Masciari-Airola: ci mettono la faccia

Un venerdì mattina come tanti altri sta per passare nella ridente e pacata cittadina di Cirie’. O forse no. Forse potrebbe essere un giorno particolare, chi lo sa? Ho voglia di uscire e vivere questa mattinata nel migliore dei modi. Voglio prendere aria e incontrare gente.

Decido quindi di assaporare un po’ delle ultime brezze d’inverno. Sento la Cinzia che mi ricorda l’appuntamento con un personaggio importante del panorama politico e sociale del nostro bel paese. Non sempre trovo il tempo di interagire con altra gente, ma oggi voglio imparare qualcosa di nuovo. E lo farò.

Penso che sia inutile prendere la macchina per recarmi in centro: il mercato blocca tutti gli accessi e dovrei parcheggiare nelle famigerate strisce blu a pagamento. Decido quindi di scendere le solite scale e raggiungere Piazza Castello a piedi. In inverno anche le voci dei venditori dietro le bancarelle sono meno sbraitanti. I passanti sbirciamo come al solito tra arance e vestiti stravaganti alla ricerca dell’affare del venerdì. Tutti presi dalle loro priorità di poter risparmiare qualche euro e sbarcare un lunario sempre più tortuoso.

Lavoro e ancora lavoro, eppure siano sempre tutti alla ricerca del risparmio. Per non parlare di quelli che sono ancora alla ricerca del lavoro.

Certo qualcosa non funziona nella maniera giusta, penso. Ma le elezioni sono a un passo e siamo ancora tutti li a combattere per delle idee improvvisate che la tv e i giornali ci inculcano. Prima di ogni votazione sembra che tutto il nostro vivere cambierà e che tutto si risolverà per il meglio. Basta votare quello giusto. E a pensarci bene sembrano davvero tutti giusti. Peccato che basta cambiare canale e il giusto di un minuto prima diventa sbagliato, per lasciare spazio a un “nuovo giusto”. Peccato davvero, penso. Almeno si scaricassero le pile del telecomando così da potermi fermare nella ricerca del “giusto voto”. Ma i nostri amici Franco e Dario ci hanno detto che questa mattina, tra i banchi del mercato, potremmo incontrare due candidati del movimento 5 stelle e conoscerli. Bene! Nessun telecomando a farmi cambiare idea: li ascolterò senza interferenze di alcun tipo. Il primo che incontriamo è
Pino Masciari e si candida per il senato nel nostro territorio. Il suo nome è balzato alle cronache per essere stato uno dei pochi che hanno detto no alla ndrangheta. Leggo la sua storia su Wikipedia e mi rendo conto che sto per incontrare un grande uomo. Uno che ha dovuto rinunciare a tutto pur di vivere nell’onesta’ e nella trasparenza. Deteneva una grande impresa edile a Catanzaro ma dal momento in cui ha denunciato il racket delle estorsioni ed è diventato testimone di giustizia, ha perso tutto. Con la sua famiglia si è dovuto trasferire in una località segreta per svariati anni

Tante sono state le dimostrazioni di stima nei suoi confronti. Molte le città che le hanno concesso la residenza onoraria tra cui Torino Ivrea e Michelino. Ma eccolo. Adesso è qui davanti a noi. Stretta di mano forte e abito elegante. “Cosa ci dice della ndrangheta in Piemonte?” Chiede Cinzia senza perdere molto tempo. Di conto lui ci assicura che la criminalità organizzata è presente nel nostro territorio in grande forza. Io provo ad andare nello specifico e chiedo quanto sia forte nella nostra vallata.

Di contro lui afferma che è presente in tutto il territorio, compresi i nostri paeselli sperduti per il basso Canavese. Ci ricorda che adesso la ndrangheta non uccide da noi, ma utilizza il nostro territorio principalmente per il riciclaggio del denaro sporco. Continuiamo la conversazione e chiediamo cosa pensa degli immigrati:” noi non buttiamo in mare nessuno.” Ci dice. Ma ci ricorda che ci va il pugno duro con chi crimina.

Nessuno sconto. La certezza della pena è il suo traguardo. Ci sta’ sempre più simpatico il signor Pino. Si vede che ha sofferto. La sua rabbia la si può sentire proprio nella tonalità della voce che diventa sempre più alta e forte.

Finita la conversazione con lui, arriva Cinzia con un signore sottobraccio. “Lui è Alberto Airola ed è un mito! Fatti raccontare cosa ha fatto!” Lui mi mostra la mano e noto un dito spezzato.Mi spiega che è riuscito a far chiudere degli Indian Shop presenti nella periferia di Torino in quanto erano la sede di organizzazioni malavitose. Gli abitanti del quartiere (Lui compreso) non erano al sicuro. Bastava uno sguardo interpretato male e si prendevano botte. E lui denunciando ha preso botte. Ma ne ha anche date, precisa.

Accanto a loro un blogger che riprende e fotografa ogni passo dei candidati. Instancabile anche sotto la pioggia, contnua a seguire e a documentare la giornata dei suoi amici per le strade di una città lontana più di 1000 chilometri dalla sua casa in Calabria.

Per cambiare qualcosa ci va il pugno di ferro e questi signori sembra proprio.che lo abbiano. Dovremmo solo vedere se sapranno dove usarlo.

Ecco un pensiero di Pino Masciari preso dalla sua pagina Facebook.:

CREDERLO ERA DIFFICILE, DIRLO IMPENSABILE
Scontrarmi contro il sistema mafioso, mi ha portato a conoscere anche la sua struttura: una STRUTTURA LIQUIDA, che agendo da piovra poggia i propri tentacoli ovunque.
Vorrei combattere la mia lotta alle mafie anche nelle istituzioni ed è per questo che ho scelto di scendere in campo candidandomi al Senato con il MoVimento 5 Stelle, unica tra le forze politiche a non essere ancora inquinata!
Il 4 marzo votate con coscienza, abbiamo una grande opportunità!

di Alessandro Baccetti

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