non piaceva quasi a nessuno. Per gli amministratori comunali, invece, il dubbio più grande riguardava il suo utilizzo. Avevano deciso di farla diventare una biglietteria di abbonamenti per il parcheggio a pagamento. Sergio Bertoli di Laboratorio (l’anima verde in consiglio comunale) non nascose l’amarezza e affermò che si sarebbe potuto fare di meglio. Lui avrebbe visto più volentieri un utilizzo sociale della struttura.

Inizialmente la struttura nel giardino sembrava destinata al comitato del borgo San Rocco. Poi, però, i borghigiani, forse per le troppe spese da sostenere per utilizzarla, si sono tirati indietro. E adesso guarda come è ridotta.” Sarah gira la testa a destra e poi a sinistra. Ci pensa un po’ su, mi guarda e dice” in effetti è davvero bruttina… però è importante che lo abbiamo ricordato.” “Certo. Vero. Ma continuiamo a curiosare”.

Tiro fuori la mia sigaretta elettronica, faccio due vampate di fumo all’essenza di vaniglia e ripartiamo con la ricerca. Iniziamo a curiosare cosa si dice a suo riguardo. Ma decidiamo di partire dalla sua misteriosa morte. Partiamo dalla fine così che ci risulti più facile comprendere la sua carriera e la sua vita. Scopriamo che è morto suicida a Cordoba in Argentina il 6 agosto del 1999.

L’ipotesi del suicidio viene però messa in dubbio su diversi fronti. Una delle motivazioni e’ che in passato si era interessato del problema dei Desaperecidos del regime dei Colonelli. Con questo paese aveva un legame molto forte e in questo suo ultimo viaggio stava proprio riaccompagnando il figlio dalla madre che viveva nel paese sudamericano di Cordoba, appunto. “Ma avrà pur dovuto fare qualcosa di grande. Qualcosa di importante per il solo fatto che sia così presente nelle menti e nei ricordi dei ciriacesi. Scopriamo cosa!” Mi suggerisce Sarah.

Io ricordo vagamente la sua presenza in molte battaglie riguardanti temi caldi della città. Ricordo che con il suo gruppo occupava il Comune e che montava chioschi per i viali minacciando scioperi della fame. Però ero piccolo e non ricordo il motivo per cui faceva tutto ciò. “Hey! Guarda! Ha anche ricevuto un pacco bomba nel 1998. Pare perché volesse costruire un dialogo con i centri sociali. C’è scritto qui.” Mi dice Sarah mentre indica con il suo dito indice una frase presa da google.

Non aveva paura di mettersi contro i più forti in nostro politico d’eccellenza. Poi proseguiamo con la ricerca e scopriamo che è il secondo di 9 fratelli e che emigra ancora piccolo a Ciriè, in provincia di Torino insieme alla famiglia. Lui era originario di Gragnano ed era nato nel 1958. Dopo la scuola dell’obbligo, inizia a lavorare come apprendista in diverse fabbriche della zona e dopo essere stato assunto come operaio in una piccola industria metalmeccanica cittadina, diventa delegato sindacale e guida molte battaglie per migliorare le condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento.

A partire dal 1975 entra a far parte di Democrazia Proletaria ed è animatore di diverse iniziative nella città, oltre che fondatore di alcune pubblicazioni di controinformazione. A questo punto ci fermiamo mia attimo, leggiamo e sorridiamo. “Hai letto papà? Dai! Tu non lo sapevi vero? Giura!” Faccio segno con il capo come per rassicurare che non ne sapevo niente del fatto che il buon Pasquale aveva dato vita o collaborato alla stesura di pubblicazioni di controinformazione e che una di queste riviste l’aveva chiamata proprio “L’altra Ciriè” come il nostro blog e il nostro gruppo Facebook.

Adesso penso al fatto che chissà se a lui sarebbe piaciuto un gruppo un po’ irriverente come il nostro. Chissà se avrebbe commentato i nostri post. Secondo me si. E mentre Sarah mi ricorda di avvisare Cinzia di questa scoperta, io continuo a scorrere il file che ho nel cellulare e che mi illumina sulla vita del politico ribelle.

Proseguendo scopriamo che nel 1989 è tra i membri fondatori del Verdi Arcobaleno. A partire dal 1995 è consigliere della regione Piemonte e nel 1999 entra nella segreteria nazionale dei Verdi. Nel 1997 Cavaliere sollecita il Consiglio Regionale ad affrontare il problema della fame nel mondo.

Benché rappresentante dell’opposizione, a riconoscimento del suo impegno personale viene nominato coordinatore del Comitato regionale di Solidarietà che definirà come stanziare 1.800 milioni di lire a favore di Africa subsahariana, Maghreb e Corno d’Africa. In autunno accusa di scorrettezze amministrative l’assessore al Turismo Antonello Angeleri, che poco dopo si trova costretto a rassegnare le dimissioni.

Per essere scomodo il nostro compaesano era sicuramente scomodo. Cercava la Verità ed aveva fame di giustizia. Ma forse a un certo punto non è più riuscito a stare dietro a tutto quello che avrebbe voluto seguire. Forse si è perso o forse era solo stanco. Il suo stato d’animo lo troviamo continuando le ricerche. D’un tratto ci abbattiamo infatti in una sua dichiarazione che dice molto sulla sua situazione personale dell’epoca: Carissimi amici, come diceva Alex i pesi a volte diventano insostenibili ed io, anche senza accorgermene, sulle spalle ne ho accumulati molti. La nostra generazione ha sperato troppo e troppo pesante è stato farci carico di questo. Abbiamo mischiato gli affetti alla politica e spesso, molti di noi, non riescono piu’ a sbrogliare questa matassa di sentimenti e di amori irrisolti. Ci siamo voluti bene, ed io con voi sono stato privilegiato. Non nutro rancore con nessuno e spesso capita che per persone come noi, a volte, non possono esserci soluzioni normali. Un abbraccio a tutti Pasquale “Storia avvincente, storia da combattente.

Chissà cos’altro c’è che non sappiamo.” “Non so e non è da noi cercare. È invece da noi ricordare e fare in modo che la nostra politica , di qualunque bandiera sia, si impegni per permettere ai nostri figli di vivere in serenità e spensieratezza la loro vita.” Non parliamo molto lungo la via del ritorno.

Camminiamo lentamente, passando per le vie storiche della città, e soffermandoci ad osservare i resti della torre di San Rocco. Poi di nuovo nella piazza. Io guardo quello spazio confuso e spoglio, mi volto verso Sarah e prima ancora che riesca a dire una parola lei mi anticipa e ridendo mi dice “certo che è davvero bruttina questa Piazza” Asserisco con la testa e proseguiamo per la strada del ritorno.

di Alessandro Baccetti

 

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