Percorsi di arte, storia e fede: Chiesa di San Martino

Ottimo Cicerone la Signora Elena Ala, che in questo caldo pomeriggio di settembre, ha illustrato ai visitatori l’interno e l’esterno della Chiesa di San Martino, raccontando le modifiche e i cambiamenti avvenuti negli anni.

Siamo partiti proprio dall’immagine di copertina, dove si vede un abside fatto in mattoni, costruito intorno al 1900; circa 900 anni dopo la costruzione del primo, più chiaro.

Ci introduce al percorso narrando la storia e parte dal lontano 1158, quando il Vescovo di Torino affida la Chiesa ai canonici di San Bernardo; questi avevano l’ospizio per i pellegrini, e seppur riuscendo a pagare le decime (le attuali tasse), avevano comunque necessità di raccogliere soldi.

La Chiesa di San Martino era un punto importante della nostra città, e fino al 1637 fu ben curata, momento in cui anche a Cirié si diffuse la peste.

Naturalmente questa malattia procurò molti morti. Chi l’aveva scampata decise di fare un voto: “se riusciremo a salvarci, faremo erigere un ospedale per curare le persone”. Quando però arrivò il momento della costruzione, si resero conto di non avere abbastanza soldi, quindi convertirono il voto dall’ospedale alla Chiesa, che con le offerte dei fedeli sarebbe riuscita a sostenersi.

Venne costruita quindi la Chiesa di San Giuseppe e chiusero quella di San Martino, lasciandola completamente abbandonata.

Ma poiché questa era molto importante, ritennero di salvare il nome, infatti la Chiesa di San Giuseppe ancora attualmente è chiamata Parrocchia di San Martino.

Il nostro Cicerone ci ha mostrato la particolarità del campanile, con le sue pietre arrotondate, raccolte alla Stura; ci ha fatto notare le aperture esterne, che aumentano salendo nei vari piani per alleggerire la struttura: alla base c’è una sola feritoia, che poi diventa una finestra più ampia, poi una bifora e infine una trifora al piano più alto.

Nel 1700 il priore Ioannini ha voluto recuperare la Chiesa, e visto che adiacente a questa, vi era una piazza piuttosto importante dove si teneva il “mercato dei polli”, ha modificato l’apertura, facendo l’errore di non fare abbastanza attenzione agli affreschi interni, che naturalmente sono andati perduti.

Qualche anno fa, la tettoia, sede del mercato contadino, molto antica e particolare per il suo stile liberty, è stata abbattuta in quanto la copertura era in amianto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha subito molti lavori e molte modifiche questa chiesetta nel corso degli anni, per volontà dei vari priori che l’avevano in cura in quel momento: per ben 3 volte è stato spostato l’ingresso: originariamente dal lato nord, poi dal lato opposto, con la conseguente creazione di un secondo abside.

Al momento l’ingresso è posto lateralmente rispetto all’altare.

All’interno della chiesa vi sono molti dipinti, anche sovrapposti tra di loro. Si riconoscono periodi e stili differenti tra gli stessi. Anche le colonne interne, gli archi, i pavimenti, denotano numerose variazioni nella struttura architettonica dell’edificio sacro.

Nella chiesa di San Martino è stato custodito per molti anni il monumento dedicato ai caduti in guerra, con un mortaio. Ora lo stesso, lo possiamo trovare all’esterno del cimitero ciriacese.

Peculiari le informazioni che ci ha fornito la Signora Ala, dai quadri appesi alle pareti, portati dai devoti per le “grazie ricevute”, alle 5 lapidi ritrovate durante gli scavi dell’attuale Piazza Castello.

Interessante questa visita guidata, peccato che venga organizzata solo due volte l’anno, con ben 16 chiese da rispolverare. Il prossimo appuntamento sarà per maggio prossimo, un invito tutti a non mancare.

di Cinzia Somma 

 

 

 

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