500 persone, quasi tutti attivisti, ma anche curiosi come me che hanno partecipato all’evento organizzato per il rilancio del Movimento 5*.
124 gli interventi temporizzati (2 minuti a testa) e prenotati precedentemente, nessuna ripresa video.
Apre la serata il vice premier Luigi Di Maio che arriva nel salone dell’albergo senza esultare, stringere mani, fare selfie. Una persona molto semplice che non si è messo sullo scranno del divo.
Nessun convenevole poiché il tempo stringe, esordisce dicendo che formazione e inclusione sono le priorità del “nuovo” Movimento: corsi di formazione per gli attivisti e selezione per chiunque voglia far parte di una lista politica, ciò che intende creare prossimamente.
Possibilità di coalizzarsi con liste civiche in casi particolari e il non conteggio del primo mandato da consigliere comunale in opposizione per non disperdere l’esperienza accumulata.
“Al di là delle elezioni e al di là di quanti soggetti metti nelle istituzioni, l’unico modo per cambiare le cose sul territorio, è coinvolgere i cittadini” dice Di Maio.
“Disintossichiamoci dal potere dei voti” riprende il vice premier, “a me non interessa se chi prende il reddito di cittadinanza ha votato Lega o PD, noi lavoriamo per il bene del paese, non per i voti.” Questa affermazione mi ha impressionato molto, perché non doveva convincere nessuno, in platea c’erano suoi sostenitori che sicuramente hanno votato il movimento. Interpreto la sua affermazione come una dichiarazione d’amore per il suo paese e per tutti gli italiani. “I risultati devono arrivare per i cittadini”.
La legge di cui è “più orgoglioso in questo anno è la legge anticorruzione. “Abbiamo scoperto il più grande scandalo della magistratura”.
Altro punto trattato che tengo a condividere è l’argomento “comunicazione”. Molti attivisti domandavano per quale motivo non avessero cambiato i vertici RAI, “non siamo andati al governo per cacciare chi parlava male di noi, questo lo facevano quelli di prima, siamo arrivati fin qui con televisioni e giornali che ci davano contro, tutti. Ora è ancora peggio, ma questo è un sigillo di garanzia: finché parleranno male, vorrà dire che stiamo facendo bene”.
Auspica un’organizzazione nazionale con un coordinatore che dia indicazioni generali su argomenti di interesse nazionale (vaccini, infrastrutture, accoglienza).
Conclude il suo intervento con un elogio al sindaco Chiara Appendino definendola “una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto”.
Al di là del fatto che le mie considerazioni possano essere condivisibili o meno, ho apprezzato moltissimo l’intento del confronto e dell’ascolto: dare la parola a tutti, veterani e novelli, ma soprattutto dare risposte, è segno di umiltà, un gesto che deve far riflettere in quanto è evidente che chi sta ricoprendo un’alta carica istituzionale non si è montato la testa, ma ha i piedi ben piantati per terra e riesce ancora a distinguere le difficoltà dei cittadini “normali”.
Sicuramente Di Maio è molto più empatico di quanto appaia in tv, credo che faccia “fatica” a rispettare i tempi televisivi, ma la sua personalità forte e corretta è evidente. Il suo approccio così pacato nel trattare tutti gli argomenti, a mio parere, alla lunga pagherà, in sfregio agli slogan e alle partecipazioni da divo che ha invece l’altro vice premier.
Credo che ad un certo punto la gente si scocci di sentire urlare nell’affrontare qualsivoglia argomento. Potremmo riparlarne tra 4 anni.
Adesso mi aspetto che le richieste e le problematiche esposte a Luigi Di Maio, esponente del Movimento cinque stelle, prima che ministro del lavoro, vengano prese in considerazione e risolte
Se gli attivisti vedranno un intervento in tal senso continueremo a vederli entusiasti sul territorio, altrimenti i banchetti tenderanno a sparire.
di Cinzia Somma