Un inganno chiamato amore

Si chiamano truffe romantiche e a quanto pare sono una delle principali entrate della mafia nigeriana dopo lo spaccio di droga.

Migliaia le donne che sono cadute in questa trappola del web, organizzata nei minimi particolari da malavitosi senza scrupoli.

Avete presente quelle decine e decine di richieste da sconosciuti e sconosciute che puntualmente ci arrivano ogni giorno su Facebook? Ecco, perlopiu si tratta di foto rubate dal web trasformate in profili fake.

Il primo passaggio lo fanno proprio dei ragazzini in Nigeria dove creano profili falsi e inviano richieste di amicizia ovunque. Nel momento in cui qualcuno cade nella trappola scatta la seconda fase della truffa. A questo punto non saranno più ragazzini ma uomini e donne istruite che iniziano a far nascere conversazioni innocenti con l’intento di dare vita a delle vere e proprie “storie d’amore”.

Messaggi romantici, parole dolci, promesse di matrimonio. Ma ovviamente, pur dichiarandosi uomini e donne molto ricche affermate e facoltose, ad un certo punto iniziano a chiedere denaro.

E, soprattutto le donne, iniziano ad indebitarsi fino al collo pur di far felice il loro principe azzurro e pur di non perderlo. Ci sono donne che hanno versato anche 200.000 euro al loro “uomo dei sogni”. E ci sono donne che si sono tolte la vita dopo aver scoperto la truffa.
Si approfittano di donne adulte e sole. Donne che magari non speravano più ad una certa età di poter trovare una compagnia per il resto della propria vita.
E non pensiate che nella trappola ci caschino solo persone ignoranti o con poca istruzione. Affatto.

Nella rete ci sono cadute tantissime donne facoltose, giornaliste e medici.

Non giudichiamo e prendiamo atto che ci troviamo di fronte a criminali senza scrupoli. Quindi un consiglio: non accettate mai amicizie da completi sconosciuti. È facile sentirsi soli soprattutto ad una certa età, ma sappiate che la compagnia non la troverete in rete con uno profilo fake.

In America e in gran parte dell’Europa questa truffa viene affrontata con forza dai governi, mentre in Italia non ci sono regole specifiche quindi si stanno sbizzarrendo proprio da noi.
(Dalla trasmissione Chi l’ha visto)

di Alessandro Baccetti 

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