La mostra inaugurata questa mattina, sabato 23 settembre, nelle sale del Palazzo D’Oria di Cirié ha del meraviglioso.
Avevo visto in anteprima alcune di queste opere dell’artista internazionale Angelo Barile, ma quello a cui ho assistito stamattina mi ha lasciato incantata, sono uscita dopo un’ora circa, che sembrava avessi le ali anche io.
Grande affluenza all’apertura della mostra.
Ho voluto fermarmi oltre la conferenza stampa, per ispezionare le reazioni: qualcuno si è trattenuto per oltre 5 minuti ad osservare l’ala di Sodoma e Gomorra, qualcun altro è rimasto pietrificato di fronte a Uriele l’immagine di presentazione dell’intera mostra, a cui lo stesso Barile è più legato.
L’esposizione comprende 14 quadri, e sono legati ad un evento accaduto 14 anni fa, che ha dato da pensare e da riflettere all’artista sulla presenza reale degli Angeli. Molto probabilmente l’angelo più importante nella sua vita è la moglie Bruna, alla quale ha dedicato tutto questo lavoro. Il maestro riconosce di aver incontrato un angelo nella sua vita, ma di essersene reso conto solo quando questo se ne era già andato.
Un’ala di quasi 5 metri di ampiezza, creata con oltre tremila piume vere, si accosta ai dipinti di Michele, Gabriele e Uriele nella prima sala, quella dei combattimenti, dove il bene ed il male si affrontano.
Nessun arcangelo è raffigurato con le ali, come siamo abituati ad immaginarli, anche se questo elemento è rappresentato negli alamari delle divise, negli orecchini o riflesso negli occhi dei soggetti.
La seconda sala è destinata agli umani; troviamo i ritratti di Eva, Abramo e l’ala di Gomorra. I primi due non hanno lineamenti ben definiti, ma il loro viso è avvolto nella nebbia, in quanto hanno la possibilità di scegliere tra il bene ed il male, avendo il dono del libero arbitrio.
Nella terza sala troviamo Raffaele, Noè, Sarah, la moglie di Abramo ed il Putto, rappresentato dalla radiografia di un Angelo, che sta ad esprimere la fine del ciclo della vita. Affascinante la cornice utilizzata per il Putto arricchita dal particolare delle quattro candele.
Altro elemento che mi ha colpito, è il riflesso negli occhi dei protagonisti, della scena che stanno vivendo: Michele ha il drago Lucifero, Uriele una piuma con all’interno il Paradiso terrestre e, bellissimo, quello di Gabriele in cui si vede la Madonna inginocchiata in una spiaggia: stringe un fiore tra le mani che rappresenta l’annunciazione che l’arcangelo le fa.



Eventi come questo non possono far altro che portare gloria alla nostra città.
Si potrebbe partire da qui, se solo l’amministrazione riuscisse ad entrare nell’ottica che questi sono gli eventi da sostenere e ricercare, tali iniziative fanno muovere gente da diverse regioni d’italia, portano turismo, con una ricaduta positiva anche su alberghi e ristoranti e i negozi del centro magari si fanno conoscere oltre i confini del Canavese.

Il Comune ha concesso il patrocinio, dando la possibilità di affiggere volantini e manifesti e mettendo a disposizione le sale.
Angelo Barile, dal canto suo, non si è risparmiato per creare questo grandioso evento: ha provveduto alla realizzazione e alla stampa di volantini, brochure, cataloghi, allestimento delle sale e ad offrire un ricco buffet.
Il maestro è stato in grado di dare lustro alla nostra città completamente da solo, bravo Angelo!
di Cinzia Somma